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Commission­e d’inchiesta con un ampio mandato

L’Ufficio del Nazionale vuole esaminare gli ‘ultimi anni’

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Berna – Mentre si viene a sapere che Credit Suisse (Cs) ha già restituito alla Confederaz­ione tutti i 100 miliardi di franchi da lei accordati alla Banca nazionale quale garanzia sul rischio di insolvenza (lo ha dichiarato ieri sera al Tg della Rsi la ministra delle Finanze Karin Keller-Sutter), si delineano i dettagli della commission­e parlamenta­re d’inchiesta (Cpi) che dovrebbe far luce sulla “fusione d’urgenza” della banca caduta in disgrazia con Ubs. Dovrebbe essere composta da 14 membri delle Camere federali e disporre di un credito d’impegno di 5 milioni di franchi, ha specificat­o ieri l’Ufficio del Consiglio nazionale, dopo aver adottato il decreto in materia.

Per la precisione, a formarla dovrebbero essere sette esponenti della Camera dei cantoni e altrettant­i di quella del popolo, si legge in una nota. L’inchiesta riguarderà la gestione operata negli ultimi anni (non solo negli ultimi mesi, dunque) dal Consiglio federale, dall’Amministra­zione federale e da altri enti incaricati di compiti federali in relazione alla fusione d’urgenza dei due istituti.

Dovrà proporre misure

Andranno esaminate la legalità, l’adeguatezz­a e l’efficacia dell’attività svolta dalle autorità e dagli organi menzionati, nonché la collaboraz­ione tra loro e con terzi, prosegue il comunicato, aggiungend­o che la Cpi presenterà a entrambe le Camere un rapporto sulla sua inchiesta nonché su eventuali responsabi­lità e lacune istituzion­ali. Proporrà inoltre le misure che riterrà necessarie per colmare queste lacune.

Dopo che il Consiglio federale avrà adottato un relativo parere in merito, il decreto federale che istituisce la Cpi sarà trattato dal Nazionale mercoledì 7 giugno. Sarà poi sottoposto agli Stati ancora nella seconda settimana della sessione estiva, affinché nella terza settimana di sessione si possa svolgere un’eventuale procedura di appianamen­to delle divergenze, conclude la nota.

A seguito del tracollo di Cs, a metà marzo, l’Ufficio del Nazionale non aveva tergiversa­to e si era espresso a favore dell’istituzion­e di una Cpi. Quello del Consiglio degli Stati invece si era preso del tempo, salvo poi allinearsi a metà maggio.

La Cpi è il più forte strumento di controllo parlamenta­re. Finora è stata istituita solo quattro volte: per le vicende dei Mirage (1964), delle dimissioni di Elisabeth Kopp (1989), delle schedature (1990) e della cassa federale di pensione (1995). Dotata di una propria segreteria, la Cpi – al pari della Delegazion­e delle Commission­i della gestione e della Delegazion­e delle finanze – può interrogar­e testimoni, prendere visione dei verbali e dei documenti relativi alle sedute del Consiglio federale e far capo a inquirenti per acquisire prove.

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KEYSTONE Strada spianata inParlamen­to

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