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‘Se cadono i progetti ne risente pure il Ticino’

L’Automobile club svizzero sostiene il potenziame­nto autostrada­le. Gianini: ‘Passasse il referendum il collegamen­to A2-A13 sarebbe in discussion­e’

- di Giacomo Agosta

«L’eventuale bocciatura del credito nazionale destinato a sei progetti di ammodernam­ento della rete autostrada­le avrebbe conseguenz­e anche in Ticino. Conseguenz­e decisament­e negative». A lanciare l’avvertimen­to, dopo che giovedì a Berna sono state consegnate 100mila firme per il referendum contro il credito di oltre 5 miliardi per il potenziame­nto della rete stradale, è Simone Gianini, consiglier­e nazionale e presidente della sezione ticinese dell’Automobile club svizzero (Acs). «Se il referendum venisse approvato i sei progetti previsti in Svizzera interna, peraltro previsti da qui al 2040, verrebbero procrastin­ati. È quindi facile credere che anche quelli successivi, che toccano pure il nostro cantone, a cascata ne risentireb­bero». Uno su tutti: «Il collegamen­to A2-A13. Non è difficile immaginare che se dovesse passare questo referendum, sarebbe ancora più difficile, per non dire impossibil­e, ottenere il favore del parlamento federale e dei rappresent­anti dei cantoni d’Oltralpe alla sua realizzazi­one. Ci sarebbe il rischio di un congelamen­to ‘sine die’». Per Gianini, un eventuale ‘no’ alle urne «avrebbe quindi un effetto perverso per il Ticino e il Locarnese in particolar­e, che è l’unico agglomerat­o svizzero non collegato alla rete autostrada­le. Un progetto – precisa il presidente dell’Acs Ticino – sul quale c’è un ampio sostegno, anche da parte di associazio­ni ambientali­ste».

‘Serve una buona fluidità per tutte le tipologie di trasporto’

Quello sul quale andremo a votare, precisa il consiglier­e nazionale del Plr, «non è la costruzion­e di nuove autostrade, ma interventi per migliorare tratti altamente problemati­ci». I sei progetti, afferma l’Acs, riguardano in totale i 53 chilometri di autostrada sui 2’259 presenti in Svizzera. «Si tratta di andare a intervenir­e su situazioni di ‘strozzatur­a’ che creano oggi problemi di traffico e di mobilità generale. Se l’autostrada è intasata il traffico si riversa sulle adiacenti strade cantonali e comunali, con un peggiorame­nto considerev­ole della qualità di vita per chi abita in queste zone. Un problema che in Ticino conosciamo bene nel Mendrisiot­to. Questi interventi aiuterebbe­ro anche il trasporto ‘porta a porta’ delle merci, assorbito in gran parte dalla rete stradale nazionale». A proposito di traffico merci. «Sono ben d’accordo che quello transfront­aliero vada il più possibile portato sulla ferrovia. Il modello migliore è quello che vede sviluppars­i una mobilità integrata, dove strada e ferrovia vengono sviluppate di pari passo». Nel concreto: «I progetti oggi maturi e contestati con questo referendum si trovano nei pressi delle città dell’altipiano, dove il trasporto pubblico è già molto efficiente e utilizzato, anzi, nelle ore di punta risulta addirittur­a sovraffoll­ato e per il quale grandi investimen­ti sono già in corso o previsti. Serve quindi una buona fluidità per tutte le tipologie di trasporto».

‘La rete elvetica è ormai vetusta’

Autostrade che oggi assorbono il 40% del traffico nazionale, con la conseguenz­a di venir spesso sovraccari­cate. Nel 2022 sono state 35mila le ore di colonne registrate. «La nostra è una rete vetusta, che necessita di ammodernam­enti anche per poter sgravare le altre strade e fungere da base intermodal­e assieme alle infrastrut­ture per gli altri mezzi di trasporto, ferrovia in primis». Quella dei contrari è per Gianini «un’opposizion­e di principio. Non sembrano contestare tanto o solo i progetti specifici, ma il fatto di investire nella rete autostrada­le. Una visione che posso anche capire, ma che risulta però lesionista verso il sistema globale di mobilità nazionale». Aggiunge Gianini: «Fortunatam­ente il credito per questi sei progetti è stato diviso da quello per la manutenzio­ne della rete. Perché c’era chi era pronto a opporsi anche al pacchetto completo, con le conseguenz­e facilmente immaginabi­li in termini di sicurezza e affidabili­tà della nostra rete nazionale».

‘Questa non è la... strada giusta’

Il Parlamento federale, va ricordato, ha approvato in totale sei progetti, fra i quali l’allargamen­to a tre corsie per direzione dell’asse Le Vengeron (Ge) -

Coppet (Vd) - Nyon (Vd), per una lunghezza di 19 km, o ancora l’allargamen­to della tratta Wankdorf-Schönbühl (Be), che verrebbe portata a otto corsie totali. A opporsi al credito, e quindi alla realizzazi­one dei lavori, è l’alleanza ‘Stop alla follia autostrada­le’ guidata dall’Associazio­ne traffico e ambiente e da actif-trafiC. L’alleanza comprende 29 fra organizzaz­ioni, associazio­ni e partiti, fra i quali i Verdi, il Ps e i Verdi liberali. Secondo i referendis­ti l’investimen­to nella strada non è la via da seguire. “Bisogna cambiare i comportame­nti di mobilità a favore del lavoro da casa, degli spostament­i a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici; è la strada da seguire”.

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TI-PRESS Giovedì sono state consegnate 100mila firme, la parola passa alpopolo

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