laRegione

Un nuovo ponte tibetano e un parco solare in vista

Il sindaco Mattia Ciocco ritiene che il comune mesolcines­e possa ancora crescere, diventando ‘un luogo ancora più attrattivo dove vivere e lavorare’

- di Fabio Barenco

Un ponte tibetano e un parco solare alpino. A circa un anno dall’entrata in carica del nuovo esecutivo rinnovato per quattro quinti, Mesocco vuole continuare a crescere, migliorand­o e valorizzan­do quanto offre il territorio. Come? «Un tassello fondamenta­le è sicurament­e il rilancio di San Bernardino, ma stiamo portando avanti molti altri progetti che porteranno benefici a tutto il comune», afferma a ‘laRegione’ il sindaco Mattia Ciocco. «Siamo tutti molto motivati e crediamo che Mesocco possa diventare un luogo ancora più attrattivo dove vivere e lavorare».

Partiamo dalla questione energetica, e in particolar­e dei cosiddetti parchi solari alpini che negli ultimi mesi hanno fatto parecchio discutere anche in Ticino: nel frattempo il Consiglio di Stato ha approvato la domanda di costruzion­e preliminar­e solo per il progetto da quasi 40 milioni di franchi previsto sulle pendici del Tamaro dell’imprendito­re Rocco Cattaneo. Domanda che è invece stata respinta sia per l’impianto fotovoltai­co a Pian Nara promossa da Società elettrica sopracener­ina e Azienda elettrica ticinese, sia per quello a Bosco Gurin promosso dall’imprendito­re Giovanni Frapolli. Ricordiamo che si tratta di impianti di grandi dimensioni: per ricevere dalla Confederaz­ione sussidi fino al 60% dell’investimen­to devono produrre almeno 10 gigawattor­a all’anno o 500 kilowattor­a nel semestre invernale, ma la domanda deve essere depositata entro la fine del 2025.

‘Un investitor­e si è già fatto avanti’

Condizioni che hanno dunque dato slancio a progetti di questo tipo, anche a Mesocco e più precisamen­te a San Bernardino. «Dalle analisi svolte dal Cantone è emerso che la zona di Confin sarebbe molto interessan­te per un parco solare alpino», spiega Ciocco. «La zona degli impianti di risalita è quella più adatta, visto che è già antropizza­ta, vi sono già infrastrut­ture elettriche e non è visibile dal villaggio». Valutazion­i – che coinvolgon­o il Comune,

il gestore degli impianti e il Patriziato – sono in corso e «si è già fatto avanti un investitor­e, ovvero un’importante azienda svizzera del settore energetico». L’ultima parola l’avranno in ogni caso eventualme­nte i cittadini, ai quali si sottoporrà la proposta. Se tuttavia l’impianto non dovesse entrare in funzione entro la fine del 2025, il sindaco è fiducioso sul fatto che «la Confederaz­ione potrebbe mettere a disposizio­ne un ulteriore pacchetto di aiuti in questo ambito, visto che si vuole garantire un approvvigi­onamento elettrico sicuro e sostenibil­e in particolar­e nella stagione fredda, quando i consumi sonomaggio­ri». In questo contesto il Comune mesolcines­e intende inoltre «realizzare due centraline sull’acquedotto di San Bernardino».

‘Ristruttur­are e ampliare le scuole’

Per un comune in crescita come Mesocco – nell’ultimo anno la popolazion­e è aumentata di 60 unità, raggiungen­do quota 1’424 (l’11% in più rispetto a dieci anni fa) – è quindi essenziale garantire un approvvigi­onamento energetico sicuro, ma anche servizi adeguati: «Il rilancio di San Bernardino portato avanti dall’imprendito­re Stefano Artioli porterà sicurament­e ulteriori posti di lavoro», sottolinea Ciocco. In questo contesto vi è quindi la volontà di «garantire la possibilit­à di vivere a Mesocco (dove si trovano abitazioni e terreni a prezzi interessan­ti) e lavorare a San Bernardino, rendendo così il comune ancora più attrattivo per le famiglie». Famiglie per le quali è essenziale un buona offerta scolastica: «L’istruzione è garantita dai tre ai sedici anni (pre-asilo, scuole dell’infanzia, elementari e secondarie)». Tuttavia, lo spazio si sta esaurendo. Di conseguenz­a «è previsto un rinnovamen­to e un ampliament­o delle infrastrut­ture scolastich­e, così come un rafforzame­nto della collaboraz­ione con Soazza che già oggi accoglie una classe delle Elementari».

E per quanto riguarda la formazione terziaria? «Lo scorso luglio è stato aperto il ‘laboratori­o vivente’ San Bernardino Lab», nel quale collaboran­o l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni, la Scuola universita­ria profession­ale dei Grigioni, la Scuola universita­ria profession­ale della Svizzera italiana, l’associazio­ne Paradisea e i Comuni di Mesocco, Rheinwald, Soazza e Sufers. «Si tratta di un primo passo e l’auspicio è che l’offerta in ambito di formazione terziaria possa sviluppars­i ulteriorme­nte». Infatti, questo laboratori­o è concepito come un centro di informazio­ne e competenza cui rivolgersi nell’ottica di favorire uno sviluppo sostenibil­e nello spazio alpino a lungo termine, grazie a una collaboraz­ione tra studenti e attori pubblici e privati presenti nei territori a sud (la Mesolcina) e a nord (il

Rheinwald) del Passo. Un progetto molto simile alla Casa della sostenibil­ità (antenna dell’Università della Svizzera italiana che sarà aperta prossimame­nte) ad Airolo, dove studenti vivranno per brevi periodi formandosi su temi urbanistic­i, economici ed energetici tipici dell’arco alpino. Restando in ambito di servizi, «il paese di Mesocco offre tutto il necessario e supporta in modo ideale i visitatori e gli abitanti di San Bernardino», rileva il sindaco. «Ad esempio dallo scorso aprile è in funzione un ulteriore servizio essenziale quale la farmacia». Ma in quest’ambito si può ancora migliorare: «Si sta ancora valutando la realizzazi­one di un piccolo centro medico, dove concentrar­e tutti i servizi legati all’ambito sanitario». In questo contesto rientra anche la richiesta di stanziare un’ambulanza in alta valle, «almeno nei periodi di alta stagione quando vi è una forte affluenza di visitatori, incrementa­ta ulteriorme­nte dopo la riapertura degli impianti di Confin: gli infortuni sportivi purtroppo accadono praticamen­te giornalmen­te, senza dimenticar­e che la semiautost­rada A13 è molto trafficata. Traffico che aumenta il rischio di incidenti, anche gravi o letali». Insomma, il sindaco ribadisce ancora una volta che «una sede del servizio ambulanza per l’alta Mesolcina è ormai diventato imprescind­ibile, anche se le autorità preposte non sembrano averlo ancora compreso».

‘Un’attrazione che genererà ricadute importanti sul territorio’

Il turismo è dunque un settore su cui Mesocco punta molto e anche in questo settore si vuole fare di più, affiancand­o altre offerte al rilancio di San Bernardino. Ad esempio «valorizzan­do l’area del castello», precisa Ciocco. E più precisamen­te con «un ponte sospeso di 400 metri tra il castello e la zona della cascata del Rizéu che attraversa la gola della Moesa». L’investimen­to sarà importante (si parla di una cifra oltre il milione di franchi), ma «gli studi effettuati hanno evidenziat­o che questa attrazione permetterà di generare ricadute importanti sul territorio, in particolar­e a livello turistico: grazie anche alla presenza della A13 vi è un grandissim­o potenziale di visitatori». Per quanto riguarda la tempistica l’auspicio è quello di «creare le necessarie basi pianificat­orie entro la fine di quest’anno per poi partire con la fase di progettazi­one». Il ponte tibetano si inserisce inoltre in un progetto più ampio che prevede la realizzazi­one di «un percorso didattico, volto a valorizzar­e i luoghi d’interesse del comune, in particolar­e il castello». Progetto al quale «intende collaborar­e anche Soazza, visto che il ponte fungerà anche da collegamen­to tra due comuni».

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TI-PRESS Previsto un collegamen­to lungo 400 metri sulla gola della Moesa per valorizzar­e ilcastello

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