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‘Visite nei centri asilanti? Non la Commission­e carceri’

La Costituzio­ne e leggi dice no all’iniziativa, ma...

- di Andrea Manna

Al plenum del Gran Consiglio la relatrice propone di respingere l’iniziativa parlamenta­re. Nel contempo però invita “il Consiglio di Stato a individuar­e una commission­e del Gran Consiglio – che non sia la Commission­e di sorveglian­za delle condizioni di detenzione, che come appurato ha altri scopi – e, tramite i propri servizi, organizzar­e, con una piccola delegazion­e della suddetta, una visita annuale ai centri per richiedent­i asilo a gestione cantonale”. In questo modo “crediamo che eventuali timori legati alla gestione di questi centri saranno dipanati e ciò porterà anche una maggiore fiducia verso le isti tuzioni che devono garantire il rispetto dei diritti umani”. Parole contenute nel rapporto stilato dalla democentri­sta Lara Filippini e firmato, informa una nota, dalla commission­e parlamenta­re ‘Costituzio­ne e leggi’ nella riunione dell’altroieri.

La modifica di legge proposta

L’iniziativa è quella depositata nel settembre 2019 da Matteo Quadranti. Il deputato liberale radicale chiede di estendere le competenze della commission­e (speciale) del Gran Consiglio chiamata a verificare le condizioni detentive al Carcere giudiziari­o della Farera – riservato agli imputati in attesa di giudizio dei quali il Ministero pubblico ha disposto la detenzione preventiva con l’avallo del giudice dei provvedime­nti coercitivi – e al vicino Carcere penale, in cui vengono rinchiuse le persone condannate a una pena da scontare dietro le sbarre. Quadranti sollecita una modifica dell’articolo 27 della Legge sul Gran Consiglio affinché alla citata commission­e speciale venga affidato anche il controllo delle condizioni esistenti nelle strutture per richiedent­i asilo dove sono collocati per esempio i migranti in attesa di allontanam­ento o rimpatrio. A questa commission­e, quindi, la sorveglian­za delle condizioni di detenzione nelle strutture carcerarie e, propone di aggiungere l’iniziativa, “di analoga residenza coatta a cui sono astrette le persone sottoposte direttamen­te o indirettam­ente alla legislazio­ne federale sull’asilo”. Nell’audizione del 26 novembre 2019 davanti alla ‘Costituzio­ne e leggi’, si ricorda fra l’altro nel rapporto redatto da Filippini, Quadranti “riteneva che questo compito possa essere svolto dalla Commission­e di sorveglian­za sulle condizioni di detenzione, ma restava aperto ad altre modalità, ad esempio anche una sorveglian­za amministra­tiva da parte del Dipartimen­to sanità e socialità”.

Porta socchiusa

Per una serie di motivi illustrati nel rapporto, come quello secondo cui le strutture per richiedent­i asilo “non sono atte alla privazione della libertà”, la ‘Costituzio­ne e leggi’ dice no all’estensione delle competenze della Commission­e di sorveglian­za delle condizioni di detenzione auspicata da Quadranti e chiede pertanto al parlamento di “respingere” l’iniziativa. Ma non chiude del tutto la porta: invita infatti il governo “a individuar­e” un’altra commission­e parlamenta­re e a “organizzar­e” con questa “una visita annuale ai centri per richiedent­i l’asilo a gestione cantonale”.

‘Una soluzione che mi sta bene’

Afferma Quadranti da noi interpella­to: «Considerat­o anche l’attuale clima politico sul tema rifugiati, la soluzione prospettat­a dalla commission­e ‘Costituzio­ne e leggi’ mi sta bene. È un passo avanti. Anche se sarà una commission­e del Gran Consiglio diversa da quella preposta alla sorveglian­za delle condizioni detentive nelle carceri ticinesi, l’importante è che il parlamento possa verificare pure le condizioni nelle strutture cantonali che accolgono rifugiati». Tocca ora al plenum del Gran Consiglio pronunciar­si.

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TI-PRESS Nei riquadri l’iniziativi­sta Quadranti (Plr) e la relatrice Filippini(Udc)

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