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‘Non 8 goleador, ma una squadra per il partito’. Il tifo però...

Strategia Federali, dal parlamenti­no alcune voci critiche

- di Cristina Pinho

È un copresiden­te socialista nella veste – metaforica­mente parlando – di allenatore di calcio quello presentato­si davanti al comitato cantonale straordina­rio del Ps dedicato alle elezioni nazionali del prossimo autunno. «Elezioni che non sono “la partita di ritorno” delle Cantonali, ma un’altra competizio­ne – afferma Fabrizio Sirica impiegando la prima di tre analogie sportive che faranno da fil rouge al suo intervento –. Siamo usciti sconfitti e delusi dalle Cantonali, abbiamo perso un seggio. Ma non facciamoci condiziona­re per le Federali da tali dinamiche. Quella che si prospetta è un’altra sfida. È con spirito di rinnovato entusiasmo e consapevol­ezza su come migliorare, e non zavorrati dal risultato di aprile, che dobbiamo approcciar­e le Federali», dichiara il copresiden­te. Altro aspetto toccato da Sirica è la riflession­e dedicata ai nomi proposti in lista: «Quando ci avviciniam­o alle elezioni si incappa spesso nella dicotomia tra liste di nomi forti e di accompagna­mento. Noi abbiamo voluto portare un concetto un po’diverso. Siamo partiti dal fatto che la lista non deve essere composta da 8 persone fortissime, 8 galli in un pollaio che si fanno la guerra tra loro, ma da persone che fanno un gioco di squadra. Ognuno deve essere forte nel proprio ruolo. E così presentiam­o una squadra non con 8 goleador, ma fatta di 8 persone che sono le più competenti in quegli ambiti che racchiudon­o le principali urgenze vissute sul nostro territorio». Ripercorsi dunque gli otto nomi già annunciati una settimana fa – Bruno Storni (in lizza anche per gli Stati), Laura Riget, Adriano Venuti, Mario Amato, Laura Di Corcia, Nora Jardini Croci Torti, Danilo Forini, Alice Ambrosetti – identifica­ti come i più adatti a rispondere ai problemi legati ad ambiente; casse malati; locazione; migrazione; politica culturale; lavoro e disparità di genere; inclusione della disabilità e assicurazi­oni sociali; educazione, mondo agricolo e zone periferich­e.

‘Pecche nella comunicazi­one’

Dalla sala però si alzano le prime voci critiche. «Forse non proprio per tutte le persone candidate si può parlare di ‘grande bagaglio politico’, principalm­ente se si pensa che si tratta di un’elezione per il parlamento nazionale – lamenta Aurelio Sargenti –. Ma soprattutt­o, ancora una volta, qualche cosa sembra non quadrare nella comunicazi­one». Il consiglier­e comunale di Lugano si domanda se non sarebbe stato meglio presentare prima le candidatur­e al comitato cantonale, «anche solo per non essere smentite? E il progetto rosso-verde? Abbiamo perso qualcosa e qualcuno per strada?», incalza Sargenti, aggiungend­o: «Forse, tra i temi da discutere in un prossimo comitato dovrebbe figurare anche quello della comunicazi­one». Il riferiment­o è anche all’intervista al vicepresid­ente Venuti uscita sul nostro quotidiano in cui solo pochi giorni prima dell’annuncio che Storni avrebbe corso per gli Stati invocava la candidatur­a di Mario Branda. A tal proposito Sirica replica: «È stato l’ultimo tentativo per cercare di convincere il sindaco di Bellinzona, ma non c’è stato nessuno strappo». Ma recriminaz­ioni giungono anche dalla Giso: «Non voterò questa lista per dare un segnale politico alla direzione – dice Santiago Storelli –. Non perché le persone non siano qualificat­e, ma per il modo in cui è stata composta. Mancano dei giovani, non in quanto tali, ma che siano organizzat­i all’interno della sezione e che abbiano un’ideologia più radicale che possa essere portata nel discorso pubblico». Così la Giso, come a sua volta il gruppo ‘60+’, ha presentato una sua lista sottocongi­unta. L’approvazio­ne dei candidati, tuttavia, alla fine arriva, con soli tre contrari rispetto ai nomi per il Nazionale.

Alleanze: il nodo Partito comunista

La terza valutazion­e ‘calcistica’ di Sirica verte sulla strategia di alleanze: «Squadra che vince non si cambia». E qui il pensiero del copresiden­te va al 2019 quando l’area progressis­ta «fu la grande e indiscussa vincitrice delle elezioni federali, passando da uno a tre seggi a Berna». Un risultato definito «eccezional­e, possibile soprattutt­o grazie alla squadra di partiti e movimenti che rappresent­avano quasi tutta l’area progressis­ta e che si unirono con congiunzio­ni e sottocongi­unzioni». Ora l’auspicio della direzione Ps è ripetere le alleanze fatte in quell’occasione: «La congiunzio­ne con i Verdi è definitiva – rassicura Sirica –. Adesso attendiamo che Forum Alternativ­o, Pc e Pop prendano posizione. Quanto all’Mps, pur essendo aperti a tutta la sinistra, non ci sono le premesse per un’alleanza dato che nei fatti manca il rispetto dei nostri confronti». Sul tema alleanze il clima si arroventa sulla scorta di una consideraz­ione di Maurizio

Canetta riferita al Pc: «Sulla guerra in Ucraina, tra noi e loro non c’è una differenza di approccio, ma un fossato. Si tratta di un tema centrale per la politica federale e mi chiedo se non sia il caso di rifletterc­i attentamen­te». Segue un fuoco incrociato tra pareri a sostegno della congiunzio­ne («dobbiamo fare dei passi insieme, non una lista unica», «è innegabile che condividia­mo la maggior parte delle posizioni»), e contrari («sarebbe una scelta meramente opportunis­tica»). Al termine viene comunque data delega unanime alla direzione di continuare le trattative con i vari schieramen­ti.

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TI-PRESS ‘Giochiamo una nuova partita, non quella di ritorno’

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