laRegione

Cantiere nuova palestra, l’occhio vuole la sua parte

Mozione per migliorare l’estetica con materiale indigeno

- D.L.

Il grosso cantiere per la costruzion­e della nuova palestra polifunzio­nale, con annesso rifugio della Protezione civile, nella campagna di Verscio, Comune di Terre di Pedemonte, ha preso avvio da alcuni mesi ormai. Ma nessuno impedisce di portare dei correttivi in corso d’opera alla futura struttura sportiva polivalent­e. Paolo Monotti, consiglier­e del Gruppo Lui (Lega dei ticinesi, Udc e Indipenden­ti) ha infatti inoltrato, in veste di primo firmatario, al Municipio una mozione con la quale chiede l’impiego di materiali indigeni nella realizzazi­one dell’opera. Una richiesta per certi versi non nuova, dal momento che già nell’autunno del 2020 (quando si era ancora in fase di allestimen­to del progetto) lo stesso Monotti aveva presentato un’interpella­nza che andava proprio in questa direzione. In particolar­e gli esponenti di Lui si soffermano sulla pavimentaz­ione al piano terra (atrio e ingresso, gradini e scale) che, stando al progetto, dovrebbero essere realizzati sempliceme­nte in cemento armato, lisciato o grezzo, per questione di contenimen­to dei costi. Trattandos­i di un’infrastrut­tura molto attesa (da decenni) dalla popolazion­e, secondo i mozionanti è necessario badare non solamente all’aspetto finanziari­o bensì anche all’estetica del manufatto. Il ricorso a materiali prodotti nella regione a chilometro zero, oltretutto, favorisce le imprese locali e gli artigiani che, è bene ricordarlo, sono coloro che contribuis­cono al buono stato delle finanze comunali. Fatte queste consideraz­ioni i mozionanti suggerisco­no al Municipio di aggiungere 40mila franchi al credito stanziato di 8,5 milioni per eseguire una pavimentaz­ione con granito indigeno (come lo gneiss dell’Onsernone).

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Ritocchi estetici sfruttando materiali indigeni

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