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Disentis-Altdorf, il tour medievale approda a nord delle Alpi

- ANTONIO FERRETTI

Aleksandr Suvorov. È attorno alla leggendari­a figura del generaliss­imo russo che ruota e s’avvita questa nostra non meno mitica attraversa­ta delle Alpi. Mitica perché ad Altdorf ci aspetta il nostro caro Guglielmo Tell. Di mezzo c’è l’Oberalp da scalare in una giornata di pioggia, ma cosa volete che sia? Niente, sempliceme­nte non pensare alla salita e alla pioggia, ma a Suvorov e a Napoleone, con un interrogat­ivo che ci frulla nella mente sin dalle prime pedalate: come mai in Ticino non c’è un monumento dedicato a Napoleone, al quale il nostro Cantone deve la sua esistenza, mentre Suvorov, che voleva cacciare i francesi dalla Repubblica elvetica riportando­ci alla sudditanza dei baliaggi, ha avuto l’onore di una statua sul San Gottardo e di un monumento-mausoleo presso il Ponte del Diavolo? Al drammatico scontro tra l’armata russa e quella francese ci arriveremo al km 31, appena usciti da Andermatt. Intanto i primi 15 chilometri di impercetti­bile ascesa scivolano via quasi senza accorgerce­ne. La salita inizia a farsi dura solo a Tschamut, quando mancano 5 chilometri al culmine del passo. I dolci tornanti finali permettono di guardare all’insù verso il Lago Toma, dove inizia a sgorgare il Reno anteriore che si congiunger­à poi con quello posteriore a Reichenau. Arrivati alla sommità del valico ci imbattiamo in una bizzarra torre bianca e rossa fuoriluogo a 2’000 metri di quota: è la riproduzio­ne del faro Hoek van Holland, fino al 1970 posto alla foce del Reno a Rotterdam. Un faro alla sorgente, un faro alla foce e il cerchio si chiude. Annotiamo e proseguiam­o. Costeggiam­o il laghetto artificial­e poi ci infiliamo in una lunga galleria ben illuminata, quasi rettilinea, velocizzan­do l’arrivo sul Ponte del Diavolo. Prima di scendere sullo storico ponticello ammiriamo gli affreschi che ricordano la cruenta battaglia (5’000 morti) avvenuta qui nel settembre 1799. Suvorov riportò un successo più che altro strategico, ma servì a poco, perché non riuscì a congiunger­si con l’altra parte dell’esercito russo, così le truppe napoleonic­he rimasero padrone della Svizzera. Poi ecco l’enorme monumento con scritte in cirillico dedicato all’impresa del generale russo e ai suoi numerosi soldati caduti nella battaglia. Fu realizzato nel 1899, quando in Svizzera Suvorov veniva ricordato come un liberatore dall’occupazion­e francese. “Mentre da noi – è l’opinione dello storico Maurizio Binaghi – Napoleone era malvisto perché considerat­o l’affossator­e della Rivoluzion­e. Gli svizzeri poi volevano privilegia­re il fatto di aver scelto loro il loro sistema politico e non di esserselo fatto imporre dai francesi. In più i russi dal 1815 erano garanti della neutralità svizzera, quindi andavano tenuti in consideraz­ione”. Bene, risolto l’interrogat­ivo e chiuso il cerchio, ma non la nostra tappa. Uscendo da Göschenen giriamo attorno al famoso Sasso del Diavolo, l’enorme masso erratico alto 12 metri che si dice scagliato quaggiù dal diavolo infuriato per essere stato ingannato nella costruzion­e del ponte, ma ormai siamo in fondo alla discesa, una bella ciclabile sulla sponda sinistra della Reuss ci accompagna velocement­e fino alla piazza centrale di Altdorf, dove troneggia il monumento del nostro caro e amato Guglielmo Tell.

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