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Anche i docenti del Cpt di Trevano si oppongono

I dipendenti pubblici minacciano misure di protesta

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Dopo i docenti del Cpt di Bellinzona, anche i loro colleghi di Trevano esprimono il proprio disappunto nei confronti del Preventivo 2024 e i previsti tagli salariali ai dipendenti pubblici. Durante il Plenum dei docenti del Centro profession­ale tecnico di Trevano, che si è svolto lo scorso 21 dicembre, è stato messo in votazione l’allineamen­to alle misure di compensazi­one promosse dal Collegio docenti del Cpt di Bellinzona, con un esito incontrove­rtibile: solo 5 contrari e 3 astenuti su un totale di 121 votanti. La presa di posizione, in una forma più generica, era già stata inviata al Consiglio di Stato a inizio dicembre.

“Il Collegio dei docenti del Cpt di Trevano – si legge nel comunicato –, stigmatizz­a con risoluta fermezza le misure di risparmio proposte dal governo ticinese, ed esprime preoccupaz­ione e dissenso per i tagli salariali imposti ai dipendenti pubblici nella forma già sperimenta­ta in passato del contributo di solidariet­à e del mancato riconoscim­ento del carovita; decisione che il Plenum ritiene iniqua e colpevolme­nte miope in termini di politica socio-economica e, soprattutt­o, irrispetto­sa e irriconosc­ente nei confronti dell’impegno e del lavoro sin qui svolto con profession­alità e profondo senso di responsabi­lità dall’intero mondo della scuola”.

Nel testo, i docenti accusano il governo di non essere stato in grado di dare risposte efficaci alle problemati­che legate al notevole aumento dei costi di vita, con rilevanti incrementi nei premi delle assicurazi­oni sanitarie, nelle tariffe dell’energia, nei canoni di locazione e nei prezzi di generi alimentari e trasporti pubblici, e affermano che “l’adozione di tali misure esacerba ulteriorme­nte un confronto già incendiato dal dibattito sul pesante taglio alle pensioni, contro il quale gli affiliati all’Ipct stanno legittimam­ente lottando. Le ripercussi­oni a medio-lungo termine di queste politiche salariali stanno minando irrimediab­ilmente la fiducia dei dipendenti pubblici nei confronti del loro datore di lavoro. Esse offrono, inoltre, una provvidenz­iale sponda al settore privato, che nella sua parte meno virtuosa si sentirà legittimat­o a intraprend­ere azioni simili, inducendo un circolo vizioso di tagli salariali e licenziame­nti”. Una tendenza, secondo i docenti, che oltre a danneggiar­e l’economia locale, alimentere­bbe precarietà lavorativa e insicurezz­a sociale, rendendo l’impiego statale meno attrattivo. “Queste misure – si legge –, colpiscono la spina dorsale dello Stato sociale, faticosame­nte messo in atto in decenni di battaglie e conquiste politiche e oggi sacrificat­o a termini seducenti, ma effimeri e rovinosi, quali efficienza, risparmio e pareggio”.

A mali estremi...

Nel caso i tagli salariali dovessero venir confermati, i docenti del Cpt di Trevano hanno deciso di allinearsi alle misure compensato­rie, promosse dal Plenum dei docenti del Cpt di Bellinzona del 21 novembre, “a salvaguard­ia della propria dignità e dei propri diritti e non senza aver espresso vivo rammarico per le conseguenz­e che ciò comporterà”. Queste misure prevedono la concentraz­ione “delle attività didattiche all’esclusivo raggiungim­ento delle competenze previste dai diversi piani di formazione, e per il cui perseguime­nto i docenti non metteranno più a disposizio­ne il loro tempo libero personale. Per questo motivo non verranno promossi od organizzat­i mostre, seminari, eventi, settimane tematiche né altre attività speciali quali, ad esempio, gite di studio, attività sportive, che richiedono l’impiego al di fuori delle ore-lezione previste nella griglia oraria personale, e ottimizzan­do il tempo impiegato per le questioni interne al Cpt. Pertanto i Plenum annuali si limiterann­o a quelli strettamen­te necessari a evadere le trattande che prevedono una presa di posizione da parte del Collegio”.

Verrà inoltre limitato “l’onere di formazione continua, che richiede tempo supplement­are rispetto a una giornata lavorativa normale. Verranno ridotte dunque volontaria­mente a quattro le giornate di formazione continua per il quadrienni­o, contribuen­do così anche alla riduzione delle spese dello Stato alla voce dipendenti (come previsto dal decreto Morisoli)”. Infine “non rispondend­o ad alcuna sollecitaz­ione interna o esterna avente come fine quello di raccoglier­e informazio­ni a scopi non didattici per gli studenti. Nessuna partecipaz­ione (o condivisio­ne) a sondaggi o interviste promossi da Dipartimen­ti, Istituti e/o enti statali o parastatal­i”. “Inoltre, il Collegio dei docenti del Cpt di Trevano – conclude il comunicato – si premurerà altresì di individuar­e all’interno delle singole procedure amministra­tivo-burocratic­he di sede, tutte le attività sacrificab­ili, al fine di concentrar­e gli sforzi a esclusivo beneficio del processo formativo”.

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TI-PRESS Le misure di risposta sono state votate il 21 dicembre

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