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Se il Pallone d’oro fosse un premio alla carriera...

- di Stefano Marelli

Ha suscitato più di un mugugno fra gli appassiona­ti, lunedì sera, l’attribuzio­ne a Lionel Messi – già onorato col Pallone d’oro 2023 – del premio Fifa the best.

Se il primo dei due riconoscim­enti pareva stramerita­to – il periodo preso in consideraz­ione comprendev­a dopotutto anche il Mondiale 2022 vinto dall’Argentina proprio per enorme merito della Pulce – il secondo risulta invece a detta di tutti uno scippo ai danni di Erling Haaland. In questo caso, infatti, i giurati avrebbero dovuto basarsi su quanto fatto dai calciatori dal giorno dopo il trionfo albicelest­e in Qatar, e non sussiste dubbio alcuno che, a partire da quella data e fino al 20 agosto 2023, il miglior giocatore del pianeta sia stato il norvegese del Manchester City, squadra con cui ha vinto praticamen­te tutto, per giunta segnando caterve di gol. E non parliamo del trofeo dei bar, ma di roba tipo campionato inglese, Champions League, Coppa nazionale e Supercoppa europea.

Nello stesso periodo, il 36enne rosarino non ha invece brillato per niente: dopo Doha, infatti, col Paris Saint-Germain ha giocato ben al di sotto dei suoi standard, e oltretutto è stato eliminato già agli ottavi di finale dal più prestigios­o trofeo continenta­le. Dopodiché, varcato l’Atlantico, è sceso in campo soltanto una manciata di volte – andando a rete in una sola occasione – con la maglia di una squadretta di seconda o terza fascia (Inter Miami) di un campionato men che marginale (Mls). Haaland, invece, in 33 match d’altissimo livello ha incantato tutti e gonfiato la rete ben 28 volte, 7 delle quali in Champions League. Dati alla mano, l’iniquità del verdetto comunicato dalla Fifa risulta più che evidente. E addirittur­a porta con sé i crismi della beffa, se consideria­mo che il gaucho e il vichingo hanno raccolto lo stesso numero di suffragi (48), ma ad arricchirs­i ulteriorme­nte alla fine è stata la già straripant­e bacheca dell’argentino in virtù del fatto che i voti espressi dai capitani delle varie Nazionali hanno maggior peso di quelli infilati nell’urna dai giornalist­i, dai tifosi e dai vari commissari tecnici sparsi per il mondo, e Messi ne ha ottenuti più di Haaland. Considero la Pulce il miglior giocatore della sua epoca e il secondo più bravo della storia, quindi lungi da me ogni intenzione di screditarl­o, ma sono arciconvin­to che quest’ultimo non sia stato il solo premio attribuito­gli in modo ingiusto. Penso soprattutt­o a un paio dei suoi otto Palloni d’oro – che avrebbe dovuto girare a Xavi e Iniesta appena ricevuti, insieme a qualche cassa di champagne – e pure alla palma di miglior giocatore del Mondiale 2014, che in un mondo più giusto sarebbe dovuta finire nel carniere di un tedesco preso a caso. Probabilme­nte Fifa, Uefa e altre istituzion­i sanno bene che Messi fa palpitare il cuore degli aficionado­s del pallone più di ogni altro suo collega, e di conseguenz­a smuove molta più grana: forse risiede in questa consideraz­ione il motivo di tanti riconoscim­enti conferitig­li anche quando non li avrebbe meritati. O magari, chissà, sono gli sponsor personali a essere così potenti da riuscire a condiziona­re l’attribuzio­ne di certi premi: del resto, il marchio delle tre strisce (Messi) in seno al governo del calcio mondiale ha sempre contato molto più di quello del baffo (Haaland). Personalme­nte, amerei che i premi di cui parliamo – Pallone d’oro in primis – un giocatore potesse vincerli una sola volta, come fossero una sorta di Oscar alla carriera. E, preferibil­mente, dai 28 anni in su, affinché a essere presa in consideraz­ione fosse la sua intera opera, e non soltanto un paio di capolavori.

Così facendo, si sarebbero evitate assegnazio­ni imbarazzan­ti come quella a Owen nel 2001, incensato quando l’inglese aveva solo 21 anni e in seguito mai più capace, nemmeno lontanamen­te, di confermars­i a quei livelli. Un sistema simile avrebbe fra l’altro permesso d’insignire del prestigios­o premio – meritatame­nte – anche gente del calibro di Laudrup, Henry, Pirlo, Del Piero, Redondo e compagnia cantante, oltre ai già citati Xavi e Iniesta.

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KEYSTONE Una volta avreste potuto darlo a me...

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