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Giochi e Mondiali in un 2024 particolar­e

Mai così pochi elvetici nel World Tour (8). Per la prima volta il Tdf non si concluderà a Parigi ma a Nizza. Maglia iridata assegnata a Zurigo

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Il tennis non è l’unico sport la cui stagione muove i primi passi dall’altra parte del mondo. In contempora­nea con gli Australian Open, dalla terra agli antipodi scatta anche il nuovo anno del ciclismo, con il Tour Down Under, la prima delle 35 corse che compongono il World Tour. Il 2024 delle due ruote, partito nella notte ora svizzera, sarà particolar­e: porterà alle Olimpiadi di Parigi e, per i tifosi elvetici, ai Mondiali in programma a Zurigo, sei settimane dopo la fine dei Giochi, con la maglia iridata assegnata nella Sechseläut­enplatz il 29 settembre (la rassegna si aprirà il 21). Quello di Zurigo sarà un percorso da classica, molto vallonato e con un paio di strappi duri, che dovrebbe favorire quei corridori particolar­mente a loro agio in primavera (Pogacar, Roglic, Evenepoel, Van der Poel, Pidcock, Pedersen, Van Aert…). Bisognerà però capire quanti di loro avranno voglia di darsi battaglia sulle strade zurighesi praticamen­te al termine di una stagione lunga come al solito, ma con un obiettivo in più, la maglia a cinque cerchi. Gli appassiona­ti elvetici, ovviamente, sperano che al via ci saranno tutti, anche per potersi rifare dalla delusione del Mondiale 2020, previsto in Vallese, annullato a causa della pandemia e recuperato in extremis a Imola.

TdR e TdS nel programma

Rispetto all’anno scorso, il World Tour non ha subito modifiche. Trentacinq­ue le prove complessiv­e, 20 di un giorno e 15 a tappe. Tra queste ultime resistono anche le due di marca elvetica, il Tour de Romandie (23-28 aprile) e il Tour de Suisse (9-16 giugno). Spiccano, come sempre, i cinque monumenti (Sanremo 16 marzo, Fiandre 31 marzo, Roubaix 7 aprile, Liegi 21 aprile e Lombardia 12 ottobre) e le corse a tappe di tre settimane (Giro dal 4 al 26 maggio, Tour dal 29 giugno al 21 luglio e Vuelta dal 17 agosto all’8 settembre).

Otto svizzeri nel World Tour

Al Tour Down Under 2024 mancherann­o i grandi nomi. Come spesso in passato – ad esempio lo scorso anno con Jay Vine – l’albo d’oro dovrebbe riportare il nome di un corridore locale. Albo d’oro sul quale spicca anche il nome di uno svizzero, Martin Elmiger, vincitore nel 2007.

Con Johan Jacobs (Movistar) e Fabian Lienhard (Groupama), quest’anno saranno al via due degli otto ciclisti svizzeri impegnati in squadre del World Tour. Dopo il ritiro dell’infaticabi­le gregario Michael Schär e la tragica scomparsa di Gino Mäder all’ultimo Tour de Suisse, la pattuglia degli elvetici si è ulteriorme­nte ridotta. Mai, dall’introduzio­ne del World Tour nel 2011, gli svizzeri al via erano stati così pochi.

Pochi ma buoni, verrebbe da dire. In Stefan Küng e Stefan Bissegger, la Svizzera possiede due elementi in grado di primeggiar­e nelle prove a cronometro, con Küng senz’altro in grado di essere protagonis­ta anche nelle classiche. Altra freccia all’arco rossocroci­ato potrebbe essere Marc Hirschi, vincitore di un Freccia vallone, bronzo ai Mondiali 2020 e sul podio anche alla Liegi. Tuttavia il bernese, nella Uae Emirates di Mauro Gianetti, dovrà fare i conti con un capitano ingombrant­e come Tadej Pogacar, per cui rischia di trovarsi la strada chiusa in occasione degli appuntamen­ti più importanti. Lo stesso discorso vale per Silvan Dillier. Nonostante il suo potenziale sia inferiore a quello di Hirschi, nella Alpecin-Deceuninck pure lui dovrà adattarsi molto spesso al ruolo di gregario a favore del campione del mondo Mathieu van der Poel. Da segnalare il cambio di casacca di Mauro Schmid, corridore spesso sottovalut­ato. Dopo due anni trascorsi con la Quick Step, il 24enne argoviese ha cambiato aria e si è accasato all’australian­a Jayco Alula, dove i responsabi­li ritengono potrà svolgere un ruolo maggiore nelle corse di un giorno e nei tour di breve durata.

Il nome più stuzzicant­e tra gli otto elvetici del World Tour è però quello di Jan Christen. Il 19enne talento cristallin­o, che in dicembre ha concluso la scuola reclute per sportivi d’élite a Macolin, sarà un osservato speciale. Possiede i numeri giusti per diventare un ciclista di punta e a metterlo sotto contratto è stata la Uae Emirates, che lo ha blindato fino al 2028. In questa prima stagione dovrà ovviamente imparare il mestiere e a disposizio­ne avrà professori d’eccellenza come Pogacar, Hirschi, Yates (Adam), Vine…

Colombo e Badilatti con la Q36.5

Oltre agli otto svizzeri impegnati in squadre del World Tour, sulle strade del 2024 pedalerann­o numerosi elvetici inseriti in squadre di seconda categoria, due delle quali con licenza svizzera: nella Q36.5 trovano posto il ticinese Filippo Colombo, il poschiavin­o Matteo Badilatti e Fabio Christen, mentre con la Tudor di Fabian Cancellara ci saranno Tom Bohli, Nils Brun, Robin Froidevaux, Simon Pellaud, Sébastien Reichenbac­h, Joel Suter, Roland Thalmann e Yannis Voisard. Sia la Q36.5, sia la Tudor dovranno però sperare nelle wildcard per poter prendere parte alle gare più importanti.

Per quanto riguarda i grandi giri, la novità più eclatante è legata al Tour de France, corsa da sempre strettamen­te ancorata alla tradizione, ma che nel 20204 romperà schemi consolidat­i in 111 edizioni e non si concluderà sui Campi Elisi di Parigi (le Olimpiadi inizierann­o appena cinque giorni dopo la conclusion­e della Grande Boucle), bensì sulla Promenade des Anglais di Nizza. Per la maglia gialla, solito duello tra Pogacar e Jonas Vingegaard, entrambi alla ricerca del terzo successo, con un avversario in più per il danese, l’ex compagno di squadra Primoz Roglic, passato dalla Jumbo (nel 2024 Visma - Lease a Bike) alla tedesca Bora-Hansgrohe. Lo sloveno della Uae Emirates sarà anche al via del Giro per cercare di posare la prima pietra di una doppietta che da un quarto di secolo nessuno riesce più a centrare.

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KEYSTONE Mathieu van der Poel metterà in gioco in Svizzera la maglia iridata conquistat­a aGlasgow

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