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Racioppi, quando un errore ti taglia l’erba sotto i piedi

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Compiere la parata che vale 20 milioni di franchi non ti garantisce l’immunità. Anthony Racioppi lo ha sperimenta­to all’inizio dell’anno con la perdita della titolarità tra i pali dello Young Boys. Mercoledì, Raphaël Wicky gli ha comunicato che d’ora in poi garantirà la sua fiducia a David von Ballmoos, il titolare che Racioppi ha sostituito per molti mesi prima di essere nominato numero uno indiscusso lo scorso settembre. Tuttavia, la “sfortuna” del venticinqu­enne è stata quella di relegare in panchina una delle icone del club giallonero, l’unico giocatore insieme a Jean-Pierre Nsame ad aver vinto tutti e cinque i titoli dal 2018. A ventinove anni, David von Ballmoos non aveva intenzione di arrendersi e il suo agente Gaetano Giallanza, ex compagno di squadra di Raphaël Wicky al Sion nella stagione 1995/1996, è riuscito a orchestrar­e una campagna piuttosto “muscolare” da parte dei tabloid, e Von Ballmoos è tornato in auge a inizio dicembre per giocare le ultime quattro partite dell’anno. La scelta di Raphaël Wicky deve essere stata motivata da una certa insicurezz­a espressa da Racioppi nel gioco con i piedi. Tuttavia, Thierry Barnerat, analista video di Thibaut Courtois, che lavora con Racioppi con l’approvazio­ne del club, non digerisce la scelta: «Chi vuole uccidere il proprio cane lo accusa di avere la rabbia», dice l’uomo che è considerat­o uno dei maggiori esperti europei di portieri.

«Anthony ha perso solo una palla, che gli è costata un gol, a Zurigo il 25 novembre. Per me, la decisione di non concedergl­i il posto da titolare è uno scandalo – ha commentato Barnerat –. Ho rivisto le sue partite di questa stagione. A mio avviso, a 25 anni, è una delle maggiori speranze della Svizzera in questo ruolo, se non la migliore. Anche davanti a Philipp Köhn, prima scelta a Monaco. Due dei suoi maggiori punti di forza sono l’esplosivit­à e la flessibili­tà». Caratteris­tiche che gli hanno garantito due presenze in Nazionale lo scorso autunno. «A Berna – prosegue Barnerat – ha compiuto enormi progressi tattici sotto la guida di Christoph Born, l’allenatore dei portieri. Ora è diventato un portiere di prima classe, senza dubbio il migliore della Super League. In Champions si è dimostrato pronto soprattutt­o dal profilo mentale: è stato decisivo in ogni partita, aiutando la squadra a rimanere in partita o a vincere. Nessuno può dimenticar­e la sua straordina­ria parata, del valore di 20 milioni di franchi, all’inizio del secondo tempo dello spareggio contro il Maccabi Haifa. L’unico errore che ha commesso è stato non aver coperto a sufficienz­a il primo palo in occasione del 2-2 della Stella Rossa a Belgrado».

Secondo Barnerat, Racioppi è in grado di fornire il suo apporto alla costruzion­e della manovra offensiva. «Come Ederson, Ter Stegen o Alisson, si prende dei rischi con le sue ripartenze. Ma tutti i portieri del mondo possono recitare qualche mea culpa per errori commessi in questa fase del gioco. Contro il Manchester City ha affrontato brillantem­ente la pressione degli avversari. L’immagine di Josep Guardiola che si mette le mani nei capelli dopo un passaggio di Anthony da quarantaci­nque metri mi rimarrà impressa per molto tempo». Resta il fatto che i suoi tre rilanci sbagliati nel giro di otto giorni contro Zurigo, Stella Rossa e Servette pesano sulla bilancia. «Ho guardato anche le partite di Von Ballmoos e non l’ho mai visto provare passaggi nei suoi 25 metri e contro il pressing avversario. Mai un solo passaggio corto. Von Ballmoos è un calcolator­e, uno stratega. Racioppi, invece, gioca in modo più autentico. Sono caratteris­tiche molto diverse, è vero, ma che li rendono più forti».

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