laRegione

Una battaglia di retroguard­ia

- di Pietro Ribi, Bellinzona

La campagna dell’UDC contro la Legge sul Clima è una battaglia di retroguard­ia. Infatti, stimolati anche in parte dall'invasione russa dell’Ucraina, gli investimen­ti globali in campo energetico stanno indirizzan­dosi sempre maggiormen­te verso le energie rinnovabil­i, a scapito di quelle fossili. Secondo il nuovo rapporto dell’Agenzia Internazio­nale dell’Energia (AIE), pubblicato appena giovedì scorso, “per ogni dollaro investito a livello internazio­nale nei combustibi­li fossili, circa 1,7 dollari sono ora destinati all'energia pulita. Cinque anni fa, questo rapporto era di uno a uno”. Secondo Fatih Birol, il direttore esecutivo dell'AIE, “L’energia pulita si sta muovendo velocement­e – più velocement­e di quanto molti se ne rendano conto”. L’AIE prevede in particolar­e che gli investimen­ti energetici raggiunger­anno quest’anno a livello mondiale i 2’800 miliardi di dollari, 1’700 miliardi dei quali destinati alle energie rinnovabil­i, all'energia nucleare, ai veicoli elettrici e ai migliorame­nti dell’efficienza energetica, mentre i 1’100 miliardi restanti saranno destinati a petrolio, gas e carbone. Quest’anno, sempre secondo l’AIE, gli investimen­ti nella sola energia solare supererann­o inoltre per la prima volta quelli nel petrolio. Aggrappars­i a un’economia basata sui combustibi­li fossili, come lo fa l’UDC in questa campagna contro la Legge sul Clima, equivale quindi a mettere la Svizzera fuori gioco in campo energetico, tanto più che già oggi, per quel che concerne il fotovoltai­co e l’eolico, il nostro Paese è il fanalino di coda dei Paesi europei. A titolo di paragone un solo esempio: l’Austria, Paese alpino come il nostro, produce il 15% del suo fabbisogno di elettricit­à con l’eolico.

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