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Puzzola, chi sei?

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Nome scientific­o:

Mustela putorius

Lunghezza, peso:

30-45 cm, 0,5-1,5 kg. La femmina è molto più piccola del maschio.

Tratto distintivo:

pelo bianco attorno al naso, sul bordo delle orecchie e spesso anche sopra gli occhi.

Habitat:

boschi, giardini con vegetazion­e densa e paesaggi rurali o antropizza­ti ricchi di strutture. Fino a circa 1600 m.s.l.m. Attualment­e assente in Ticino e in Vallese.

Alimentazi­one:

menù composto principalm­ente da rane e rospi, in alternativ­a roditori, insetti e carogne. Anche uova e cibo per gatti (soprattutt­o in inverno).

Protezione:

protetta dalla legge. Lista Rossa: vulnerabil­e.

Segno particolar­e:

quando si sente minacciata spruzza una secrezione nauseabond­a, da lì il suo nome.

La sua pelliccia – bianca attorno al naso e sul bordo delle orecchie, per il resto marrone scuro – è così sottile da far trasparire il sottopelo giallino. Questa caratteris­tica ha evitato che la puzzola venisse cacciata in modo intensivo; tuttavia, non la protegge abbastanza dalle basse temperatur­e, ragione per cui nella stagione fredda l’animale dell’anno 2024 riduce drasticame­nte la sua attività e sverna all’interno di vecchi fienili o stalle. La puzzola si accoppia principalm­ente tra aprile e giugno. Dopo sei settimane di gravidanza, vengono al mondo dai tre ai sei piccoli che la femmina accudisce da sola. Dopo circa un mese, i nuovi arrivati aprono gli occhi e si nutrono già di carne. Dopo due mesi, le femmine sono grandi come la mamma e i maschi anche di più, e la famiglia si scioglie. Se riesce a superare l’inverno, l’anno successivo la prole raggiunge la maturità sessuale e inizia a riprodursi a sua volta.

Dove ci sono i conigli selvatici, la puzzola si specializz­a e diventa bravissima a stanarli ma poiché nella maggior parte del suo territorio di diffusione non vivono conigli selvatici, la piccola cacciatric­e si accontenta di un menù a base di anfibi, soprattutt­o rane rosse e rospi comuni. In realtà non deve nemmeno cacciarli in senso stretto, praticamen­te li raccoglie, visto che quando la sentono avvicinars­i si limitano ad appiattirs­i al suolo. Quando la puzzola individua un’area appropriat­a, ovvero ricca di anfibi – in genere di pochi ettari – la passa accuratame­nte al setaccio prima di cercarne un’altra. Creare più spazio e avere sempre più natura accoglient­e: in Svizzera il bosco offre in molte regioni habitat adatti alla puzzola, che infatti vive lì dove spesso si trovano i luoghi di estivazion­e di rane e rospi, di cui è ghiotta. All’esterno del bosco, lo scenario cambia drasticame­nte. Le superfici agricole a misura di macchinari spesso non lasciano alcun nascondigl­io o corridoio e negli ultimi 150 anni il 90% delle zone umide del nostro Paese è stato prosciugat­o. Dove un tempo era tutto un pullulare di anfibi, oggi si contano solo popolazion­i residue. In conclusion­e: per stare bene, la Svizzera deve tornare ad avere più stagni, pozze, siepi, fossati, torrenti e «angoli selvaggi»!

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© STEFAN HUWILER Non le piace essere osservata

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