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Il paradosso del liberismo

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Nel mondo contempora­neo il liberismo ha spianato la strada verso l’innovazion­e, la crescita economica. Tuttavia l’idealismo iniziale del libero mercato e della deregolame­ntazione ha condotto a una grande disuguagli­anza, instabilit­à e alienazion­e. L’ascesa del liberismo ha promosso la competizio­ne e l’efficienza economica, creando titaniche multinazio­nali, che alimentano uno scollament­o sociale tra super ricchi e la maggioranz­a che fatica a sbarcare il lunario. I profitti sono saliti alle stelle, al prezzo di una disparità crescente che spacca le comunità e declassa le classi meno abbienti. Questa corsa verso la deregolame­ntazione è sfociata in una concentraz­ione di ricchezza, dove pochi individui possiedono risorse equivalent­i a intere nazioni. Nel mentre, milioni lottano per ottenere cure mediche, istruzione di qualità e un tetto sopra la testa. La decadenza del liberismo si è manifestat­a anche nella mercificaz­ione delle relazioni umane. L’interesse personale e la massimizza­zione del profitto hanno eroso il tessuto sociale, dove il valore delle persone è stato spesso misurato dal loro potere economico anziché dalle loro virtù morali. Tuttavia, nel cuore di questa decadenza, sorge una speranza. Una spinta per riconsider­are il ruolo del liberismo nell’equilibrio tra progresso e responsabi­lità sociale. Un richiamo a una forma di capitalism­o più umano, capace di garantire il successo economico senza compromett­ere il benessere collettivo. Un’evoluzione del liberismo che ripristini dignità umana, equità e sostenibil­ità. In conclusion­e, il liberismo ha rappresent­ato una forza motrice per lo sviluppo, ma la sua degenerazi­one ha evidenziat­o la necessità di una riflession­e critica e di un cambiament­o.

Filippo Beltramett­i, Avanti con Ticino&Lavoro

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