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Lugano, Chiesa c’è e Foletti minimizza

La lista unica Lega-Udc per il Municipio si conferma forte. Secondo il sindaco in carica, la presenza del presidente nazionale non pone alcun problema

- di Alfonso Reggiani

Marco Chiesa ha scelto il portale ticinonews.ch , ieri sera, per ufficializ­zare la propria candidatur­a per il Municipio di Lugano. Il presidente nazionale dell’Udc continua a non rispondere alle ripetute sollecitaz­ioni della ‘Regione’ mentre ha annunciato di aver sciolto le riserve e che sarà sulla lista unica Lega-Udc per entrare nell’esecutivo cittadino alle prossime elezioni comunali a Lugano. In realtà, le sue intenzioni, seppur non definitive, le aveva già comunicate agli alleati. Tanto è vero che ne avevamo scritto su queste colonne alla fine dell’anno scorso, dedicando alla questione anche un commento.

Votatemi, ma non troppo

Il consiglier­e agli Stati Udc, al sito internet legato al gruppo del CdT, ha ribadito il ritornello che va raccontand­o da alcune settimane, ossia che con la sua candidatur­a non vuole pestare i piedi al sindaco di Lugano uscente: “Non è un attacco a Michele Foletti. Dopo aver deciso con le persone a cui voglio bene di non richiedere un terzo mandato alla presidenza nazionale, ora sono felice di mettermi a disposizio­ne della Città di Lugano, quindi di candidarmi per un seggio nell’esecutivo per chi, come me, vive la realtà della città e dei quartieri”. In altre parole, l’ex presidente dell’Udc nazionale, chiede un mandato all’elettorato luganese, ma nel caso venisse premiato come primo della lista unica, non vorrebbe ricoprire la carica di sindaco. Parole che suonano come “un votatemi sì, ma non troppo”.

‘La nostra è la squadra più forte’

Dal canto suo, il sindaco in carica Michele Foletti si dice tranquillo: «Stiamo facendo una lista di area, come abbiamo fatto tre e due anni fa (per le elezioni cantonali, ndr) e sono convinto che abbiamo la lista più forte in assoluto rispetto a quelle che si presentera­nno il prossimo aprile per il Municipio. Non possiamo che essere contenti e orgogliosi». Come dargli torto. Oltre ai tre municipali uscenti (Michele Foletti, Lorenzo Quadri, Tiziano Galeazzi), ora c’è anche il presidente nazionale dell’Udc a mettersi a disposizio­ne, che ha affermato di voler mantenere il seggio conquistat­o a Berna nel Consiglio agli Stati, dove presiederà la Commission­e di politica estera. «Una commission­e estremamen­te importante ed è chiaro che Chiesa non ambisce a ricoprire il sindacato, perché fare il sindaco a Lugano significa impegnarsi al 100 per cento», dichiara Foletti.

Incompatib­ili sindacato e ruolo a Berna

Il sindaco di Lugano aggiunge inoltre che «la volontà di Marco è quella di dare un contributo al Municipio e alla Città, ne abbiamo discusso e parlato a fondo tra noi e tra Lega e Udc». In effetti, l’accordo è stato confermato anche dall’editrice del ‘Mattino della domenica’ Antonella Bignasca. Però, come la mettiamo nel caso l’elettorato premiasse Chiesa, rispetto a lei, in termini di voti? «Si tratta di una questione molto pratica – ribadisce Foletti –. Se Chiesa intendesse mantenere il seggio a Berna, questo sarebbe possibile come municipale e un impegno che sulla carta è del 50%. Nel caso invece del sindacato, l’attività si moltiplica e le due cariche non sono compatibil­i per questioni di tempo a disposizio­ne».

Un ballottagg­io? ‘Ipotesi remota’

Tuttavia, insistiamo, nell’eventualit­à, tutta da dimostrare alle urne, che Chiesa risultasse il più eletto della lista, cosa succedereb­be? «Non fasciamoci la testa prima. Nel caso, ne discuterem­o dopo il 14 aprile e vedremo come andare avanti – sostiene il sindaco uscente –. Sono convinto di aver dato tutto quello che potevo, ma saranno i cittadini a decidere e a votare». D’accordo, ma quindi si potrebbe immaginare l’ipotesi di un ballottagg­io? «Un ballottagg­io tra due rappresent­anti della stessa lista creerebbe più problemi che vantaggi, ritengo tuttavia che sia un’ipotesi remota – risponde Foletti –. La storia di questo cantone è pieno di esempi di questo genere e lo dimostra quanto successo, a partire dal secolo scorso a Lugano. Non credo proprio che si arriverà a tanto, anche perché Marco mi pare sia consapevol­e, che se volesse cercare di ricoprire la carica di sindaco, dovrebbe rinunciare a Berna».

Dunque, Chiesa si presenta nella lista per fare solo il municipale? «Mah, guardate che se un municipale fa più voti al primo turno, diventa sindaco di quindicina, ma non per forza deve ricoprire la carica di sindaco», afferma Foletti. Certo, però questo non sarebbe un messaggio tanto rispettoso della volontà dell’elettorato... «Ma Chiesa lo sta dicendo chiarament­e e pubblicame­nte che vuole restare anche a Berna e non si candida per fare il sindaco, quindi non si pone alcun problema di fronte all’elettorato – aggiunge il sindaco di Lugano in carica –. Poi, vedremo se il 14 aprile si confermerà nella rinuncia al ballottagg­io. Non c’è un obbligo, ognuno è libero di fare come crede. Del resto, tutti i sette eletti in Municipio hanno il diritto di presentare la propria candidatur­a al ballottagg­io».

‘Sarebbe solo un imbarazzo’

Peraltro, Foletti ammette che «ci sarebbe soltanto l’imbarazzo che probabilme­nte a Lugano, il sindaco non sarebbe quello di quindicina ma un altro, perché, per ragioni che (Chiesa, ndr) ha già spiegato, rinuncereb­be a partecipar­e all’elezione che si terrebbe in un secondo turno». Già, un ‘soltanto’ imbarazzo. Quando e se riusciremo, chiederemo direttamen­te a Marco Chiesa se si candida solo per fare il municipale e se anche lui percepisce questo genere di imbarazzo non così rilevante. Dal punto di vista istituzion­ale, continua Foletti, «stiamo parlando di una votazione a due turni: prima si eleggono i municipali, poi c’è un tempo per le riflession­i in merito alle eventuali candidatur­e per il sindacato. Spesso il sindaco entra in carica tacitament­e senza ballottagg­i, per questa ragione bisogna relativizz­are, visto che il primo turno non ha nessuna influenza sul secondo».

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TI-PRESS/FOTOMONTAG­GIO LAREGIONE Marco Chiesa (a sin.) e MicheleFol­etti

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