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I senatori ci ripensano È controprog­etto ‘light’

Il Consiglio degli Stati torna sui suoi passi e approva un’alternativ­a all’iniziativa socialista. Cantoni chiamati alla cassa, ma meno che col progetto del Nazionale.

- di Stefano Guerra da Palazzo federale

Le allarmanti previsioni sui premi che saranno annunciati a fine settembre; lo scenario poco invitante di una votazione popolare ‘secca’, senza controprog­etto, che in teoria accrescere­bbe le chance dell’iniziativa popolare; e il clima pre-elettorale. È in questo contesto che il Consiglio degli Stati è tornato sui suoi passi per quanto riguarda il controprog­etto indiretto all’iniziativa popolare detta ‘per premi meno onerosi’. Ancora lo scorso inverno non ne aveva nemmeno voluto dibattere. Ieri invece è entrato in materia e in seguito ha approvato, con 24 voti contro 12 e 2 astenuti, un controprog­etto ‘light’ all’iniziativa del Partito socialista. La palla torna ora nel campo del Nazionale. La Camera del popolo ha elaborato un controprog­etto assai più generoso per gli assicurati. Che però avrebbe ripercussi­oni finanziari­e di non poco conto per i cantoni (vedi la scheda).

Dunque anche la maggioranz­a dei ‘senatori’ vuole requisiti minimi per i cantoni in materia di sussidi di cassa malati. Decisivo è stato il ripensamen­to degli esponenti del Centro. Ieri solo due dei suoi 14 ‘senatori’ hanno votato una proposta di minoranza di Han

nes Germann( Udc/Sh) e confermato così la scelta di non entrare in materia. I democentri­sti hanno ribadito la loro posizione. Divisa la ‘frazione’ del Plr.

‘La questione determinan­te’

Più che per il suo contenuto, il controprog­etto ha fatto discutere per le sue implicazio­ni politiche. Pochi in realtà credono che una qualsiasi alternativ­a approvata dal Parlamento riuscirà a convincere i promotori dell’iniziativa a ritirare il loro testo. Ma poiché molti ‘senatori’ erano disposti a correre il rischio maggiore – votazione popolare solo sull’iniziativa – Alain

Berset ha voluto ricordare qual è «la questione determinan­te»: «Con quali argomenti spiegheret­e che bisogna respingere l’iniziativa?». Il ministro della Sanità ha ricordato che la situazione attuale non corrispond­e a quanto deciso nel 2008 nell’ambito della perequazio­ne finanziari­a. L’idea allora era che Confederaz­ione e cantoni contribuis­sero ciascuno a circa la metà della riduzione dei premi. Nel frattempo però i cantoni sono andati avanti in ordine sparso: alcuni (come il Ticino) in una direzione virtuosa, altri no. E così oggi in un cantone (Berset non ha fatto nomi) la Confederaz­ione arriva a coprire addirittur­a l’85% dei sussidi, in un altro il 70%.

Siamo in una situazione «disequilib­rata», gli ha fatto eco il relatore della commission­e Erich Ettlin (Centro). L’obvaldese ha caldeggiat­o un controprog­etto moderato: sarebbe «troppo audace» andare alle urne solo con un’iniziativa peraltro «non finanziabi­le». Anche Peter Hegglin (Centro/Zg) giudica «pericoloso» questo senario. Lo si potrebbe evitare grazie a un compromess­o «tipicament­e svizzero», «una buona via di mezzo».

Un controprog­etto che per il Ps “non basta per portare una boccata d’ossigeno alla popolazion­e”. In aula la sinistra ha tentato di far passare una versione identica a quella elaborata dal Nazionale. Ma non c’è stato verso. «È stato molto facile raccoglier­e le firme quattro anni fa», ha ricordato Hans Stöckli (Ps). Nel frattempo, la situazione è peggiorata sul fronte dei premi; e ben 10 cantoni hanno abbassato i loro contributi nominali negli ultimi anni. «L’iniziativa ha ottime chance davanti al popolo», ha dichiarato. Germann (Udc) invece non teme. Il popolo – ha detto – potrà farsi un’idea delle conseguenz­e finanziari­e di un ‘sì’ alle urne e ci penserebbe due volte ad approvare la proposta socialista. Per lo sciaffusan­o, inoltre, aumentare i sussidi potrebbe avere un effetto disincenti­vante sugli assicurati, i quali potrebbero rinunciare a modelli assicurati­vi più vantaggios­i. Gli oppositori del controprog­etto hanno poi deplorato un’intromissi­one nelle competenze cantonali. Alex Kuprecht (Udc/Sz) ha detto che «la strada giusta» per simili richieste passa dai cantoni. Ma non è ciò che pensa la maggioranz­a del Parlamento, che ha ormai imboccato la via (federale) del controprog­etto.

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KEYSTONE Il consiglier­e federale Alain Berset durante il dibattito alla Camera dei cantoni

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