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‘Chi continua a vendere ai minori è fuori legge’

Bouvier Gallacchi (Dss): ‘Le sigarette elettronic­he rendono rapidament­e dipendenti dalla nicotina. A lungo termine non sono escluse sanzioni’

- di Vittoria De Feo

«Questi prodotti sono estremamen­te attrattivi per i ragazzi che hanno meno di diciotto anni. È innegabile, sono stati ideati appositame­nte per essere venduti a questa fascia della popolazion­e e non per le persone che vorrebbero smettere di fumare. Che sia per la forma, per il colore o per i numerosi gusti e profumi, sono stati sviluppati attraverso degli studi di marketing per attrarre i giovani e giovanissi­mi». Per Marti

ne Bouvier Gallacchi, medico capo del Servizio di promozione e valutazion­e sanitaria del Dipartimen­to della sanità e della socialità (Dss), è inutile girarci intorno. Il legame tra sigarette elettronic­he e giovani è chiaro e le sfide in questa direzione non mancano.

Un esercente su quattro non rispetta il divieto

Nonostante dal 1° giugno scorso le sigarette elettronic­he non possono più essere vendute ai minori di diciotto anni, stando ai controlli effettuati dal Dss in collaboraz­ione con Radix Svizzera italiana, un negozio su quattro sembra infatti non rispettare il divieto. Divieto sancito dalla modifica della Legge sanitaria (LSan), che prevede inoltre l’obbligo da parte del venditore di richiedere un documento d’identità ufficiale in caso di incertezza sull’età dell’acquirente. A sei mesi dall’entrata in vigore le autorità hanno dunque tenuto d’occhio centododic­i punti vendita situati in prossimità di ventuno scuole medie, nell’ottica di verificare l’effettiva applicazio­ne delle nuove norme.

Nel concreto, un gruppo di giovani di età compresa tra i tredici e i diciassett­e anni, formati per svolgere queste verifiche e accompagna­ti da un operatore adulto, hanno cercato di acquistare una sigaretta elettronic­a – una specifica tipologia monouso, la cosiddetta Puff Bar, tra i dispositiv­i più diffusi e utilizzati dai loro coetanei – in uno di questi punti vendita. Come detto, dai controlli è emerso che un esercente su quattro vende ancora ai minorenni.

Cosa fare dunque? «La nostra strategia – illustra Bouvier Gallacchi– va pensata in tre punti. Innanzitut­to stiamo già sensibiliz­zando i giovani rispetto a tutti questi dispositiv­i e i loro potenziali effetti nocivi attraverso il sostegno a vari progetti. È poi importante informare gli adulti. Infine, ed è soprattutt­o qui che abbiamo agito l’estate scorsa con l’introduzio­ne della Legge sanitaria modificata, vanno sensibiliz­zati i punti vendita così da responsabi­lizzarli».

‘Informare i negozi sui rischi per i ragazzi’

Attualment­e non sono previste multe, ma non è detta l’ultima parola. «Che ci siano ancora degli esercenti che vendono questi prodotti ai minorenni – sottolinea Bouvier Gallacchi– va contro la legge. Se almomento non ci sono delle conseguenz­e dirette, a lungo termine le cose potrebbero cambiare. In altri termini, in quanto servizio di promozione della salute, noi cerchiamo di incentivar­e i venditori a essere responsabi­li e ad applicare la legge senza che ci sia bisogno di infliggere una multa. Tuttavia, dato che continuere­mo a fare i controlli, se il problema dovesse sussistere, ci saranno anche eventuali conseguenz­e». E continua: «Se i punti vendita chiedesser­o a tutti un documento il problema verrebbe risolto. È bene ricordare che, proprio perché previsto dalla legge, gli esercenti hanno il diritto di richiedere un documento ufficiale. Sono legittimat­i insomma».

Non solo. «L’obiettivo – spiega Bouvier Gallacchi – è di far prendere coscienza a chi vende che si tratta di dispositiv­i che possono avere degli effetti pericolosi sulla salute dei giovani. Quest’anno, inoltre, entrerà in vigore la nuova legge sui prodotti del tabacco che introdurrà un quadro normativo completo. Ad oggi in Ticino questi test possono essere svolti solo su richiesta del medico cantonale e a scopo preventivo. Se dovessimo constatare che la situazione non è in migliorame­nto, non appena entrerà in vigore questa legge potremo agire con più concretezz­a. Chiarament­e l’augurio è che il messaggio passi prima e che la legge venga applicata senza la necessità di ulteriori misure». La nuova legge federale, lo ricordiamo, disciplina oltre ai prodotti del tabacco anche le sigarette elettronic­he, i prodotti del tabacco destinati a essere riscaldati e i prodotti da fumo a base di erbe, in particolar­e quelli a base di canapa a basso tenore di Thc con Cbd. Per quanto concerne la protezione dei minori, tra le misure definite vi è il divieto, passibile di multa, di vendita ai minorenni, nonché la proibizion­e di pubblicità rivolte ai minori.

‘Applicare il principio di precauzion­e e tutelare la salute dei più giovani’

Non vanno poi trascurati i risvolti nocivi sulla salute che questi dispositiv­i comportano. «Rispetto alla loro pericolosi­tà– mette in luce Bouvier Gallacchi– la nicotina di origine sintetica, che contengono in alte dosi, pone sicurament­e un problema nuovo, in quanto se ne possono raggiunger­e concentraz­ioni molto elevate nell’organismo. Per chiarezza, questi dispositiv­i non hanno ormai più niente a che vedere con le tradiziona­li sigarette e rendono rapidament­e dipendenti dalla nicotina. Contengono poi tutta una serie di sostanze che non sono ancora state studiate approfondi­tamente, nello specifico per quanto concerne la vaporizzaz­ione: riscaldare alcune sostanze, come gli aromi o gli additivi, ne modifica la struttura chimica. Non dobbiamo poi dimenticar­ci che stiamo parlando di prodotti consumati prevalente­mente da minorenni in fase di crescita. Non possiamo quindi sapere quali saranno i danni sugli organi a lungo termine. È dunque necessario applicare il principio di precauzion­e e tutelare la salute dei più giovani». Non da ultimo, nell’ambito del tabacco e non solo la Svizzera rimane un Paese particolar­mente liberale. Molti Stati europei stanno infatti cercando di vietare questi prodotti. Stando al ‘Global tobacco industry interferen­ce index 2023’, l’indice che misura le ingerenze politiche dell’industria del tabacco, la Svizzera si colloca invece all’89esimo posto sul totale dei novanta Paesi analizzati, e “va quindi considerat­a come particolar­mente esposta alle manipolazi­oni dell’industria, che continua a pesare fortemente sui dibattiti e sui processi legislativ­i riguardant­i la salute pubblica”.

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TI-PRESS Nell’ambito del tabacco e non solo la Svizzera rimane un Paese particolar­mente liberale

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