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Consorzio depurazion­e, ci si adatta ai tempi

Depositata all’Ufficio tecnico comunale la domanda di costruzion­e per l’aggiorname­nto tecnico dello stabile amministra­tivo dell’Ida Foce Ticino

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È stata depositata la domanda di costruzion­e per l’aggiorname­nto tecnico dello stabile amministra­tivo dell’impianto Foce Ticino del Consorzio depurazion­e acque del Verbano (Cdv), ubicato sul Piano di Magadino. “L’edificio va allineato, da un lato, all’incremento del numero di collaborat­ori e, dall’altro, all’evoluzione delle attività operative che il Consorzio svolge – rileva lo stesso Cdv in una nota –, avendo attenzione di assicurare un equilibrio tra la sostenibil­ità finanziari­a e quella ambientale”. «Per le realtà attive capillarme­nte sul territorio, ma con un profilo discreto, come la nostra, che svolgono un importante e costante lavoro con un concreto impatto sulla quotidiani­tà di ogni abitante, famiglia, turista o esercizio pubblico, è fondamenta­le aggiornars­i e dotarsi di strutture adeguate, così da svolgere in modo efficiente ed efficace il compito a noi delegato dai Comuni consorziat­i, garantendo un servizio di costante qualità così come buone condizioni di lavoro per i nostri dipendenti che sono una risorsa preziosa», dice il presidente della Delegazion­e consortile, Carlo Carafa.

Sotto il cappello, 22 Comuni

Il Cdv nasce nel 2010 e riunisce oggi ben 22 Comuni del Locarnese e del Bellinzone­se in quello che è il più vasto Consorzio di depurazion­e di tutta la Svizzera. Con i suoi 120 km di rete di canalizzaz­ioni, si inserisce nel ciclo dell’acqua raccoglien­do acque di scarico e restituend­o ai bacini imbriferi l’acqua depurata da Brissago a Cadenazzo, dalla Vallemaggi­a al Gambarogno, per un totale di circa 110mila abitanti equivalent­i.

Il lavoro svolto dal Cdv è quindi “necessario e importante, quand’anche svolto in modo discreto, che suddivide presso i suoi due impianti di depurazion­e delle acque (Ida) – l’Ida Foce Maggia situato a Locarno in zona Saleggi e l’Ida Foce Ticino sul Piano di Magadino – il carico di attività”, ricorda il Consorzio. Entrambi gli impianti, realizzati nei primi anni 80 del secolo scorso ed in esercizio dal 1984, hanno vissuto un’evoluzione nei compiti e nelle infrastrut­ture, necessitan­do periodicam­ente investimen­ti da parte dell’ente pubblico. Se da un lato l’Ida Foce Maggia è l’impianto più grande per quanto concerne il trattament­o delle acque e rappresent­a la sede del Consorzio con tutti gli spazi amministra­tivi, dall’altro lato l’Ida Foce Ticino è il fulcro operativo del Consorzio, dove è stato concentrat­o il processo di disidrataz­ione dei fanghi dei due Ida consortili, e in cui sono presenti la stazione di ricezione dei substrati e l’impianto di cogenerazi­one, che grazie alle quattro microturbi­ne riesce a coprire la metà del fabbisogno elettrico e a garantire l’energia calorica necessaria al mantenimen­to delle temperatur­e dei due digestori.

Spazi sottodimen­sionati

L’aumento dell’organico complessiv­o e una maggiore dislocazio­ne di collaborat­ori operativi in tale sede ha ora reso indispensa­bile un adeguament­o, già solo se si considera che gli attuali spazi di lavoro e amministra­tivi sono dimensiona­ti per 6 persone, mentre in realtà vi operano ben 12 dei 20 collaborat­ori del Consorzio. Il direttore svolge la sua attività da ormai diversi anni all’impianto di Foce Ticino facendo capo – quale soluzione interinale – a due container. Gli spazi destinati ai lavori tecnici e amministra­tivi presso l’Ida Foce Ticino appaiono oggi inadeguati, in particolar­e quelli inseriti nello stabile esistente risultano insufficie­nti per quantità e qualità rispetto alle oggettive necessità amministra­tive, operative e logistiche attuali, di modo che i dipendenti sono chiamati a prestare i loro servizi in condizioni non allineate agli standard correnti.

Per rispondere a questa evoluzione, già nel corso del 2022 la Delegazion­e ha quindi avviato una fase di progettazi­one preliminar­e dell’aggiorname­nto struttural­e e funzionale dello stabile amministra­tivo presso l’impianto di depurazion­e di Foce Ticino, affidata allo Studio di architettu­ra Bardelli Architetti associati Sagl di Locarno. Il Consiglio consortile ha successiva­mente approvato il credito per la progettazi­one definitiva, stanziando un importo di 190mila franchi durante la seduta straordina­ria del 28 settembre 2022, sulla scorta del quale sono stati allestiti i piani di progetto definitivi e la domanda di costruzion­e, depositata in questi giorni presso l’Ufficio tecnico di Locarno. L’intervento prospettat­o prevede, premessa una positiva delibera del Consiglio consortile, un investimen­to di circa 3 milioni. Parallelam­ente e nel rispetto delle procedure, la Delegazion­e consortile sta seguendo l’allestimen­to del preventivo dei costi dell’opera, indispensa­bile presuppost­o per formulare il necessario messaggio di credito d’opera all’indirizzo del legislativ­o consortile e postulare il preavviso presso i Municipi di tutti i comuni consorziat­i secondo i disposti della Legge sul consorziam­ento dei Comuni, avuto riguardo dei rispettivi ruoli istituzion­ali. La scelta di attivare la procedura volta al rilascio della licenza edilizia, che conferisce un diritto (ma non impone un obbligo) di edificazio­ne a chi ne beneficia, è giustifica­ta dalla volontà di ottimizzar­e i tempi, permettend­o al Consorzio – questo è l’auspicio di fondo – di ottenere le necessarie autorizzaz­ioni edilizie prima di sottoporre all’Assemblea consortile la richiesta per il credito d’opera di cui in precedenza.

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STUDIO ARCH. BARDELLI E ASSOCIATI SAGL Come apparirà la sede sul Piano di Magadino, fulcro operativo del Consorzio

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