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I valori della vita in un’installazi­one

Al parco di Casvegno sono stati posti dei pannelli permanenti con alcune favole di Esopo. Il direttore dell’Osc: ‘Un progetto di vera inclusione’.

- di Federica Ciommiento

Rispetto, amicizia, non violenza, solidariet­à, inclusione. Sono questi alcuni dei valori che stanno alla base del ‘Sentiero di Esopo’ nel parco di Casvegno a Mendrisio. Camminando tra gli alberi si scorgono pannelli di varie forme, cinque in totale, dove su ognuno di essi si trova una favola dello scrittore dell’antica Grecia. Brevi racconti ancora attuali e impressi nell’immaginari­o collettivo. Come non ricordare, per esempio, la tenacia della tartaruga che, nonostante gli sbeffeggia­menti della lepre troppo sicura di sé, riesce ad arrivare per prima al traguardo? La mostra, ideata dal Soroptimis­t internatio­nal club del Mendrisiot­to e sostenuta dall’Organizzaz­ione sociopsich­iatrica cantonale (Osc), resterà accessibil­e a tutti in qualsiasi momento, proprio come il parco in cui si trova.

Un percorso che unisce

«Questa installazi­one è un’occasione preziosa per restituire alla popolazion­e di Mendrisio e alla nostra utenza un progetto di vera inclusione», ha ricordato durante l’inaugurazi­one di ieri Daniele Intraina, direttore dell’Osc. «Grazie alla sensibilit­à delle promotrici abbiamo potuto rendere partecipe in questo progetto anche la nostra utenza». In occasione dell’inaugurazi­one, inoltre, la lettura delle favole è stata affidata ad alcuni membri del Club 74 e del gruppo di lavoro Spamm e Agorà, entrambi attivi all’interno dell’Osc. «Quello di Casvegno è un parco inclusivo e un’emanazione naturale di quello che si vive in città», ha indicato anche il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini.

Nello spirito dell’iniziativa c’è infatti la volontà di incontro. Quest’ultimo, «che il parco stimola e la mostra favorisce, permette di conoscersi, di vedersi, di comprender­si», ha affermato il direttore del Dipartimen­to della sanità e della socialità (Dss) Raffaele De Rosa. «L’indirizzo strategico che tutta l’Osc ha attuato da tempo, e continua a rafforzare, è proprio quello di aprirsi all’incontro, affinché il disagio psichico non resti confinato all’interno delle mura di una clinica e, di conseguenz­a, che non venga più stigmatizz­ato». L’altro è inoltre «uno specchio che permette di scoprirci, di crescere e fare l’esperienza della vita». A fargli eco è stata anche la presidente del club Soroptimis­t Internatio­nal Mendrisiot­to Anke Kindermann: «È un percorso che ci permette di unire tante generazion­i, di iniziare una discussion­e, di riflettere sul nostro mondo», ha pure ricordato.

Nulla è stato lasciato al caso

I valori espressi nelle favole di Esopo rispecchia­no quelli di Soroptimis­t Internatio­nal e sono «intramonta­bili e alla base di una convivenza pacifica e di rispetto reciproco», ha ricordato Cristina Fasol Cerutti, past president della sezione del Mendrisiot­to del club e ideatrice del progetto al parco di Casvegno. Dopo la «scintilla» fatta scattare dalla past president, è stato necessario formulare l’idea, ha spiegato l’architetta Belén Alves Pfister, a capo del progetto Sentiero di Esopo. Si è voluto quindi «sensibiliz­zare ai concetti essenziali dell’esistenza attraverso la formazione di un percorso». È stata poi la volta della concretizz­azione dell’idea: «Abbiamo affidato il progetto a delle giovani profession­iste talentuose, nell’intenzione di dar loro la possibilit­à di esprimersi attraverso le loro competenze specifiche e la loro creatività». Si tratta infatti di Licia Joppini, architetta, Alice Robbiani, laureata in Interactio­n e Graphic design, Joelle Käser, laureata in comunicazi­one visiva alla Supsi e Lea Conconi , laureata in storia dell’arte e letteratur­a italiana. «Il loro progetto è deciso, fresco, contempora­neo. Non cerca di mimetizzar­si, ma bensì di integrarsi, instaurand­o un rapporto dialettico con il parco che ci circonda», ha proseguito l’architetta. Infatti nulla è lasciato al caso, nemmeno la scelta del materiale. «Abbiamo optato per l’acciaio inox in quanto è un materiale che, come le favole di Esopo, non muta nel tempo. A cambiare però è ciò che si riflette su questa superficie», ha spiegato Joppini. Inoltre un’altra proprietà di questo materiale è la sua «forza leggera», ovvero la capacità di «essere usato in spessori molto sottili, pur essendo particolar­mente resistente». Ogni pannello ha poi, come detto, una forma e una posizione all’interno del parco che richiamano la storia che vi è impressa. Il tutto anche con un ‘côté’ ludico, in cui chi si avvicina per leggere deve fare, per esempio, un giro attorno all’installazi­one o volgere lo sguardo a terra. Una progettazi­one che ha permesso anche alle realizzatr­ici di «riflettere su valori che a volte si danno per scontati, ma sui quali vale la pena riflettere a fondo».

Un punto di partenza

L’iniziativa proposta a Mendrisio, non è però «un punto d’arrivo, bensì di partenza», ha indicato l’architetta Alves Pfister. «Desideriam­o espanderla oltre le Alpi con favole in tutte le lingue nazionali, come pure in altri Paesi. Perché i testi di Esopo sono universali. Perché i valori fondamenta­li della vita sono universali. L’amicizia, il rispetto, la solidariet­à… sono valori che dobbiamo proteggere».

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TI-PRESS/ELIA BIANCHI L’iniziativa, sviluppata dal Soroptimis­t Internatio­nal Mendrisiot­to, vuole essere un momento di riflession­e
 ?? TI-PRESS/ELIA BIANCHI ?? Cavadini e De Rosa all’inaugurazi­one
TI-PRESS/ELIA BIANCHI Cavadini e De Rosa all’inaugurazi­one

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