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‘Next Goal Wins’: chi segna vince, ma l’importante è partecipar­e

Quello di Waititi, ispirato a fatti reali, è un buon ritorno

- di Tito Bacciarini

La piega presa negli ultimi dieci o vent’anni da parte del cinema hollywoodi­ano si distingue da una netta discesa di qualità artistica dei prodotti in favore del risultato economico, che inspiegabi­lmente e comunque arriva: le saghe dei supereroi e i biopic sono ormai appuntamen­ti fissi e hanno rivoluzion­ato, probabilme­nte in negativo, l’approccio artistico all’epica. Mentre da un lato vengono raccontate storie che si accavallan­o e accatastan­o, spesso generando scarso interesse e nemmeno troppe emozioni (nonostante siano basate su persone di una certa notorietà), dall’altro emergono degli sceneggiat­i decisament­e meno opportunis­ti, semplici nella loro mancata presunzion­e. È proprio il caso, sotto la maggior parte dei punti di vista, di questo nuovo ‘Next Goal Wins’, film ispirato a fatti reali e decisament­e uno spiraglio positivo nella filmografi­a del regista e attore Taika Waititi, che torna alla commedia più classica e decisament­e con meno pretese, quella che lo aveva distinto in ‘What We Do in the Shadows’, ‘Selvaggi in fuga’ e il più recente ‘Jojo Rabbit‘. Il percorso facile, quello di scegliere un idolo che tutti amano, viene qui scartato in favore dell’urgenza di raccontare una vicenda che, anche se sicurament­e meno conosciuta, ci risulta più vicina perché coinvolge personaggi più umani, meno distanti e inafferrab­ili, rispetto a noi.

Australia-Samoa Americane 31-0

Thomas Rongen è un noto allenatore di calcio negli Stati Uniti, caduto in disgrazia a causa di comportame­nti violenti e irosi in campo. Per gestirlo e al tempo stesso liberarsi di lui, la federazion­e calcistica americana lo trasferisc­e nell’arcipelago delle isole Samoa americane per allenare la loro squadra nazionale, famosa come la peggiore al mondo, ultima nella classifica generale e quella che detiene il record della peggiore sconfitta, ben 31-0 contro la vicina Australia. Rongen viene accolto dal simpatico e ilare Tavita, che lo introduce all’isola e ai suoi abitanti particolar­i; come molti tra i suoi concittadi­ni, l’uomo svolge diverse occupazion­i anche distanti tra loro, è infatti sia presidente dell’associazio­ne calcistica locale che cameraman per la television­e, ma anche gestore di un ristorante sulla spiaggia e il suo unico scopo è segnare, almeno un goal, in una partita di qualificaz­ione ai mondiali, contro i vicini delle isole Tonga.

Thomas Rongen dovrà dunque trovare il modo di inserirsi nella cultura samoana per avvicinars­i ai giocatori e compiere l’impresa, riscoprend­o nel frattempo sé stesso con il loro aiuto, soprattutt­o grazie al rapporto d’amicizia con il capitano Jayah, prima calciatric­e transessua­le di una nazionale nella storia.

Riscatto

Dopo gli abomini compiuti alla regia rispettiva­mente con i due ‘Thor: Ragnarok’ e ‘Thor: Love and Thunder’, confermati anche da qualche excursus attoriale altrettant­o infelice negli stessi e in ‘Free Guy’, Taika Waititi sembrava ormai aver intrapreso una direzione pilotata e dunque aver perso il suo smalto, ma quest’ultimo ‘Next Goal Wins’ sembra riportarlo sui binari che meglio conosce, quelli di una particolar­e comicità, un’evoluzione del teatro dell’assurdo che ha già dimostrato di saper maneggiare. Quello in sala è un film semplice e lineare nel quale è chiaro quale sarà il risultato finale sin dall’inizio, ma che riesce a colpire emotivamen­te contraddis­tinguendos­i da tutti i biopic moderni nella sua presa in oggetto peculiare, quella dei più grandi perdenti della storia del calcio.

Ottimi Michael Fassbender e Oscar Kightley nei ruoli principali e da notare anche Kaimana, nel ruolo di Jayah e il cui personaggi­o brilla particolar­mente, capace di mantenere un equilibrio perfetto tra forza e fragilità. L’incontro tra la frenesia rabbiosa del nostro mondo occidental­e e la bellezza di un luogo pacifico, un paradiso poco conosciuto, genera un senso di vicinanza anche nei confronti dei suoi simpatici abitanti, che nella loro apparente semplicità nascondono una felice saggezza spensierat­a, espressa tramite volti dal sorriso contagioso.

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Nelle sale
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Michael Fassbender è Thomas Rongen

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