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Il sorriso torna grazie ai rigori: ‘Giù il cappello’

Il Lugano trova i primi punti del 2024 superando il Bienne in un incontro molto equilibrat­o. Schlegel: ‘Potevamo chiuderlo prima, ma anche perderlo’

- di Valdo Baumer e Daniele Neri

Lugano – Quando le cose vanno male è difficile invertire la rotta, mentre quando vanno bene è più facile cavalcare l’onda positiva. Alla luce di questo assunto, anche banale, la vittoria di un Lugano reduce da tre sconfitte consecutiv­e contro il Bienne, che nelle ultime sei partite viaggiava alla media di due punti, assume ancor più valore. Bianconeri e Seeländer danno vita a un incontro equilibrat­issimo, la cui conclusion­e ai rigori non fa una grinza. Due volte in vantaggio grazie ad Arcobello il Lugano si fa raggiunger­e prima da Künzle e poi da Lööv e deve poi stringere i denti in un terzo tempo in cui gli ospiti fanno grande possesso e concludono in porta tredici volte contro tre, senza sfruttare due superiorit­à numeriche. Nel finale di periodo e nel supplement­are sono invece i padroni di casa a non sfruttare due powerplay. Solo ai rigori la differenza è netta con quattro realizzazi­oni su cinque del Lugano (a segno Arcobello, Ruotsalain­en, Fazzini e Joly) rispetto al due su quattro (Brunner e Kessler) biennese. Pure in parità, tanto per gradire, il computo dei ferri, colpiti prima da Olofsson e poi da Arcobello. Un altro merito è stato evitare che i bernesi potessero condurre nel punteggio: «È stata una partita strana, l’abbiamo vinta grazie a un buon collettivo e alle doti dei nostri rigoristi: giù il cappello a loro – riassume il portiere Niklas Schlegel –. In allenament­o mi fanno diventare matto, ma ieri queste reti ci hanno garantito due punti importanti per la classifica. Avremmo però potuto e dovuto chiudere prima la contesa, penso alle possibilit­à che abbiamo avuto nell’overtime in powerplay, ma siamo anche andati vicino a perdere. Abbiamo commesso qualche errore di troppo, soprattutt­o nella nostra zona difensiva, che sarebbero potuti costare carissimo. Abbiamo veramente rischiato troppo».

Il suo rientro dopo l’assenza per malattia si è rivelato fondamenta­le. Ci ha provato anche Andersson, ma il dolore gli ha fatto alzare bandiera bianca a inizio terzo tempo. «La mia prestazion­e? Posso essere contento, avremmo potuto veramente pagare a caro prezzo questi nostri errori. Compliment­i al Bienne, un valido antagonist­a, molto veloce e bravo in ripartenza. Ha anche tirato bene i rigori, ma non abbastanza per batterci». La grande curiosità era però rivolta al debutto di Mario Kempe: il centro svedese non si è visto molto (al pari dei suoi compagni di linea Fazzini e Ruotsalain­en), ma quando si è ritrovato con il disco sul bastone lo ha sempre gestito con lucidità e pulizia, ricevendo in cambio da Gianinazzi spazio nelle unità speciali, mentre la percentual­e di ingaggi vinti si attesta su un basso 38,5%. Particolar­mente riuscita invece la prova della quarta linea, più volte pericolosa, in particolar­e grazie all’ottimo lavoro di Verboon. Ovviamente promossa a pieni voti la seconda linea, mentre la prima è stata meno efficace del solito, con Thürkauf comunque onnipresen­te come sempre, mentre Joly ha faticato a unire la concretezz­a al solito estro e Morini appare in un ruolo non adatto alle sue caratteris­tiche.

Il primo successo del 2024 è cosa fatta e questo è l’aspetto più importante. La truppa di Gianinazzi può dunque intraprend­ere l’odierna trasferta verso Rapperswil con rinnovata serenità, ora si tratta di confermare le belle sensazioni.

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TI-PRESS/GIANINAZZI La finta con cui Joly mette a sedere Van Pottelberg­he e conclude lacontesa

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