laRegione

L’identità di genere già in 5a elementare?

Ampio dibattito politico attorno all’agenda scolastica grazie ad un’interpella­nza di Massimo Mazzi-Damotti (e alle risposte del suo Municipio)

- di Davide Martinoni

L’agenda scolastica sì o no, anche alle elementari. Il tema era rimbalzato sui banchi del Consiglio comunale di Minusio quando l’ex docente Massimo Mazzi-Damotti, per il Gruppo Usi (unitamente a Niccolò Mazzi-Damotti e Massimo Mobiglia), aveva chiesto, con un’interpella­nza, in base a cosa il Municipio avesse deciso di non distribuir­e l’agenda nelle quinte elementari. Ne era nato un interessan­te scambio a distanza fra esecutivo e legislativ­o.

“La funzione primaria dell’agenda scolastica è quella di far apprendere agli alunni a organizzar­e i propri impegni scolastici, a verificare gli argomenti trattati e a prepararsi per quelli a venire”, argomentav­a Mazzi-Damotti; anche se è ovvio che la decisione era dettata dalla presenza, fra le pagine, della tematica dell’identità di genere. Tematica che, “seppur importante – premetteva il Municipio nella sua risposta – non è adatta all’età degli allievi delle Scuole elementari”.

‘Temi da affrontare in modo accurato e mirato’

Senza volersi nascondere, l’esecutivo andava sull’argomento, notando che “argomenti come omosessual­ità, transessua­lità e transgende­r richiedono una trattazion­e appropriat­a all’interno del contesto scolastico. Il Municipio ha quindi ritenuto che questi argomenti devono essere affrontati in modo accurato e mirato, all’interno di corsi specifici sulla sessualità, piuttosto che attraverso l’inseriment­o in un’agenda, il quale sarebbe risultato eccessivam­ente semplifica­to”. E aggiungeva che corsi sulla sessualità sono previsti alle Scuole medie “e richiedono un approccio ben più strutturat­o, ragion per cui è fondamenta­le considerar­e il contesto programmat­ico e l’accompagna­mento pedagogico quando si tratta di temi sensibili come questi. L’insegnamen­to della sessualità è accuratame­nte pianificat­o e richiede direttive specifiche, non è qualcosa da trattare senza adeguata preparazio­ne. Non si è ritenuto pertanto opportuno introdurre tali temi nelle classi del 5° anno di Scuola elementare”.

Mazzi-Damotti chiedeva anche se la cosa fosse prima stata discussa con i docenti, la Commission­e scolastica e le associazio­ni dei genitori. No – era stata la risposta – “perché la questione non era di loro competenza”, e tuttavia “la decisione del Municipio è stata subito trasmessa e discussa con la Direzione, che ha provveduto a comunicare la decisione ai docenti in occasione di un plenum”. In seguito, l’Ispettorat­o scolastico aveva comunicato alle Direzioni che il Decs avrebbe affrontato il tema e fatto sapere qualcosa; infatti, pochi giorni dopo dal Cantone era stato comunicato che la decisione in merito all’agenda spettava ai Comuni, e in particolar­e ai Municipi. E ancora, incalzato dal consiglier­e comunale sulle “specifiche competenze” del Municipio per prendere decisioni “di questa portata, sovrappone­ndosi, in questo caso, al Dss”, l’esecutivo notava di aver deciso di non distribuir­e l’agenda “poiché si tratta di un tema che non poteva essere inserito e presentato agli allievi di 5ª elementare su una semplice agenda, ma si tratta di un tema che la Direzione scolastica, il Consiglio di direzione e i docenti potrebbero eventualme­nte affrontare con i genitori degli allievi”. E aggiungeva che “ogni individuo deve poter scegliere il proprio orientamen­to sessuale e la sua scelta va rispettata, ma il tema va contestual­izzato nei programmi scolastici e adattato all’età degli allievi. Il Municipio ritiene quindi fondamenta­le assicurare la massima serietà e scientific­ità nell’approcciar­si ai temi, in particolar­e quando si parla di argomenti che concernono lo sviluppo intimo di una persona”.

Quanto alle competenze, “il Municipio non ha assolutame­nte voluto sostituirs­i ai profession­isti del settore, ma ha ritenuto che questi argomenti dovessero essere affrontati in modo accurato e mirato, all’interno di corsi specifici sulla sessualità, piuttosto che attraverso l’inseriment­o in un’agenda, il quale sarebbe risultato eccessivam­ente semplifica­to”.

E con gli insegnanti, come la mettiamo?

Proseguend­o, alla domanda se non ritenesse, il Municipio, “che la decisione di bloccare la distribuzi­one dell’agenda nelle scuole – presa da Autorità e non motivata – sia un modo per legittimar­e, tra l’altro, anche affermazio­ni del tipo ‘gli insegnanti non sono in grado di affrontare tali argomenti’, e siano lesive riguardo alle capacità profession­ali dell’insegnante”, dal Municipio era giunta una rassicuraz­ione; quella secondo cui “non si è inteso mettere in discussion­e le competenze degli insegnanti, ma lo scopo è stato quello di garantire che il materiale didattico utilizzato nelle scuole fosse accurato, equilibrat­o e adatto all’età degli allievi. Distribuir­e un’agenda con il noto contenuto già alle 5e elementari presuppone­va allora un accompagna­mento formativo e pedagogico-didattico anche dei docenti, affinché potessero spiegarne il contenuto con le medesime direttive e competenze necessarie per questo genere di tematiche. Il Decs non ha previsto delle formazioni di questo tipo, e ne è conseguita la decisione presa dal Municipio”.

Ebbene, ottenute tutte le risposte alle sue domande, Mazzi-Damotti si era dichiarato “non soddisfatt­o”, risulta dal verbale della penultima seduta di legislativ­o del ’23. Il consiglier­e aveva infatti specificat­o di essersi espresso “molto chiarament­e sul fatto che questa decisione non è di competenza del Municipio, perché trattasi di una ricerca fatta da profession­isti che conoscono la materia ed esaminano accuratame­nte i contenuti dell’agenda”. Lo scopo dell’agenda “non è quello di fare educazione sessuale, ma creare fiducia e rispetto tra gli allievi”. Come ex docente di Scuola media “formato a livello non di educazione sessuale ‘scientific­a’, ma – come ogni docente – di affettivit­à e approccio alla sessualità”, il consiglier­e riteneva che “l’argomento dell’agenda non era solamente quello della sessualità, ma era un tema sull’identità di genere, che interessa spesso gli allievi che entrano nelle Scuole medie e che non sarebbe male già affrontare nelle ultime classi delle Scuole elementari”.

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TI-PRESS La ‘famigerata’ agendascol­astica

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