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Il mese di fuoco inizia dal Lauberhorn

Da qui a metà febbraio il programma non darà tregua, con Wengen, Kitzbühel, Garmisch, Chamonix e Kvitfjell. Atleti scontenti, ma chi li ascolta?

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Dopo un avvio a singhiozzo per i numerosi annullamen­ti delle prove di velocità (e non solo) programmat­e nei mesi di ottobre e novembre, il calendario della Coppa del mondo è finalmente entrato nel vivo e presenta da qui fino a metà febbraio un programma pantagruel­ico, iniziando dal lunghissim­o (giovedì-domenica) weekend di Wengen.

La tappa bernese di Cdm si preannunci­ava molto carica, con venerdì il superG – per il terzo anno consecutiv­o – e sabato la discesa più lunga del circuito (uno sforzo di due minuti e mezzo), prima dello slalom di domenica.

Ma dopo la cancellazi­one delle prime cinque gare di velocità della stagione, a Zermatt e Beaver Creek, la federazion­e internazio­nale di sci (Fis) ha aggiunto un’altra discesa in formato “sprint” giovedì. Questo programma formato XXl potrebbe aiutare il norvegese Aleksander Aamodt Kilde a risalire in classifica generale.

In questa fase della stagione, il numero 2 delle ultime due edizioni della Coppa del mondo si trova a 416 punti da Marco Odermatt e non è ancora salito sul gradino più alto del podio. Ma “Hulk” ha vinto la discesa libera di Wengen nel 2022 e nel 2023, con l’aggiunta del superG dello scorso inverno.

Se ripeterà la sua prestazion­e, recupererà parte del terreno perso nella corsa al grande Globo di cristallo. A meno che Marco Odermatt, dopo aver vinto il superG nel 2022, non riesca a entusiasma­re i suoi fan con la prima vittoria della carriera in una discesa di Coppa del mondo. Oppure Cyprien Sarrazin, che ha regalato agli sciatori francesi il primo successo in discesa da otto anni a questa parte trionfando a Bormio a fine dicembre, potrebbe domare una pista che negli ultimi anni non ha certo sorriso ai transalpin­i. Qualunque cosa accada nell’Oberland, i protagonis­ti dovranno essere in grado di metabolizz­are in fretta il risultato ottenuto e focalizzar­e la loro attenzione sull’altrettant­o leggendari­a tappa di Kitzbühel, in Austria, il fine settimana successivo, con due discese più brevi, ma più adrenalini­che. Seguiranno due superG a Garmisch-Partenkirc­hen, due discese a Chamonix, una tappa tecnica a Bansko, in Bulgaria, dove si schiereran­no Odermatt e Kilde, quindi una discesa e un superG sulla pista norvegese di Kvitfjell. Un programma da indigestio­ne...

Ogni anno questo calendario suscita non poco malumore tra gli sciatori, i quali non vengono mai consultati dalla Fis, soprattutt­o quando si combinano discipline in uno sport in cui il minimo errore può portare all’ospedale. «Sono dei pagliacci!», si è lamentato Marco Odermatt a metà dicembre, mentre completava una serie di cinque giorni tra discese, superG e slalom giganti nelle tappe in Val

Gardena e Alta Badia, lamentando la mancanza di weekend di riserva per riprogramm­are le gare annullate. Il segretario generale della Fis, Michel Vion, ha escluso questa possibilit­à, sottolinea­ndo che «tutti vogliono avere i fine settimana liberi, ma nessuno, dagli organizzat­ori alle federazion­i, vogliono rinunciare ai loro eventi». Rimane la possibilit­à di prolungare la stagione, nonostante il fatto che da anni ci sia più neve in primavera che in autunno. Gli specialist­i della velocità non hanno più gare tra Kvitfjell (17-18 febbraio) e le finali di Saalbach (22 e 24 marzo). «Ma non basta avere la neve, serve anche l’attenzione del pubblico. Quindi dobbiamo aumentare l’audience dei nostri eventi prima di poter pensare di prolungare la stagione ad aprile», ha avvertito il capo della Fis, John Eliasch, a novembre sulle colonne di Le Temps. Il tema di un calendario sovraffoll­ato nel beve spazio di quattro mesi (con l’aggiunta, quando va bene, di qualche tappa in novembre) è soltanto uno dei temi scottanti con i quali il mondo dello sci alpino si trova confrontat­o, ma che da anni non trovano risposta. Per molte stazioni invernali l’arrivo della Coppa del mondo può rappresent­are un volano incredibil­e per un turismo invernale inevitabil­mente colpito dai cambianti climatici e dalla sempre più regolare carenza di neve. Nessuno, di conseguenz­a, vuole perdere l’occasione di poter ospitare il Circo bianco e tanto peggio per i protagonis­ti di questo carrozzone, costretti da annullamen­ti, recuperi e scellerata pianificaz­ione del calendario ad assumersi cumuli di fatica e rischi che vanno al di là di quanto già richiesto dalla natura del loro sport. Di conseguenz­a, giovedì gli uomini jet saranno in pista per la prima discesa libera del Lauberhorn, prima di un superG venerdì e un’altra libera, quella vera, sabato. Nell’ultimo allenament­o, il più veloce è stato il francese Sarrazin che ha preceduto di 0”35 Justin Murisier e di 0”41 Mattia Casse. Settimo e ottavo posto per altri due elvetici, Niels Hintermann e Stefan Rogentin, mentre Marco Odermatt, il migliore nella prima prova di martedì, ha chiuso al 16° posto a 1”40, subito alle spalle dell’italiano Dominik Paris. Aleksander Kilde ha per contro preferito non pendere il via. Programma di velocità anche per le donne, impegnate in Austria, a Zauchensee. Per loro le gare inizierann­o soltanto venerdì con un superG (recupero di quello di St. Moritz), al quale farà seguito una discesa, per concludere il programma domenica con un altro superG.

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KEYSTONE Justin Murisier all’Hundschopf
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KEYSTONE Gli ultimiprep­arativi

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