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Houston e Green Bay nobilitano le wildcard

Iniziati i playoff della Nfl, Texans e Packers eliminano Cleveland e Dallas. A Kansas City quarta partita più fredda della storia (-33° di sensazione termica)

- di Sebastiano Storelli

Diciamocel­o pure: i playoff della National Football League sono iniziati con un turno di wild card piuttosto deludente dal profilo dello spettacolo. Delle sei partite in programma, soltanto una ha tenuto fino all’ultimo gli spettatori con il fiato sospeso, la vittoria di misura di Detroit contro i Los Angeles Rams (24-23). Le altre si sono tutte concluse con risultati piuttosto scontati e senza grandissim­e emozioni. Tuttavia, non sono venute meno le sorprese, sia positive, sia negative. Quella forse più inaspettat­a l’ha creata Green Bay che si è permessa il lusso di segnare 48 punti in casa di Dallas, terza forza della Nfc e una delle principali papabili per un posto al prossimo Super Bowl (11 febbraio a Las Vegas). Sotto la conduzione di un Jordan Love impeccabil­e, i Packers si sono ritrovati in vantaggio 27-0 e hanno tenuto Dallas a bocca asciutta fino a pochissimi secondi dalla pausa, quando i padroni di casa hanno finalmente trovato i loro primi punti con un touchdown di Jake Ferguson a tempo scaduto. Una segnatura che non ha però mutato l’inerzia della partita, tanta facilità hanno trovato gli uomini del Wisconsin per andare a segno a ogni occasione. Grazie a tre touchdown di Love (16 su 21 per 272 yarde) e ad altri tre di Aaron Jones (21 corse per 118 yarde), Green Bay ha segnato in sette dei dieci drive a disposizio­ne (due punt sono arrivati nel finale di partita). Nel secondo tempo, Dallas ha provato in tutti i modi a rifare superficie, ma non sono bastate le 403 yarde di Dak Prescott (41 su 60, con 3 mete, ma pure con 2 intercetti) per una squadra che ha faticato soprattutt­o palla a terra (56 yarde per Pollard, 45 per Prescott). La seconda sorpresa, ma più relativa, è arrivata nell’ultima sfida, quella tra Tampa Bay e Philadelph­ia. Anche in questo caso la differenza è stata netta, con i padroni di casa abili nel contenere il gioco di corsa avversario (appena 42 yarde complessiv­e). L’assenza di A.J. Brown ha senza dubbio penalizzat­o il reparto offensivo degli Eagles, ma non basta certamente a spiegare le sei sconfitte patite nelle ultime sette partite. Per i finalisti dell’ultimo Super Bowl, una stagione al di sotto delle aspettativ­e.

Era dal 1993 che Detroit non ospitava una sfida di playoff e dal 1991 che non ne vinceva una. In un pomeriggio che ha messo di fronte due quarterbac­k prime scelte assolute (Stafford nel 2009, Goff nel 2016), scambiatis­i di maglia nel 2021, si credeva a tutto vantaggio di Los Angeles (costretta a cedere ai Lions un importante pacchetto di scelte), ad avere la meglio è stato il nuovo idolo di Detroit. Goff non ha postato numeri eccezional­i (22/27 per 277 yarde e un touchdown), ma è stato costante e preciso nella distribuzi­one del pallone e ha saputo congelare il gioco nell’ultimo drive, quando si trattava di far trascorrer­e i secondi. Sull’altro fronte, Stafford ha lanciato per 367 yarde e due touchdown, ma ha avuto scarso supporto da molti compagni di squadra (appena 70 yarde di corsa), con il solo Puka Nacua (tra i papabili al titolo di rookie dell’anno) a mettersi in evidenza con 181 yarde ricevute.

Nelle altre sfide, da segnalare la vittoria di Buffalo (31-17) in una partita rinviata da domenica a lunedì per la bufera di neve che ha colpito lo Stato di New York. Niente neve, ma gelo intenso, invece, a Kansas City, con una temperatur­a che al kickoff iniziale era di 20 gradi sotto lo zero (quarta partita più fredda della storia) e con un vento che ha portato la sensazione termica a toccare i -33°. Difficile pensare che una compagine abituata a giocare nel caldo umido della Florida avrebbe potuto resistere a condizioni siberiane, a maggior ragione se decimata dagli infortuni. Avanza pure Houston che ha annichilit­o Cleveland grazie, ancora una volta, a C.J. Stroud, altro candidato al titolo di rookie dell’anno e che ha vivisezion­ato la miglior difesa della lega con 274 yarde di passaggio e tre touchdown. I Texans sono forse la sorpresa più gradevole dell’intera annata: con un quarterbac­k (Stroud) e un head-coach (DeMeco Ryans) alla loro prima stagione, una compagine che nei tre campionati precedenti aveva vinto 11 partite a fronte di 38 sconfitte non solo ha postato un record di 10-7, ma si è permessa il lusso di eliminare dai playoff una squadra che sembrava sulla cresta dell’onda, reduce da quattro vittorie consecutiv­e (ha perso soltanto nell’ultima giornata a Cincinnati, quando ha però lasciato in panchina quasi tutti i titolari).

Un terzo delle squadre cambierà head-coach

La settimana successiva alla fine della regular season è quella nella quale tutti i nodi vengono al pettine. Attualment­e sono sette le squadre alla ricerca di un nuovo capoallena­tore (New England ha promosso l’assistente Jerod Mayo, chiamato a sostituire la leggenda Bill Belichick). Atlanta (Arthur Smith), Seattle (Pete Carroll), Washington (Ron Rivera), Tennessee (Mike Vrabel), Las Vegas ( Josh McDaniels), Carolina (Frank Reich) e Los Angeles Chargers (Brandon Staley) proveranno a ripartire da una nuova persona di riferiment­o (a Carroll è stata offerta una posizione all’interno della società). Rimane senza lavoro Belichick (71 anni), intenziona­to a proseguire una carriera che lo ha portato a vincere sei volte il Super Bowl e a essere a un passo dal record assoluto di vittorie, detenuto da Don Shula. Va tuttavia sottolinea­to come la vera fortuna di Belichick sia stata l’incontro con Tom Brady: assieme hanno ottenuto un record di 249-75, prima dell’arrivo di TB12 e dopo la sua partenza per Tampa Bay, Belichick ha ottenuto 84 vittorie e 103 sconfitte. E se il mago di origine croata rimane alla ricerca di una sistemazio­ne, un’altra leggenda della palla ovale ha detto “basta”. Nick Saban (72 anni) ha deciso di lasciare l’università dell’Alabama per godersi una meritata pensione dopo sette titoli Ncca, sei con Alabama e uno con Lsu. In carriera ha totalizzat­o 292 vittorie (71 sconfitte) a livello di college, mentre nella Nfl si è fermato a 15-17 alla guida di Miami.

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KEYSTONE Inarrestab­ile AaronJones

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