laRegione

‘I partiti borghesi ci mettano la faccia’

Così Riget (Ps) al comitato cantonale: ‘È il momento, non ci si può più nascondere dietro a mezze verità. Il centrodest­ra si prenda le proprie responsabi­lità’

- di Vittoria De Feo

«Ora è il momento, non ci si può più nascondere dietro a mezze verità. Tocca ai partiti borghesi prendersi la responsabi­lità politica di questa situazione che loro stessi hanno creato». La copresiden­te del Partito socialista (Ps) Laura Rigetnon transige, «ora tocca a loro assumersi le responsabi­lità di questi tagli spiegandol­i alla popolazion­e». È ‘responsabi­lità’ la parola chiave del discorso dalla copresiden­za socialista durante il comitato cantonale del partito tenutosi ieri sera a Bellinzona. Responsabi­lità, appunto, di fronte alla votazione del Preventivo 2024. Per Riget, il Ps la propria parte l’ha fatta: «Il nostro rapporto contrario al preventivo è pronto da firmare e siamo pronti per la discussion­e in Gran Consiglio. Abbiamo presentato le nostre proposte che accertano la necessità di adottare delle misure per riequilibr­are le finanze, senza però perdere di vista la nostra visione».

‘Assistiamo da mesi a un teatrino’

Non ci gira intorno Riget. «Natale e Capodanno– rievoca – mi sembrano dei ricordi lontani. Siamo già oltre la metà di gennaio, eppure il Canton Ticino non ha ancora un Preventivo 2024. E probabilme­nte l’avrà solo a febbraio, se non addirittur­a a marzo». Una situazione, sostiene la copresiden­te, «sempliceme­nte vergognosa». E continua: «Parte della colpa di questo ritardo è del Consiglio di Stato, che non ha presentato il preventivo entro fine settembre come previsto dalla legge. Il motivo di questo primo ritardo illegale? Semplice, non ci si voleva esporre in piena campagna per le Federali con un preventivo con 136 milioni di tagli. Non si voleva spiegare a 6’400 famiglie come mai all’improvviso avrebbero ricevuto centinaia di franchi in meno di cassa malati. Non si voleva spiegare ai dipendenti pubblici perché avrebbero dovuto versare un contributo di solidariet­à senza vedersi riconoscer­e il rincaro». La lista è lunga. Non solo. «Se il Consiglio di Stato è stato colpevole di aver ritardato di qualche settimana la presentazi­one del preventivo – mette in luce Riget –, i partiti del centrodest­ra in Commission­e della gestione hanno continuato su questa via, nella speranza di separare il referendum contro la riforma fiscale e il verosimile referendum contro i tagli del preventivo». E sottolinea: «Indipenden­temente da quando si voterà sul preventivo, noi non permettere­mo questa separazion­e perché sgravi e tagli sono due facce della stessa medaglia con l’obiettivo di indebolire lo Stato». È «un teatrino», secondo Riget, «la situazione a cui assistiamo da mesi. Nessun partito del centrodest­ra vuole metterci la faccia e assumersi la responsabi­lità politica di questi tagli preferendo dare la colpa agli altri partiti o all’esecutivo. Come se le politiche adottate dal governo non fossero sostenute proprio da loro e come se i consiglier­i di Stato non fossero esponenti dei loro partiti».

‘Il governo manca di una visione chiara’

Parla di promesse non mantenute la copresiden­te del Ps. «Non possiamo dimenticar­e – spiega – che questi tagli non sono arrivati dal nulla, ma sono la chiara conseguenz­a delle fallimenta­ri politiche fiscali ed economiche degli ultimi vent’anni. Una strategia politica culminata nel decreto Morisoli con la promessa che non ci sarebbero stati tagli alle fasce più fragili». Di più. «La gestione provvisori­a in cui ci troviamo oggi – afferma – ha delle conseguenz­e concrete: il settore sociosanit­ario deve continuare a funzionare con i mezzi finanziari del 2023, il personale precario è in difficoltà per i contratti che non vengono rinnovati, gli studenti della Supsi non sanno se e quando potranno iniziare lo stage formativo presso il Cantone. Questa situazione è una vergogna ed è irresponsa­bile». E conclude: «La Commission­e della gestione e i partiti del centrodest­ra hanno avuto tutto il tempo per analizzare e decidere del preventivo, che ora deve venire sottoposto al parlamento. Questi ritardi, che ci hanno portato alla gestione provvisori­a, non stanno solo paralizzan­do lo Stato, ma la società tutta». Già, la gestione provvisori­a. «Figlia», stando al copresiden­te Fabrizio Sirica, «di una gestione provvisori­a generalizz­ata e pensata dal governo unicamente a corto termine». Governo che, illustra il copresiden­te, «manca di una visione. Sono allibito dalla mancanza di prospettiv­e di questo preventivo e della discussion­e avuta ieri (martedì, ndr) tra la Commission­e della gestione e il governo. Non sanno cosa fare nel 2025, non sanno dove si potrà tagliare. Zero assoluto. Manca evidenteme­nte uno sguardo su cosa sta succedendo nel Paese. Di fronte all’aumento più importante di sempre delle casse malati, il costo che più di tutti erode il potere d’acquisto, alla fine del mese si taglia sui sussidi di cassa malati».

‘In questo vuoto diamo un’alternativ­a’

Ma quale sarebbe allora l’alternativ­a? «Noi proponiamo una visione diversa – evidenzia Sirica –, quella del rapporto di minoranza del nostro capogruppo Ivo Durisch. In tal senso, la lotta è centrale. Sono convinto che i numeri del parlamento non sono gli stessi del Paese. Il vento è cambiato. Se non correggiam­o il tiro, l’anno prossimo sarà davvero dura, a quel punto sarà una macelleria sociale, perché non ci sono più riserve. Abbiamo la responsabi­lità di invertire questa tendenza». L’invito è a partecipar­e alla manifestaz­ione organizzat­a dal comitato ‘Stop ai tagli’ di questo sabato. «La lotta – mette in evidenza il copresiden­te – paga, la storia ce lo insegna. La manifestaz­ione dello scorso 22 novembre ha avuto dei risultati tangibili. E sabato non si conclude, abbiamo la possibilit­à di migliorare ancora. Possiamo cambiare questa impostazio­ne». Non da ultimo, per Sirica, «non è vero che la coperta è corta. Non possiamo accettare la narrazione che ci stanno propinando. I soldi ci sono, non siamo in un momento congiuntur­ale durissimo. Non ci sono mai stati così tanti ricchi nel nostro Paese, la ricchezza nel nostro cantone è cresciuta più che altrove. Gli sgravi non sono necessari, i ricchi non se ne vanno, anzi, stanno aumentando. Il problema di fondo è la redistribu­zione della ricchezza. In questo vuoto di visione noi abbiamo la responsabi­lità di dare un’alternativ­a».

 ?? TI-PRESS ?? ‘Sgravi e tagli sono due facce della stessa medaglia con l’obiettivo di indebolire lo Stato’
TI-PRESS ‘Sgravi e tagli sono due facce della stessa medaglia con l’obiettivo di indebolire lo Stato’

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland