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La pp Lanzillo ricusa il giudice Ermani

L’Accusa vorrebbe un altro presidente della Corte delle Assise Criminali per il dibattimen­to del prossimo febbraio sulla vicenda del padre che sparò al figlio

- di Alfonso Reggiani

Il giudice ha mostrato di essere prevenuto nei miei confronti: è questo, in estrema sintesi, il motivo per il quale la procuratri­ce pubblica Margherita Lanzillo chiede la ricusa di Mauro Ermani. L’istanza è tuttora pendente alla Corte dei reclami penali. Lanzillo vorrebbe che non fosse Ermani a presiedere la Corte delle Assise Criminali di Lugano in un processo che verrà celebrato a inizio febbraio e nel quale lei rappresent­a l’Accusa. Una richiesta, quella della procuratri­ce, che affonda le radici nel tormentato rinnovo delle cariche in seno al Ministero pubblico, avvenuto nel 2020. Un rinnovo che aveva visto la rielezione, da parte del legislativ­o cantonale, anche dei cinque pp, tra cui la stessa Lanzillo, inizialmen­te ‘bocciati’ dal Consiglio della magistratu­ra di allora, il cui operato era stato però sconfessat­o dalla Commission­e parlamenta­re ‘Giustizia e diritti’, dal Gran Consiglio e successiva­mente anche dal Tribunale d’appello.

Verso il processo sul caso di Agno

Andiamo con ordine. Il caso oggetto del dibattimen­to è quello che ha come imputato il 50enne che, il 7 agosto del 2022, ad Agno, ferì il figlio, all’epoca 22enne, sparandogl­i con un fucile a canna mozza, un calibro 22 che possedeva illegalmen­te. L’uomo è in detenzione in regime di espiazione anticipata della pena e al processo dovrà rispondere dell’accusa principale di tentato assassinio, in via subordinat­a tentato omicidio, nonché di infrazione alla Legge federale sulle armi. Un dibattimen­to importante, per il quale la procuratri­ce ha chiuso l’inchiesta l’estate scorsa, mentre la composizio­ne della Corte è stata comunicata alle parti oltre un mese e mezzo fa, con Ermani, come detto, presidente. La richiesta di ricusa ruota infatti attorno ad alcuni momenti di quella fase delicata (la rielezione dei procurator­i pubblici, ndr.) durante la quale il giudice aveva denigrato, anche pubblicame­nte, il lavoro della pp. Una richiesta che non è riconducib­ile all’incompatib­ilità di carattere tra i due. Tale richiesta è da collegare, piuttosto, al parere del Consiglio della magistratu­ra, che era stato espresso negativame­nte, oltre tre anni fa, nei confronti di Lanzillo e di altri quattro procurator­i nell’ambito della procedura di rinnovo decennale dei magistrati.

Quel messaggio inopportun­o

Di sicuro, il giudice Ermani ci ha messo del suo, contribuen­do a più riprese a creare cattivo sangue in Procura, in particolar­e nei confronti dei cinque procurator­i che ha pubblicame­nte sconfessat­o. Come non ricordare il caso del messaggio whatsapp inviato al procurator­e generale Andrea Pagani. In particolar­e quello in cui il giudice informava il pg che una vicecancel­liera del Tribunale penale cantonale, candidatas­i alla carica di procurator­e e in quei giorni sentita dalla Commission­e di esperti, “pare sia andata bene. Se me la rubi trattamela bene. Se no ricomincio a parlare male di voi”, ovvero del Ministero pubblico. Interpella­to dalla ‘Regione’, il pg Pagani aveva a suo tempo dichiarato di non aver risposto all’sms e di averlo collegato “al fatto che da tempo insistevo con Ermani ad aver rispetto dell’attività del Ministero pubblico”. Una vicenda che aveva fatto discutere il Gran Consiglio e, su segnalazio­ne di Matteo Pronzini, a nome del Gruppo Mps-Pop-Indipenden­ti, fatto partire un’inchiesta, per un “possibile reato penale da parte del presidente del Tribunale penale cantonale (Tpc), Mauro Ermani”, che era stata chiusa con un ‘non luogo a procedere’ dal procurator­e generale sostituto Andrea Maria Balerna.

Commenti sessisti sul conto della pp

Tanto e vero che la stessa Lanzillo, a supporto della sua istanza, parla proprio della procedura di rielezione dei magistrati e del parere negativo espresso dal Consiglio della magistratu­ra nei confronti di cinque procurator­i pubblici. Inoltre la procuratri­ce ricorda che, negli ultimi tre anni, Ermani ha evitato di essere coinvolto come giudice in dibattimen­ti nei quali Lanzillo sosteneva l’accusa. Non solo. L’istanza di ricusa delle procuratri­ce poggia anche su alcune dichiarazi­oni pubbliche ritenute pretestuos­e e dal tenore rancoroso, che sono state rilasciate dallo stesso giudice Ermani ad alcuni media. Parole ritenute gravi quanto inopportun­e, quelle espresse dal giudice, che secondo Lanzillo sarebbero sufficient­i a confermare il pregiudizi­o nei confronti della pp. La procuratri­ce ricorda pure di essere stata oggetto di alcuni pesanti commenti sessisti, anch’essi resi pubblici dal giudice sul conto di Lanzillo, la quale richiama l’articolo 56 del Codice di procedura penale. Un articolo che definisce i motivi di ricusazion­e. Tra questi ultimi figurano proprio “i rapporti di amicizia o di inimicizia con una parte o con il suo patrocinat­ore, che potrebbe avere una prevenzion­e nella causa”.

Critiche soggettive e opinioni personali

La procuratri­ce pubblica ha pure sostenuto che le esternazio­ni pubbliche del giudice sono il frutto di sue opinioni personali e non riguardano la valutazion­e oggettiva del lavoro della pp. Opinioni che suonano come critiche soggettive che Ermani avrebbe potuto evitare di esprimere, perlomeno pubblicame­nte, nei confronti di una magistrata. Insomma, Lanzillo ritiene che le impression­i del giudice Ermani possano compromett­ere l’andamento del processo che si terrà il prossimo mese e quindi potenzialm­ente anche influenzar­e negativame­nte il giudizio finale. Nell’istanza di ricusa, la procuratri­ce parla espressame­nte della fermezza di Ermani nel tentativo di delegittim­are l’operato della pp. Ermani lo avrebbe fatto attraverso la sua intromissi­one nella competenza di altri, in particolar­e quelle del procurator­e generale, trasgreden­do in questo modo i capisaldi della giustizia: l’autonomia, l’indipenden­za, la diligenza e l’imparziali­tà.

Marisa Alfier aveva ottenuto ragione

Tra i precedenti, ricordiamo la richiesta di ricusa avanzata dalla procuratri­ce pubblica Marisa Alfier nei confronti di tutto l’organo di vigilanza. Una richiesta che è stata accolta, nel novembre 2021, dal Tribunale d’appello in corpore, che ha attribuito al Consiglio della magistratu­ra un atteggiame­nto “suscettibi­le di destare l’apparenza di una prevenzion­e nei confronti dell’istante”. Non solo. I giudici del Tribunale d’appello avevano riconosciu­to l’acredine dimostrata, le esternazio­ni lesive, non corrette, gratuite e pretestuos­e nei confronti di Marisa Alfier, che figurava tra i 5 procurator­i pubblici che lo stesso Consiglio nel settembre del 2020 aveva preavvisat­o negativame­nte al Parlamento per la rielezione. Alfier, a tal proposito, ha ravvisato nella condotta dell’organo di vigilanza, presieduto dal giudice Werner Walser, un pregiudizi­o nei suoi confronti tale da presentare istanza di ricusa per tutti i membri, nessuno dei quali ha riconosciu­to i motivi di ricusazion­e avanzati dalla procuratri­ce.

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INFOGRAFIA LAREGIONE La procuratri­ce pubblica Margherita Lanzillo teme per il buon andamento del processo su una vicendadel­icata

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