Marcel Dettling, il candidato che tutti aspettavano
Il 42enne rompe gli indugi: ha la presidenza in tasca
Ci aveva fatto un pensiero già nel 2020, quando l’Udc doveva sostituire il dimissionario Albert Rösti. Poi però aveva rinunciato. Per ragioni personali e professionali: i suoi tre figli, ancora in tenera età; e l’impegno nell’azienda agricola di famiglia, a Oberägeri (Svitto). Nel frattempo i figli sono cresciuti, in fattoria ci si è organizzati. E così l’agricoltore di montagna Marcel Dettling ha rotto gli indugi.
In un video pubblicato sabato sul sito web del ‘Blick’, il consigliere nazionale 42enne ha fatto sapere – dopo settimane di riflessione – che «la decisione è presa»: è candidato alla successione del ‘cittadino’ Marco Chiesa alla presidenza dell’Udc. Lo svittese, indicato da tutti come favorito (e consacrato da Christoph Blocher come «eccellente candidato»), è il primo ad annunciarsi ufficialmente per la carica. Difficile che altri osino farsi avanti da qui alla scadenza del termine (19 gennaio) concesso alle sezioni cantonali per inoltrare eventuali candidature. Saranno i delegati del partito a eleggere il nuovo leader: l’assemblea si terrà il 23 marzo a Berna.
Consigliere nazionale dal 2015, vicepresidente del partito dal 2022, Dettling ha guidato la campagna dei democentristi per le federali dello scorso ottobre. L’Udc ha conquistato uno dei migliori risultati da sempre. Ma alla ‘SonntagsZeitung’ lo svittese ha detto che non “ha ancora esaurito il suo potenziale”. Un margine di miglioramento esiste, a suo dire, soprattutto in cantoni (Zurigo, Lucerna, Argovia) dove in autunno le cose non sono andate così bene, in particolare alle elezioni per il Consiglio degli Stati. Inoltre, pur indicando di voler insistere sui soliti cavalli di battaglia (la limitazione “dell’immigrazione debordante”, la lotta contro il “caos dell’asilo”, il no a qualsiasi accordo con l’Ue), Dettling sottolinea la necessità di profilare il partito anche su temi (lo sviluppo degli asili nido, ad esempio) finora poco in voga in casa democentrista. Non solo. L’uscente Marco Chiesa in questi ultimi anni è stato presente soprattutto nelle sezioni della Svizzera francese. Dettling al ‘Blick’ ha detto di percepire in seno al partito una certa aspettativa che il futuro presidente sia di nuovo più visibile nella Svizzera tedesca.
Anche i Verdi devono trovarsi un nuovo presidente. Come noto, il consigliere nazionale zurighese Balthasar Glättli resterà in carica fino alla primavera. Se nel caso dell’Udc tutti aspettavano che Dettling dicesse sì, qui gli occhi sono puntati su Lisa Mazzone. L’ex ‘senatrice’ ginevrina in autunno non è stata rieletta. Un’inaspettata, cocente battuta d’arresto per la 35enne, sorta di enfant prodige del partito e politica molto apprezzata a Palazzo federale. A caldo, Mazzone – mamma di due figli in tenera età – aveva dichiarato di voler mettere un termine, almeno per ora, alla sua carriera politica. Nel frattempo però ci starebbe già ripensando. E la presidenza del partito sarebbe un’opportunità per tornare in pista.
Il suo principale handicap: non essere più in Parlamento. Un problema al quale si potrebbe ovviare in parte con una copresidenza. L’opzione godrebbe di un certo sostegno in seno al partito. La consigliera nazionale basilese Sibel Arslan, ad esempio, ha detto di potersela immaginare, in tandem con Mazzone o con il collega alla Camera del popolo Nicolas Walder. Lo stesso ginevrino e il consigliere nazionale vodese Raphael Mahaim hanno manifestato interesse. Ma anche loro, come altri papabili (le consigliere nazionali argoviese Irène Kälin e ticinese Greta Gysin), aspettano verosimilmente di sapere cosa farà Mazzone. Si sono già chiamate fuori, invece, le consigliere nazionali Franziska Ryser (Sg) e Florence Brenzikofer (Bl), così come la presidente del gruppo parlamentare dei Verdi, la bernese Aline Trede.
C’è tempo fino a inizio febbraio per manifestarsi. La nuova e/o il nuovo presidente sarà eletta/o in occasione dell’assemblea dei delegati del 6 aprile.