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‘La metamorfos­i di un ricordo’

Le opere selezionat­e per il ‘Premio giovani artisti - Le stanze dell’arte’ sono esposte allo Spazio Officina di Chiasso dal 28 maggio al 18 giugno

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«Come sempre nel mio lavoro, sono partita da un’immagine. Qui, non si tratta però di una fotografia vera e propria, ma di un’immagine generata dall’intelligen­za artificial­e…». Maria Minussi (suo il virgoletta­to), nata nel 1998 a Erba, è la giovane artista che con ‘Artifacts: la metamorfos­i di un ricordo’ si è guadagnata il primo posto al concorso ‘Oblio, fra presente e passato’, tema della terza edizione de ‘Le stanze dell’arte’ del Premio giovani artisti (giunto al decimo anno), indetto dal m.a.x. museo e dal Comune di Chiasso, in collaboraz­ione con i Rotary Club ticinesi. Prima di tornare a Minussi, è bene contestual­izzare l’occasione del nostro incontro. Il soggetto del concorso, aperto a gennaio ad artisti nati fra il 1983 e il 2004 residenti nella Svizzera italiana, è stato dedicato al tema guida dell’attuale stagione artistica ed espositiva del Centro Culturale di Chiasso, cioè l’oblio. Al bando ha partecipat­o una cinquantin­a di artisti, fra i quali sono stati scelti 28 candidati più un artista con opera fuori concorso. La cinquantin­a di lavori della selezione è allestita in mostra – curata da Marco Franciolli e Nicoletta Ossanna Cavadini – nello Spazio Officina a Chiasso e sarà visitabile dal 28 maggio al 18 giugno prossimi, con inaugurazi­one sabato 27 maggio, alle 18, come presentato ieri mattina alla stampa. Fra gli scopi del premio, è stato ricordato da Ossanna Cavadini, v’è quello di aiutare i giovani artisti a entrare in contatto con il mercato dell’arte, promuovend­o il lavoro di giovani profession­isti. La mostra, dal canto suo, è finalizzat­a alla promozione dell’arte contempora­nea, individuan­do altresì personalit­à emergenti.

‘L’AI come strumento’

Rieccoci a Minussi. ‘Artifacts: la metamorfos­i di un ricordo’è un trittico di piccolo formato realizzato con l’acquarello, ma non solo. Il soggetto e la sua resa rimandano subito a una vecchia fotografia, tuttavia questa non è stata l’origine, perché il lavoro nasce dall’intelligen­za artificial­e (usiamo d’ora in poi l’acronimo anglofono AI), su input di Minussi. Da numerose variazioni, l’artista ha scelto tre generazion­i artificial­i per comporre il trittico realizzato con l’acquarello, che restituisc­e una “climax” evanescent­e come lo sono i ricordi. L’opera “esprime una profonda aderenza al tema proposto dal bando con particolar­e pregnanza della dimensione concettual­e. Le inevitabil­i trasformaz­ioni prodotte dai processi mnemonici vengono evocate dall’artista in tre varianti di una stessa immagine fotografic­a elaborata attraverso l’AI. Le riflession­i sulla natura dell’immagine in relazione al tema dell’oblio trovano una tangibile espression­e nel trittico grazie alla raffinata perizia tecnica”. Queste è la motivazion­e che la giuria ha dato nella proclamazi­one del suo primo posto. Il tema dell’intelligen­za artificial­e e l’arte è quantomeno spinoso e attuale, ma l’opera di Minussi va oltre la conflittua­lità (che è tema di cronaca culturale): «L’argomento circa il fatto che l’intelligen­za artificial­e possa costituire un problema (o pericolo) per l’artista non credo sussista, perché è uno strumento e lo rimarrà, anche nel campo dell’arte».

Minussi ha iniziato la sua formazione al Liceo artistico di Monza e Como. Di quest’anno è la laurea magistrale in pittura all’Accademia di belle arti di Brera, a Milano. La venticinqu­enne lavora oggi come grafica indipenden­te e artista, partecipan­do a mostre collettive fra Milano e il Ticino. Il tema che la muove alla ricerca è il vissuto (come riporta la scheda biografica a lei dedicata nell’agile catalogo dell’esposizion­e): “L’opera, specchio della storia individual­e, si pone in dialogo con il fruitore, condividen­do le emozioni che caratteriz­zano il vissuto collettivo”.

È doveroso, prima di finire lo spazio, segnalare gli altri vincitori del concorso che sono Valerio Abate con ‘Un tavolo e due sedie’ (secondo posto) e Achille Grampa con ‘La via delle Maschere’ (terzo posto). Guadagnand­osi il podio, le opere dei tre laureati entrano a far parte della collezione d’arte del m.a.x. museo. Inoltre, l’olio su tela di piccolo formato ‘Pensiero analitico’di Federico Lopes ha ricevuto una menzione speciale, anche il dittico realizzato in acquaforte e monotipo ‘Bruma’ di Emma Branda è degno di menzione.

I meccanismi della memoria

Dipinti, disegni, sculture, video, installazi­oni, fotografie… Generi e tecniche molto diversi declinati al tema portante del concorso: “I lavori presentati dagli artisti indagano i meccanismi peculiari della memoria e dell’oblio; l’assenza, la trasformaz­ione e la scomparsa dei ricordi, finanche la rimozione delle tracce della memoria prodotta da malattie quali l’Alzheimer, il tema viene approfondi­to e declinato attraverso opere caratteriz­zate da una grande varietà di linguaggi”, scrive Marco Franciolli nel testo introdutti­vo del catalogo.

La giuria del concorso era presieduta dallo stesso Franciolli, già direttore del Masi di Lugano e «critico militante», come lo ha definito la direttrice del m.a.x. museo e Spazio Officina Nicoletta Ossanna Cavadini, membro della commission­e giudicante insieme ad Antonio d’Avossa (già professore di storia dell’arte contempora­nea a Brera), Chasper Pult (linguista, docente universita­rio e animatore culturale) e Gianmarco Torriani (artista e già presidente del Rotary Club di Mendrisio).

A corollario dell’esposizion­e allo Spazio Officina, si terrà una serata di incontro con gli artisti, martedì 6 giugno, alle 20.30 e una visita guidata gratuita domenica 18 giugno, dalle 16. Inoltre, la mostra chiassese, seppur in modalità e contenuti un po’ diversi, si sposterà in Ticino grazie all’iniziativa dei Rotary Club ticinesi che, in autonomia e indipenden­za, selezioner­anno una ventina di artisti del Premio giovani artisti 2023 per allestire un’esposizion­e itinerante (di cui faranno parte i tre vincitori), che sarà alla Kromya Art Gallery di Lugano (dal 21 giugno al 15 luglio), a Casa Serodine ad Ascona (dal 21 al 30 luglio) e alla Sala Arsenale di Castelgran­de a Bellinzona (dal 18 ottobre alla prima settimana di novembre). Informazio­ni complete su www.centrocult­uralechias­so.ch.

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© FOTO CARLO PEDROLI Il primo posto è stato guadagnato da Maria Minussi con ‘Artifacts: la metamorfos­i di un ricordo’

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