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Palazzo di Giustizia, lo stop Udc imbarazza

La frenata sull’acquisto dello stabile di proprietà della Efg appare una posizione divergente con quelle del sindaco e di tutto il Municipio di Lugano

- di Mirko Sebastiani e Alfonso Reggiani

«È chiaro che non sarebbe bellissimo andare alle elezioni con la lista unica, se a livello cantonale Lega e Udc lanciano il referendum finanziari­o». Si è espresso in questi termini, contattato dalla ‘ Regione’, il sindaco di Lugano Michele Foletti, in merito alla ‘frenata’ da parte della sezione cantonale dei democentri­sti all’acquisto dello stabile Efg, per trasformar­lo nella ‘Città della giustizia’. Una frenata che potrebbe rivelarsi un boomerang, in chiave elezioni comunali a Lugano, alla luce della posizione favorevole manifestat­a a più rispese dal Municipio cittadino. Da Palazzo Civico sono sempre emerse voci positive e compatte, malgrado da via Monte Boglia sia stata evocata la possibilit­à di referendum.

L’ultima puntata della telenovela

Sul tema, da tempo la politica cantonale avrebbe dovuto esprimersi e arrivarne a una. L’ultima puntata di quella che appare come una telenovela è la recente posizione dell’Udc, che durante la seduta della Commission­e della Gestione e delle finanze del Gran Consiglio di martedì, ha chiesto di ‘congelare’ temporanea­mente la questione, fino a quando non vi saranno certezze sul Preventivo 2024. In casa democentri­sta, insomma, si temporeggi­a e questo potrebbe generare un certo imbarazzo in vista delle elezioni comunali del prossimo aprile, dal momento che sia il sindaco, che il municipale democentri­sta Tiziano Galeazzi, hanno da sempre supportato il progetto. A dirla tutta, finora, la questione della ‘Città della giustizia’ non pare abbia ricevuto quell’attenzione che meriterebb­e in questa campagna elettorale, nonostante lo stato decadente in cui versa da anni lo stabile tra via Pretorio e via Bossi. «Mantenere il Palazzo di giustizia a Lugano è sicurament­e importante per la Città – ha ribadito Foletti –, e abbiamo previsto delle riunioni con l’Udc proprio per discuterne e cercare di trovare una soluzione». Già. Le posizioni appaiono divergenti.

Un municipale tra due fuochi

Dal canto suo, il municipale Udc Tiziano Galeazzi si limita a ribadire che «al momento, la situazione resta fluida, nel senso che non c’è ancora una convergenz­a di tutto il gruppo, perché non ne abbiamo ancora discusso di fino». Stesso discorso rispetto alla possibilit­à di ricorrere al referendum finanziari­o obbligator­io, che non è ancora stato deciso. Tuttavia, Galeazzi si trova tra due fuochi, nella doppia veste di rappresent­ante dell’esecutivo di Lugano e di deputato Udc in Gran Consiglio: «Come municipale della città mi sono già espresso più volte a favore, perché tutto il Municipio ritiene importante che la giustizia continui ad avere la sua sede a Lugano e porterò queste motivazion­i quando il gruppo parlamenta­re ne discuterà». Galeazzi, in qualità di membro della Commission­e della gestione e delle finanze del Gran Consiglio, sottolinea pure che «forse si sarebbe potuto strappare un prezzo migliore dei 76 milioni di franchi, quello a cui siamo arrivati mi sembra ancora un po’ troppo elevato. Le modifiche delle ultime settimane, con lo sconto e il ridimensio­namento dei costi di rinnovamen­to, sicurament­e hanno contribuit­o a mandare avanti il dossier». Che, però, il gruppo Udc (o la sua maggioranz­a) vorrebbe congelare.

Galeazzi: ‘Stiamo alla finestra’

D’altra parte, continua Galeazzi «il comunicato preparato da Piero Marchesi e Sergio Morisoli ci può stare, perché noi il Preventivo 2024 non lo firmeremo, vedremo cosa emergerà dai partiti di governo. Fondamenta­lmente, questo credito per l’acquisto dello stabile di proprietà di Efg lo congeliamo come abbiamo fatto con quello per le manutenzio­ni delle strade, sempliceme­nte perché c’è grossa confusione nel

Preventivo 2024 e noi restiamo alla finestra». Queste spese ingenti non ci volevano in questo momenti di ristrettez­ze finanziari­e a livello cantonale. Non è un segreto, però, che alcuni rappresent­anti del gruppo Udc in Gran Consiglio non siano d’accordo con l’operazione ‘Città della giustizia’ e sarebbero propensi a votare contro. E questo, evidenteme­nte, metterebbe in difficoltà, non solo Galeazzi, ma anche gli altri candidati in quota Udc (come la possibile presenza del presidente nazionale uscente Marco Chiesa), nella lista unica con la Lega, per il Municipio alle prossime elezioni comunali di aprile.

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TI-PRESS Foletti perplesso, Galeazzi pure. Sullo sfondo l’edificio che il Cantone vorrebbe acquistare per 76 milioni di franchi
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