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‘I promotori hanno scelto la disinforma­zione’

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Non una piccola modifica di Legge, ma un cambiament­o sostanzial­e che liberalizz­a il lavoro festivo e domenicale nel settore del commercio al dettaglio su quasi tutto il territorio cantonale. È quanto sostiene il comitato – composto da sindacati, partiti politici e associazio­ni – contrario alla modifica della Legge sull’apertura dei negozi in votazione il 18 giugno. “I promotori di questa modifica hanno scelto il linguaggio della disinforma­zione e della minimizzaz­ione”, si legge in un comunicato. “Non si tratta affatto di una sola domenica in più, come continuano ad affermare ingannevol­mente i fautori delle liberalizz­azioni. È un attacco al principio, sancito dalla legislazio­ne federale a tutela dei lavoratori, della loro vita privata e del diritto al riposo, che consente il lavoro domenicale solo nei rami profession­ali ritenuti essenziali e in cambio di un’indennità salariale del 50%”. La modifica, va ricordato, prevede tre punti distinti: aumentare da tre a quattro le domeniche all’anno durante le quali i lavoratori possono essere occupati nei negozi senza richiedere alcuna autorizzaz­ione, di concedere l’apertura delle attività fino alle 19 anche nelle feste infrasetti­manali non parificate alla domenica (escluso il Primo maggio) e nelle domeniche che precedono il Natale, e di aumentare le superfici da 200 a 400 metri quadri per quanto riguarda i negozi che hanno diritto alle deroghe di legge previste per le località turistiche la domenica.

‘I piccoli commerci saranno penalizzat­i’

Diverse le argomentaz­ioni contestate dai contrari. L’idea che si creerebber­o nuovi posti di lavoro viene respinta perché “non è mai successo né in Svizzera né all’estero che più aperture si traducano in più posti di lavoro. Lo dimostrano anche diversi studi”. L’ipotesi che questa modifica di Legge possa aiutare a contrastar­e il turismo degli acquisti è rigettata poiché “non rappresent­a un bisogno dei consumator­i. Gli orari attuali previsti dalla Legge entrata in vigore solo nel 2020 offrono sufficient­e libertà di scelta per fare la spesa”. Rifiutata categorica­mente dai contrari è anche l’argomentaz­ione di chi sostiene che questa modifica andrebbe a favore dei piccoli commerci: “Disponendo di poco personale saranno penalizzat­i da questa Legge, a differenza della grande distribuzi­one, che invece può far ruotare a piacimento i propri impiegati”.

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