Trionfano ‘Succession’, ‘The Bear’e‘Beef’
Quinta Brunson di ‘Abbott Elementary’ miglior attrice, prima afroamericana dopo Isabel Sanford nel 1981 per ‘I Jefferson’. E da ieri Elton John è un ‘Egot’
Tre vincitori indiscutibili, che hanno preso l’intera posta in palio o quasi. ‘Succession’, ‘The Bear’ e ‘Beef - Lo scontro’ hanno sbancato, ognuno nella propria categoria, gli Emmy Awards 2024, il premio più prestigioso della tv statunitense. La quarta e ultima stagione della saga dei Roy ha vinto sei statuette, tra cui quelle per la miglior serie drammatica, per i protagonisti Kieran Culkin e Sarah Snook, e per l’attore secondario Matthew Macfadyen; Jesse Armstrong, creatore dello show per Hbo, ha vinto il suo quarto Emmy per la migliore sceneggiatura drammatica, uno per ogni anno di produzione. L’unico riconoscimento avanzato per le serie drammatiche è andato a Jennifer Coolidge, per il secondo anno consecutivo miglior attrice non protagonista in ‘White Lotus’.
La prima stagione di ‘The Bear’ (la seconda sarà candidabile nella prossima edizione) è stata l’asso pigliatutto tra le commedie, con sei trofei. Il più prestigioso, quello per la miglior serie comica della passata stagione. Jeremy Allen White, Ebon Moss-Bachrach, che recita al suo fianco come cugino attaccabrighe, e Ayo Edebiri, la volonterosa chef che lo aiuta tra i fornelli, si sono aggiudicati i riconoscimenti per miglior protagonista e migliori attori secondari. Christopher Storer (assente per Covid), colui che ha diretto e scritto la serie di FX/Hulu girata a Chicago, è stato premiato per la regia e la sceneggiatura. Anche nella categoria della commedia, una sola menzione è andata a un rivale: Quinta Brunson è stata eletta miglior attrice protagonista: l’interprete di ‘Abbott Elementary’, un prodotto Abc, è la prima donna afroamericana a conquistare questo riconoscimento dopo Isabel Sanford nel 1981 per ‘I Jefferson’. La miniserie ‘Beef - Lo scontro’, creata dal coreano Lee Sung-jin per Netflix, ha vinto tutti i premi in palio nella sua categoria: miglior sceneggiatura, miglior regia e soprattutto migliore serie limitata. I due protagonisti Steven Yeun e Ali Wong, che interpretano due sconosciuti il cui coinvolgimento in un incidente stradale si trasforma in una faida prolungata, hanno alzato la statuetta per il miglior attore e la migliore attrice.
‘Vi state godendo questi Emmy al cioccolato?’
Programmati di norma in settembre, gli Emmy Awards sono slittati quest’anno per via degli scioperi che hanno paralizzato Hollywood fino a novembre, andando a completare un trittico di riconoscimenti tenutisi l’uno di seguito all’altro – quello aperto dai Golden Globes, cui hanno fatto seguito i Critics Choice Awards, i premi della critica – e che hanno premiato, più o meno, gli stessi nomi. Nelle tre ore di spettacolo svoltosi al Peacock Theatre di Downtown Los Angeles si sono alternati gli sketch del presentatore Anthony Anderson, la reunion di cast come quelli di ‘All in the Family’ o ‘Ally McBeal’, un commovente ricordo di Norman Lee e Matthew Perry e frequenti omaggi al talento della comunità afroamericana, fresca di celebrazione, lunedì scorso, di Martin Luther King. “Buon compleanno, Mr King”, ha esordito Anderson, comico diventato popolarissimo per la sitcom ‘Black-ish’, andata in onda dal 2014 al 2022. A metà serata, la domanda rivolta alla platea affollata di celebrities – “Vi state godendo questi Emmy al cioccolato?”– ha strappato un lungo applauso. Uno stralcio del discorso che King pronunciò davanti al Lincoln Memorial di Washington ha poi chiuso la diretta.
Re Elton XIX
Elton John è da ieri un Egot: alla cerimonia degli Emmy, il 76enne pianoman è diventato la 19esima star dell’intrattenimento ad avere vinto tutti e quattro i premi più importanti dell’industria dello spettacolo: Emmy, Grammy, Oscar e Tony. Sir Elton è stato premiato per ‘Elton John Live: Farewell from Dodger Stadium’, nella categoria degli special di varietà (Live). Lo show di Disney+ racconta l’ultima tappa in Nord America della tournée d’addio ‘Farewell Yellow Brick Road’.
Dopo un anno di gloriosi concerti d’addio culminati a Glastonbury la statuetta di ieri a Los Angeles è stata la ciliegina sulla torta per il cantante che un’operazione al ginocchio ha tenuto lontano dalla celebrazione ma che, secondo quanto ha riferito il marito David Furnish, “ha urlato” quando ha sentito la notizia e poi, una volta riacquistata la calma, si è detto “incredibilmente onorato” di essersi unito a un gruppo di vincitori Egot “dall’incredibile talento”.
La quaterna di Sir Elton è cominciata nel 1987, con il Grammy (il primo di cinque) per ‘That’s What Friends Are For’, collaborazione che lo vide al fianco di Dionne Warwick, Stevie Wonder e Gladys Knight. Nel 1995 era arrivato l’Oscar per la migliore canzone originale, ‘Can You Feel the Love Tonight’, da ‘The Lion King’; nel 2008 era seguito il Tony, quando il suo lavoro per l’Aida a Broadway aveva vinto il premio per la miglior colonna sonora originale. Il ‘Farewell from Dodger Stadium’, novembre 2022, ha segnato il ritorno di Elton John nello stadio del baseball di Los Angeles, teatro del concerto dell’ottobre 1975, anno nel quale la popolarità del cantante raggiunse l’apice.
‘Egot’ è un termine non ufficiale creato come battuta da Paul Michael Thomas, il Tubbs di ‘Miami Vice’, che nel 1984 aveva espresso il desiderio (mai realizzato) di diventarlo. Il logo era stato poi popolarizzato dalla sitcom ‘30 Rock’ di Tina Fey. Elton John si aggiunge a Richard Rodgers, Helen Hayes, Rita Moreno, John Gielgud, Audrey Hepburn, Marvin Hamlisch, Jonathan Tunick, Mel Brooks, Mike Nichols, Whoopi Goldberg, Scott Rudin, Robert Lopez, John Legend, Andrew Lloyd Webber, Tim Rice, Alan Menken, Jennifer Hudson e Viola Davis. I 19 nomi comprensivi di Sir Elton hanno vinto premi in categorie competitive; gli Egot che hanno ritirato anche premi non competitivi (riconoscimenti speciali od onorari) sono quattro: Barbra Streisand, Liza Minnelli, James Earl Jones e Harry Belafonte.