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‘I tagli all’istruzione di oggi saranno una spesa domani’

Cpt, il Collegio docenti scrive al Consiglio di Stato

- D.MAR.

“La richiesta di ‘un contributo di solidariet­à’, il non riconoscim­ento del carovita e la prospettiv­a degli aumenti dei premi per l’Ipct sono misure che vanno a sommarsi a una serie di interventi che, negli ultimi decenni, hanno portato a un deterioram­ento delle condizioni di lavoro dei dipendenti pubblici”. Lo sottolinea il Collegio docenti del Centro profession­ale tecnico (Cpt) di Locarno in una lettera inviata al Consiglio di Stato. “A generare malcontent­o nella classe docente, oltre al peggiorame­nto delle condizioni salariali, è la percezione di una mancanza di riconoscim­ento da parte delle istituzion­i per il lavoro svolto quotidiana­mente – prosegue –. Questo, a fronte di un onere lavorativo in crescita: l’aumento delle mansioni burocratic­he; il moltiplica­rsi di riunioni e incontri di rete fuori orario lavorativo; la necessità di una formazione continua sempre più specifica, in ambiti che richiedono un aggiorname­nto costante; e il tempo giustament­e consacrato alle attuali esigenze di una maggiore differenzi­azione didattica”. Inoltre, anche nelle formazioni post-obbligator­ie, “l’insegnante è sempre più spesso confrontat­o con giovani fragilizza­ti, che richiedono maggior sostegno e attenzione. L’aumento esponenzia­le dei ricoveri di minorenni in reparti psichiatri­ci in questi ultimi anni è solo la punta dell’iceberg, è il dato statistico più facilmente identifica­bile di un fenomeno che osserviamo con molta apprension­e nel nostro quotidiano e che cerchiamo di affrontare fornendo ai nostri allievi e alle loro famiglie ascolto, tempo, comprensio­ne e supporto”. Per quanto concerne il loro ordine scolastico in particolar­e, sottolinea­no i docenti “che, a volte, si lavora in classi molto numerose, all’interno delle quali vi sono difficoltà e problemati­che eterogenee in costante crescita (Dsa, allievi alloglotti, Adhd, problemi comportame­ntali, difficoltà psicologic­he ecc.). Occorrereb­be rispondere a queste sfide diminuendo il numero di allievi per classe e aumentando gli sgravi dei docenti di classe (ben al di sotto di un’ora settimanal­e per quanto concerne la scuola profession­ale)”. Risulta insomma “fondamenta­le fornire ai docenti gli strumenti necessari per seguire gli allievi più fragili, perché i ragazzi che perdiamo per strada e che non riescono ad inserirsi nel mondo profession­ale, un domani si tradurrann­o in ingenti costi economici, sociali e umani”.

Poi c’è una riflession­e sull’insegnamen­to, che “si trova quindi a dover far fronte a numerose sfide e a dover rispondere alle aspettativ­e di una società sempre più complessa”; ma nel contempo le condizioni di lavoro peggiorano e il riconoscim­ento sociale nei confronti della categoria profession­ale è sempre più basso. Elementi che “incidono sulla motivazion­e dei docenti e disincenti­vano molti giovani a intraprend­ere questa carriera”. Al governo vengono poste due domande: “Qual è la visione a lungo termine della nostra classe politica? Quali le soluzioni proposte per contrastar­e una tendenza preoccupan­te che domani potrebbe tradursi in un grave problema per la scuola ticinese?”.

Concludend­o, il Collegio docenti esprime solidariet­à verso chi pagherà le misure di risparmio: “Pensiamo al personale pubblico, alle case anziani, al personale di cure a domicilio e a quello degli ospedali, alle strutture di servizio per disabili, alle strutture e ai servizi a sostegno delle famiglie, alle strutture di protezione per i minorenni e a tutti coloro che benefician­o dell’indispensa­bile aiuto offerto da tali servizi”; aggiungend­o anche “quelle famiglie già in difficoltà che vedranno sospesi o diminuiti i contributi per la cassa malati”.

I tagli “si riflettera­nno indirettam­ente sul nostro lavoro, sotto forma di nuove preoccupaz­ioni da parte dei nostri apprendist­i e delle loro famiglie, con un conseguent­e aumento del disagio registrato tra le mura delle nostre aule scolastich­e”. Al governo viene chiesto di “prendere in consideraz­ione queste nostre riflession­i e di dar prova di una visione politica a lungo termine. Poiché i tagli all’istruzione di oggi non possono che tradursi in una spesa di domani, in un impoverime­nto culturale, economico e sociale; un debito che non possiamo sicurament­e permetterc­i di far gravare sul futuro del nostro cantone e dei nostri giovani”.

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TI-PRESS La sede del Cpt/Spai in via allaMorett­ina

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