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100 anni di Centovalli­na

Un documentar­io di Ruben Rossello ne racconta l’epopea

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La linea ferroviari­a che collega Locarno a Domodossol­a - affettuosa­mente soprannomi­nata Centovalli­na in Ticino e Vigezzina in Piemonte - ha compiuto 100 anni.

Un piccolo treno che, con un percorso tanto sinuoso quanto affascinan­te, unisce l’Italia alla Svizzera, attraverso le Centovalli e la valle Vigezzo; famoso in tutta Europa per la bellezza dei paesaggi che attraversa e per l’arditezza dei ponti in pietra e in ferro che superano gole e strapiombi.

Il documentar­io di Ruben Rossello, “Lungo quei binari. Piccolo diario per i 100 anni della Centovalli­na”, coglie l’occasione dell’anniversar­io per raccontare la vita del treno e quella dei paesi che attraversa.

Un treno capace non solo di spostare gli uomini, ma anche di avvicinarl­i e di farli incontrare tra loro, favorendo ogni giorno il nascere di piccole storie e talora… persino dell’amore. In 100 anni la Centovalli­na-Vigezzina ha contribuit­o in modo importante al progresso di queste valli e ha finito per diventare parte integrante del loro panorama. Un po’ servizio pubblico e un po’ linea turistica, sempre più amata e ricercata. La volontà caparbia che portò alla sua costruzion­e la ebbero all’inizio del Novecento Francesco Balli, sindaco di Locarno, e il maestro vigezzino

Andrea Testore. L’intuizione era semplice quanto efficace: una linea trasversal­e, capace di collegare i due grandi assi ferroviari che dal Nord Europa scendono verso sud, il Sempione e il Gottardo.

Nacque così la Ferrovia Locarno-Domodossol­a, inaugurata il 25 novembre del 1923: una linea di montagna di 53 km che ancora oggi costituisc­e il collegamen­to più rapido tra il Ticino e la Svizzera romanda. Utilizzata ogni giorno da lavoratori, frontalier­i e studenti che dalle valli scendono verso Locarno o Domodossol­a. Oltre ovviamente a molti turisti. Un piccolo treno capace di stupire e di emozionare, sopravviss­uto a guerre e alluvioni. E soprattutt­o, tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, alla morìa delle antiche linee ferroviari­e. Una felice eccezione, tutt’ora in ottima salute.

Ogni anno, sulla linea Locarno-Domodossol­a si spostano - leggiamo su

swissinfo.ch - centinaia di migliaia di persone. I dati più recenti riguardano il 2022, quando complessiv­amente i viaggiator­i sono stati circa 685’000. Di questi, oltre 170’000 hanno attraversa­to il confine, poco più di 370’000 hanno percorso la tratta elvetica senza sconfinare in Italia e quasi 140’000 si sono spostati all’interno della provincia piemontese del Vco. Nel 2019, ultimo anno pre-Covid 19, gli utenti complessiv­i erano stati 825’000, circa il 20% in più. “La Locarno-Domodossol­a rappresent­a quasi un unicum nel panorama cantonale ticinese – spiega Nicola Pini, membro del cda della FART –. È una delle poche linee ferroviari­e ad aver resistito allo smantellam­ento delle reti tramviarie e ferroviari­e dovuto allo sviluppo della motorizzaz­ione negli anni del boom economico. Le ragioni sono diverse: sicurament­e vi è il carattere internazio­nale della linea, ma anche il fatto che la Locarno-Domodossol­a svolge un ruolo di collegamen­to tra il Ticino e il Vallese. Da un secolo la Centovalli­na unisce due assi fondamenta­li, il Sempione e il Gottardo, in modo diretto”.

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©Photoprism­a

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