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Piscina coperta, ‘il campanello d’allarme oggi suona forte’

Il presidente della Nuoto, Matteo Rossetti, rilancia il tema

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Salito, domenica scorsa, sul palco del Cinema Teatro a Chiasso, Matteo Rossetti, presidente della Nuoto Chiasso, non le ha mandate a dire – «il campanello d’allarme suona forte» –, tuffando tutti nella necessità urgente della regione – e delle 30mila persone che, ha fatto presente, praticano la disciplina – di poter contare su una piscina coperta. Una struttura simile a Chiasso, ha rammentato Rossetti, la si progettava del resto sin dal 1972, immaginand­ola nel prato a sud dell’impianto balneare, aperto qualche anno prima, nel 1964. Anche se la prima idea aveva fatto capolino già nel lontano 1929: all’epoca si era pensato di abbinare al campo sportivo una piscina. Come dire che è da decenni e decenni che si anela a una tale opportunit­à, rimasta nel cassetto delle speranze: «Ci sono stati altri progetti negli anni, in altre zone del Mendrisiot­to, ma nessuno è mai arrivato a essere vicino alla domanda di costruzion­e». Così il pallone issato a Chiasso a copertura della piscina estiva ha permesso di ovviare un po’ alla situazione a favore degli sport acquatici, ma questa soluzione, ha reso attenti, «non è eterna».

‘Tocca al Distretto trovare una soluzione’

Oggi, ha rilanciato Rossetti prendendo la parola a nome delle società sportive chiassesi, tocca quindi a tutto il Distretto trovare nuove risposte. «Ho letto con amarezza, alcune settimane fa – ha commentato –, che alcuni consiglier­i comunali di una Città, molto lontana da qui – il riferiment­o non esplicito è a Mendrisio, ndr –, hanno messo in dubbio la partecipaz­ione ai costi della pista di ghiaccio di Chiasso – poi peraltro votata a maggioranz­a, ndr –. In questo modo non si andrà molto lontano, e a rimetterci saranno soprattutt­o i nostri giovani. Almeno a livello sportivo, il mio augurio, è che si lavori davvero come un’unica regione», ha esortato. A maggior ragione oggi che il Mendrisiot­to può contare su un Ente regionale dello sport.

Servono strutture di qualità

Le strutture sportive, ha richiamato ancora, invecchian­o e i costi aumentano. «Gli anni d’oro per le casse pubbliche sono finiti per quasi tutti i Comuni. E per investire nello sport servono soldi e l’aiuto di tutti. Serve – ha ribadito Rossetti – una visione unica, condivisa, per costruire, mantenere e avere peso politico a livello cantonale. La mia generazion­e ha potuto praticare sport grazie agli investimen­ti fatti negli anni precedenti. Abbiamo quindi il dovere di continuare a investire per le prossime generazion­i che, come noi, hanno il diritto di poter praticare attività fisica per crescere sani ed essere pronti alle sfide del futuro». Di conseguenz­a, occorre garantire delle strutture sportive di qualità.

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TI-PRESS Un progetto riporta al1972

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