‘Quale impatto ha sul personale e sui carcerati?’
“Condizioni di detenzione irreprensibili continuano a essere garantite a tutte le persone che si trovano in situazione di privazione della libertà presso Stampa e Farera?”. È una delle domande poste al Consiglio di Stato dalla deputata socialista Daria Lepori, prima firmataria dell’interpellanza dal titolo “‘Carcere giudiziario pieno. Siamo in grosse difficolta’. Chi ne fa le spese?”. Presentata dal gruppo Ps, Forum Alternativo e Giso, la motivazione riguardo ‘l’interesse pubblico e l’urgenza’ è data dal fatto che “la situazione di piena occupazione delle strutture carcerarie penali e giudiziarie preoccupa per l’impatto sulla incolumità e la salute del personale, delle persone incarcerate e del buon funzionamento del sistema”, scrivono gli interpellanti, riallacciandosi all’articolo pubblicato lo scorso 25 maggio dal nostro quotidiano. Così riassume la situazione l’atto parlamentare: a La Farera, che ha una capienza massima di 88 posti, ci sono 86 detenuti. Per via di diverse inchieste del Ministero pubblico è stata ordinata la carcerazione per un numero importante di persone. La Direzione ha momentaneamente trasformato due celle del carcere penale ubicate in un luogo fisicamente separato dagli spazi riservati ai detenuti in esecuzione di pena, in celle per quelle persone per cui il procuratore pubblico ha disposto la detenzione. Così anche alla Stampa (144 posti) si registra il tutto esaurito. Inoltre alla Farera, dove la maggior parte delle persone detenute è di sesso maschile, con notevoli sforzi sul piano organizzativo alcuni imputati uomini sono collocati nelle celle, libere, del comparto femminile. Pertanto, il gruppo parlamentare chiede di sapere innanzitutto quante siano le persone detenute nel carcere penale della Stampa e quante (donne e uomini) in quello giudiziario de La Farera. Quale sia stata la media giornaliera di detenuti dall’inizio del 2023. Se le “condizioni di lavoro irreprensibili” continuino a essere garantite a tutte le persone impiegate. E ancora: per quante persone indagate si è già provveduto al prolungamento della permanenza nelle celle di polizia a Mendrisio e Lugano? In che misura queste sono considerate una soluzione rispettosa delle persone ivi incarcerate? Come il personale di polizia è sostenuto in questo maggiore compito? In merito alle “misure immediate”, si chiede poi quali rimedi abbia individuato la Divisione della giustizia per gestire subito e al meglio questo sovraffollamento.