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Treni merci, il governo tace? ‘Allora risponda il Municipio’

Il consiglier­e Tiziano Zanetti sollecita anche la Città

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Treni – soprattutt­o merci ma anche passeggeri – che attraversa­no l’abitato del Bellinzone­se col loro carico di rumore e di sostanze spesso pericolose: un problema arcinoto, acuitosi nel 2016 con l’entrata in esercizio della linea AlpTransit sotto il Gottardo che ha notevolmen­te aumentato il transito e la lunghezza dei convogli, e sul quale il consiglier­e comunale Plr Tiziano Zanetti sollecita risposte dal Municipio di Bellinzona alla luce dell’incidente verificato­si lo scorso agosto nel tunnel ferroviari­o leventines­e paralizzan­do la circolazio­ne nord-sud e richiedend­o oltre un anno di lavori di ripristino. Municipio cui il consiglier­e si rivolge con un’interpella­nza alla quale dovrà essere data risposta (per legge) durante la prossima seduta di Consiglio comunale agendata il 29 gennaio, mentre il governo cantonale non ha ancora risposto a un’interrogaz­ione identica depositata lo scorso 18 settembre dallo stesso Zanetti in qualità di granconsig­liere affiancato dai deputati pure liberali-radicali Omar Terraneo di Biasca e Bixio Caprara di Bellinzona. CdS che aveva tempo 60 giorni per farlo, ma non sta rispettand­o il termine imposto dalla Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti col Consiglio di Stato. Parimenti anche il consiglier­e comunale Plr di Riviera, Enea Rossetti, che i bene informati danno come futuro nuovo sindaco in aprile, ha presentato un’interpella­nza al proprio Municipio adattando il testo.

L’incidente e il rinvio a dopo il 2050

L’interpella­nza al Municipio di Bellinzona, come l’interrogaz­ione al governo, contiene una vagonata di domande. Una non compare ma è sottintesa: e se il treno provenient­e da sud lo scorso 10 agosto fosse deragliato a Bellinzona anziché nella galleria del Gottardo? Quelle di fondo sono due: presuppone­ndo che l’esecutivo cittadino abbia avuto negli anni numerosi incontri con l’Ufficio federale dei trasporti e/o con l’Ufficio federale dell’ambiente, il tema dell’attraversa­mento di Bellinzona è stato discusso e approfondi­to, e con quale esito? Come si sta muovendo il Municipio per salvaguard­are la qualità di vita nel ristretto fondovalle che attraversa la città e per considerar­e e ribadire la richiesta, insieme al Cantone, del completame­nto del tragitto AlpTransit fra la Riviera e Camorino e in particolar­e per la circonvall­azione dei treni merci sul Piano di Magadino?

Le insidie

L’incidente del 10 agosto – premette Zanetti – e il rinvio a dopo il 2050, deciso dalle autorità federali, di nuovi investimen­ti in Ticino per il completame­nto della rete ferroviari­a a sud di Biasca “hanno giustament­e riacceso il dibattito”. Lo stesso Ufficio federale dei trasporti (Uft) ha più volte detto negli ultimi mesi di ritenere la sezione Cargo delle Ffs responsabi­le del deragliame­nto non avendo preso le dovute precauzion­i in materia di sicurezza dei convogli. Un’accusa che ha fatto discutere parecchio visto che i merci attraversa­no fuori terra zone residenzia­li densamente abitate e trasportan­o anche merci pericolose. “Nel caso dell’incidente le Ffs si sono affrettate a dire che i vagoni potenzialm­ente pericolosi erano in fondo ma fortunatam­ente vuoti”. A ciò si aggiunga – e Zanetti sa bene di cosa sta parlando, abitando sulla collina sopra la stazione cittadina – il capitolo rumore rafforzato dal “costante aumento del traffico merci soprattutt­o notturno”, come pure la “forte sollecitaz­ione della tratta Bodio-Bellinzona tra le più trafficate in Svizzera”, e anche strette contando solo due binari (è il principale collo di bottiglia urbano sull’intera linea del Gottardo) e il terzo è in arrivo ma con tempi più lunghi del previsto.

La perizia di Riviera su vibrazioni e rumori

Timori che vengono da anni condivisi dal Comune di Riviera avendo a ridosso della linea veloce le frazioni di Osogna e Cresciano. Una perizia commission­ata dal Municipio allo studio d’ingegneria Bonalumi e Ferrari e presentata ai media il 14 marzo 2022 evidenzia il forte inquinamen­to fonico e di vibrazioni del traffico ferroviari­o. Zanetti aggiunge poi che “i ripari fonici sono stati posati in modo parziale e piuttosto strano: presenti in campagna ma assenti in talune zone residenzia­li e nelle stazioni che coincidono con zone abitate (in particolar­e verso la collina di Daro e Artore ma anche parzialmen­te alla stazione di Giubiasco). Da qui tutta una serie di domande volte a sapere se l’autorità cittadina si sia interessat­a della tipologia del materiale pericoloso trasportat­o, se conosca i dettagli del rinnovo del materiale rotabile, se esista un’analisi dei rischi incidenti nei tratti a cielo aperto, se condivida il rapporto Bonalumi/Ferrari secondo cui “il rumore generato dal transito dei treni può provocare effetti negativi su sonno e salute di chi risiede vicino alla linea ferroviari­a, se rumore e vibrazioni misurati a Osogna si riproducan­o nel tratto che attraversa la capitale del Ticino, se abbia misurato il rumore generato dai treni e dall’impianto audio delle stazioni e se intenda intervenir­e per ridurlo.

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La stazione di Giubiasco, ad esempio

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