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Lex orandi, lex credendi E la messa è in latino

Da settembre la Fraternità di San Pietro assicura, in accordo con la Diocesi di Lugano, un ministero regolare secondo il rito romano antico

- di Sascha Cellina

La messa tridentina, o messa in latino, non è certo una novità in Ticino. “Ripristina­ta” da Papa Benedetto XVI nel 2007 con il suo “motu proprio”, la celebrazio­ne in forma straordina­ria del rito romano antico, negli anni nel nostro Cantone è stata proposta da diverse comunità e in diversi luoghi, nel Sottocener­i a Lugano (più precisamen­te a Carona e in città, nella chiesa di San Carlo) e a Canobbio, nel Sopracener­i a Gordemo. Proprio nell’insediamen­to collinare sopra Gordola è però recentemen­te arrivata una novità che rappresent­a una sorta di punto di svolta per i fedeli di tale culto: dallo scorso settembre, presso l’oratorio della Madonna di Fatima, la Fraternità di San Pietro assicura un ministero regolare (messe tutte le domeniche e feste, Sacramenti e catechesi) e questo con l’accordo della Diocesi di Lugano.

«Per noi avere la messa regolarmen­te e un sacerdote che la celebri, è una grande grazia – afferma l’organizzat­ore Cesare Scolari –. Nel Sopracener­i mancava una presenza che potesse sostenere i numerosi fedeli e in più ora siamo l’unica realtà a celebrare regolarmen­te tutte le domeniche e feste di precetto, con una regolare approvazio­ne diocesana. Pastoralme­nte siamo infatti assistiti da un sacerdote della Fraternità di San Pietro (don Benjamin Durham, ndr), che si è direttamen­te accordata con l’amministra­tore apostolico (della Diocesi di Lugano) Alain de Raemy».

È stata inoltre costituita un’associazio­ne, Auxilium, «con lo scopo di sostenere le celebrazio­ni a Gordemo e il sacerdote incaricato. È quindi questa associazio­ne che si incarica della raccolta di fondi per sostenere anche finanziari­amente le varie attività».

Una presenza consolidat­a ma non scontata

Una presenza quindi consolidat­a in quel di Gordemo, dove tutto è iniziato sette anni or sono… «La messa in latino a Gordemo è stata celebrata per la prima volta nel 2016, per la Festa della Madonna di Fatima. Infatti essendo l’oratorio di recente costruzion­e, anche in passato si era sempre celebrata solo la messa nuova. A presiedere la prima messa tridentina fu il vicario parrocchia­le don Fabio Minini. Per l’occasione avevamo dovuto procedere ad alcuni piccoli adattament­i all’altare e nella disposizio­ne dei banchi. Si trattava del vivo desiderio mio e di altri fedeli di poter assistere a questa celebrazio­ne, spesso pure chiamata messa di sempre, che per secoli e secoli aveva nutrito in modo encomiabil­e la spirituali­tà cattolica, ma che per particolar­i circostanz­e era praticamen­te stata abolita nel giro di pochi anni dopo il Concilio II (conclusosi nel 1965, ndr). Papa Benedetto XVI ha poi dichiarato che questa messa non era mai stata, almeno formalment­e, abolita».

Ma che praticamen­te lo fosse «è dimostrato dalla difficoltà che, specialmen­te all’inizio, ma ancora adesso, si riscontra nel poter avere a disposizio­ne chiese ove celebrare e pastori che siano disposti a concederci questa possibilit­à. La chiusura nei nostri confronti era, ed è tuttora, in parte dovuta al fatto che non si capisce perché si debba assistere a una messa in lingua latina, quando è più semplice e maggiormen­te comprensib­ile assistere a celebrazio­ni in italiano. Già qui si cela una prima insidia: la messa nuova non è la semplice traduzione di quella in latino, perché è stata in varie parti modificata e le modifiche continuano a susseguirs­i senza pausa. Già solo questo aspetto è problemati­co per molti fedeli. Anche perché nella smania di tutti questi cambiament­i spesso si dimentica che la nostra fede non può mutare. Può approfondi­rsi ed esplicitar­si meglio, ma non può cambiare. “Lex orandi, lex credendi”, si dice con termine specifico: la legge della preghiera (e del culto in genere) è la legge del credere».

‘Il nostro punto di vista viene pian piano considerat­o con più attenzione‘

Questa consapevol­ezza è, secondo Scolari, il motivo per cui «lentamente, tra i fedeli, le cose sembra stiano cambiando e anche il nostro punto di vista viene considerat­o con maggiore attenzione. Sempre più persone riscoprono la messa tridentina, non sono nostalgici, la maggior parte sono persone giovani o nate quando già non si celebrava più nel rito antico. Persone che come le pecore di evangelica memoria seguono il pastore che parla loro e che ripropone la dottrina e la tradizione costante della Chiesa e non sue personali interpreta­zioni».

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La prima celebrazio­ne presso l’oratorio della Madonna di Fatima risale al 2016

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