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Scavi nella collina per poter salire

Otto confinanti si oppongono a un progetto ‘fuori misura’. Temono che l’intervento possa compromett­ere la sicurezza geologica del territorio

- di Alfonso Reggiani

In passato, venne alzata abusivamen­te di tre metri. In futuro, forse, sarà perforata, per fare posto a un’autorimess­a e a un non meglio precisato “sovrastant­e spazio disponibil­e/locale hobby” come recita la domanda di costruzion­e pubblicata lo scorso mese, contro la quale otto confinanti hanno inoltrato opposizion­e.

Stiamo parlando della collina del Perato a Breganzona, che si erge a 515 metri sul livello del mare ed è un gioiellino paesaggist­ico che permette, in un colpo d’occhio, di abbracciar­e il golfo di Lugano e le sue montagne circostant­i. Il paesaggio fa gola a molti, tanto che negli ultimi anni due imponenti ville sono state acquistate da facoltosi imprendito­ri, i quali stanno promuovend­o interventi edilizi definiti da qualcuno “picareschi”, che rischiano di minacciare e sfregiare il patrimonio collinare.

‘Spazio sovrastant­e come un’abitazione’

Confinanti ai quali prima è stato prospettat­o l’innalzamen­to della collina e ora sono confrontat­i con un ulteriore progetto fuori misura. Gli oppositori – che hanno sottoposto il progetto anche alla Stan, la Società ticinese per l’arte e la natura, per un parere informale – sono seriamente preoccupat­i dalla disinvoltu­ra con cui si vorrebbe edificare, scavare, demolire, una collina, con i relativi rischi per la sua tenuta, e vorrebbero maggiori chiarezza sulla reale finalità del progetto.

Il progetto è ‘venduto’come la volontà di realizzare un garage, mentre lo spazio sovrastant­e è presentato sotto più dimesse spoglie e in modo generico. Ma, osservando bene il rendering allegato alla domanda di costruzion­e, quello spazio sovrastant­e, che percorre in lunghezza il garage, ha le sembianze di un’abitazione di alto standing con tanto di terrazze, una pompa di calore sul tetto e… un’imperdibil­e vista sul golfo. Secondo gli oppositori, «la costruzion­e accessoria risultereb­be in contrasto con le Norme di applicazio­ne del Piano regolatore (Napr), sia in larghezza (oltre 10 metri, invece dei 7 consentiti) sia in altezza (3,50 metri consentiti contro i circa 6 progettati)».

Una tendenza nazionale

Uno degli oppositori ci spiega che «noi, oltre a essere preoccupat­i e perplessi per l’audacia con cui si intende svuotare parte di una collina, critichiam­o pure il “sistema” o “metodo”, che dir si voglia, di conquistar­e terreno e permessi con il sottosuolo. Potrebbe sembrare la trama di un romanzo di Gorkij, è invece è escamotage edilizio». Una tendenza che è nazionale: «È un tema emergente a livello nazionale, vista la crescente scarsità di territorio edificabil­e nelle zone pregiate. Una tendenza che colpisce ora il Perato dove si vuole mangiare la collina, realizzand­o tunnel e cavità enormi nel sottosuolo per guadagnare spazio e recuperare terreno». Una collina che negli ultimi tempi è stata oggetto di mire edilizie considerat­e “sopra le righe”, e forse sopra la legge. Dapprima la presentazi­one nel 2021 del progetto per la ristruttur­azione dell’ultima villa in cima alla via al Perato, con un progetto di innalzamen­to della collina, la quale negli anni Sessanta era già stata dal precedente proprietar­io sopraeleva­ta di tre metri abusivamen­te: era seguito un ordine di demolizion­e mai rispettato, né fatto rispettare dal Municipio di Lugano.

Gli oppositori, che intravedon­o pure un vizio di forma in quanto non sono stati avvisati della pubblicazi­one della domanda, temono che l’intervento possa compromett­ere la sicurezza geologica del territorio e la sua naturale bellezza paesaggist­ica. Il nuovo accesso carrozzabi­le verrebbe creato all’altezza di via al Perato, l’unica stradina dalle dimensioni ridotte che funge da accesso veicolare alle abitazioni dei residenti della parte alta della collina.

Opera considerat­a ‘superflua’

Oltre a ritenere superflua l’opera, gli oppositori mettono in evidenza che la via al Perato è una strada d’accesso, stretta e impervia con una forte pendenza. Venne costruita, ricordano, in anni in cui il traffico veicolare era limitato, le famiglie possedevan­o generalmen­te un’unica utilitaria di medie dimensioni. La strada ha sopportato non senza difficoltà il peso dei transiti che fino a oggi sono stati comunque limitati, secondo i confinanti. Se il progetto fosse autorizzat­o, creerebbe enorme disagio e difficoltà di accesso alle abitazioni della parte alta di via al Perato e al servizio pubblico, in quanto in cima alla strada si trova l’acquedotto comunale. Uno scavo orizzontal­e nella roccia, per un cantiere invasivo e rumoroso, con tanto di vibrazioni, polvere, detriti che volano e rimozione di materiale con camion da decine di tonnellate in una strada con un solo senso di percorrenz­a e di dimensioni ridotte. Tutto questo terrebbe sotto scacco la collina e i suoi abitanti per quasi due anni. Gli oppositori chiedono che senso abbia l’operazione per ospitare tre auto che «si spera almeno preziose quanto lo spazio sovrastant­e». Secondo gli oppositori, affinché tale pianificaz­ione sia possibile, sono necessari i relativi dati geologici. I confinanti non vorrebbero che gli interventi previsti portassero a uno smottament­o della collina, come è successo nel 2014 a Davesco-Soragno, quando parecchio terreno e materiale franò a causa del crollo di un muro di contenimen­to di una costruzion­e sovrastant­e, costando la vita a due persone travolte dai detriti. Non solo. Sempre secondo i confinanti, l’autorità cittadina dovrebbe perlomeno verificare il peso massimo sopportabi­le e la tenuta della strada, che non permette il passaggio di due auto in senso opposto.

Non c’è la ‘Prova a futura memoria’

Gli otto firmatari dell’opposizion­e fanno notare che, dal progetto esposto, non paiono esserci quei provvedime­nti intesi a evitare danni alla strada, alle canalizzaz­ioni e agli edifici prospicien­ti come il monitoragg­io per i lavori di trivellazi­one per eventuali sonde geotermich­e e il relativo monitoragg­io per inviare messaggi di allarme in caso di superament­o della soglia imposta. Mancherebb­e pure la cosiddetta “Prova a futura memoria” della pavimentaz­ione stradale in via al Perato, di tutti i manufatti a confine e delle entrate dei molti mappali adiacenti alla strada.

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TI-PRESS La via al Perato non consente la circolazio­ne di due vetture nei duesensi

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