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Start-up, ‘i criteri non vanno modificati’

È quanto sostiene il Consiglio di Stato rispetto a una mozione dell’Udc che chiede di rendere più accessibil­e la possibilit­à di ricevere sgravi fiscali

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I criteri che determinan­o quali imprese sono da considerar­e start-up innovative – quindi con la possibilit­à di richiedere delle agevolazio­ni fiscali previste dalla Legge tributaria cantonale – non devono essere modificati. È quanto afferma il Consiglio di Stato a proposito della mozione dell’Udc Paolo Pamini, ripresa dal capogruppo democentri­sta Sergio Morisoli, che propone una modifica del Regolament­o della legge tributaria (Rtl) per consentire le agevolazio­ni fiscali anche alle imprese che sono state selezionat­e da un programma di promozione dell’innovazion­e nei cui organi esecutivi siede almeno un rappresent­ante del Cantone o di un Comune ticinese. L’estensione della definizion­e di ‘start-up innovativa’, secondo i firmatari della mozione, permettere­bbe di premiare le iniziative dei Comuni che vogliono favorire l’insediamen­to sul loro territorio di attività innovative. Un esempio su tutti: l’iniziativa ‘Lugano Plan B’ che vuole promuovere la Città come ecosistema aperto a progetti connessi alla tecnologia blockchain.

‘Lo spirito della mozione è comprensib­ile’

Il governo, pur riconoscen­do come “comprensib­ile” lo spirito che anima la richiesta, invita il Gran Consiglio a respingerl­a. “Una norma generale come quella proposta, che estendereb­be automatica­mente il diritto a farsi riconoscer­e quale startup innovativa e quindi di beneficiar­e delle agevolazio­ni fiscali previste dalla Legge tributaria cantonale, alle iniziative selezionat­e da programmi di promozione dell’innovazion­e nei cui organi esecutivi sieda almeno un rappresent­ante del Cantone o di un Comune, non è ammissibil­e. Tale formulazio­ne – afferma il governo – presupporr­ebbe il riconoscim­ento di questo diritto alla sola condizione che vi sia un rappresent­ante degli enti pubblici in seno agli enti gestori. E questo senza una valutazion­e di merito del percorso di selezione operato da tali programmi, che invece il Consiglio di Stato ha verificato per tutte le iniziative oggi riconosciu­te, avvalendos­i anche del parere di esperti del settore”. Inoltre, “già oggi è possibile ammettere, a determinat­e condizioni, ulteriori programmi che danno accesso alle agevolazio­ni fiscali per startup innovative”.

‘Il criterio principale non è quello del controllo pubblico’

Il criterio scelto per selezionar­e le imprese, afferma l’Esecutivo cantonale, “non è tanto quello del ‘controllo’ pubblico delle stesse, quanto piuttosto il fatto che le stesse presuppong­ano, per le start-up selezionat­e o premiate, un percorso di valutazion­e di scalabilit­à e innovazion­e, che in definitiva sono le cifre distintive di una start-up che vuole definirsi come innovativa”. La lista dei programmi riconosciu­ti, si legge nel rapporto alla mozione, è stata allestita con il supporto di specialist­i del settore ed è stata negli anni oggetto di puntuali aggiorname­nti. “Il Consiglio di Stato ha poi recentemen­te proceduto a estendere il carattere innovativo alle società che hanno concluso l’intero processo di valutazion­e previsto da Innosuisse per i progetti d’innovazion­e per le start-up”. Sempre a proposito di innovazion­e, va ricordato che durante la sua ultima seduta di dicembre il Gran Consiglio aveva approvato un credito di 60 milioni di franchi assieme alle modifiche alla Legge sull’innovazion­e, per il sostegno – appunto – all’innovazion­e e alla politica economica regionale per il periodo 2024-2027.

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TI-PRESS Va valutato il percorso delleimpre­se

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