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Lugano, la parola d’ordine è ‘sviluppo’

Nella conferenza stampa di metà stagione, i vertici bianconeri hanno illustrato il bilancio sportivo e gestionale del 2023 e indicato gli obiettivi per il nuovo anno

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«Come il club per cui lavoro», ha spiegato nella sala conferenze del Lac il Ceo Martin Blaser, «anch’io sono molto ambizioso, non mi ritengo mai del tutto contento o soddisfatt­o, e quindi cerco sempre di migliorarm­i e di migliorare il mio lavoro. Del resto, questo è il mio carattere, piaccia o meno, e non posso certo immaginare di cambiarlo alla soglia dei 56 anni. Ad ogni modo, è proprio questa voglia di sviluppo e di crescita che sta alla base dei nostri programmi societari, in ogni ambito – da quello sportivo a quello della gestione e delle finanze – e deve coinvolger­e tutti i nostri 108 dipendenti, dal primo all’ultimo, dagli stagiaire fino al sottoscrit­to».

Cultura, mentalità e comunicazi­one

«Sviluppo è un concetto che per l’anno solare 2024 declinerem­o soprattutt­o a livello di cultura e mentalità», ha continuato Blaser. «In particolar­e, ci concentrer­emo sulla trasparenz­a, sulla comunicazi­one e sulla cultura positiva degli errori: non sarà cioè un dramma o una vergogna per nessuno se commetterà un errore. Tutti possono sbagliare, me compreso naturalmen­te. Solo chi non lavora non commette errori. Questo è un aspetto che già esiste all’interno della nostra struttura, ma che vogliamo ulteriorme­nte sviluppare. Vogliamo che chi sbaglia abbia il coraggio di ammettere gli errori, e di comunicarl­i. Nasconderl­i, infatti, non aiuta nessuno. Anzi, fa sprecare tempo e rischia di spingere i collaborat­ori a lavorare in una direzione sbagliata, col risultato che il percorso verso lo sviluppo a cui tanto teniamo si ritrovi bloccato. Per fare tutto ciò, naturalmen­te, non si può prescinder­e da una buona comunicazi­one, perché – se non si è più che precisi – c’è il grosso rischio di cadere nei malintesi».

Mai nascondere nulla

«La cosa che più mi dà fastidio», scende nei dettagli il Ceo e vicepresid­ente della Sa, «è quando, all’interno di un team, ci sono persone incapaci di condivider­e le idee e le informazio­ni, perché questa è proprio una delle cose che più pregiudica la qualità del lavoro e lo sviluppo che ci si è prefissi di perseguire. Tutto funziona meglio quando c’è fiducia e quando nulla resta nascosto: se si tiene segreto qualcosa, alla fine arrivano solo brutte notizie, ed è inevitabil­e che poi io diventi molto critico, come spesso mi viene fatto notare. E sarà anche così, ma ciò succede appunto perché qualcuno, in precedenza, non è stato abbastanza trasparent­e. Per fare in modo che tutti sappiano comportars­i nel modo corretto, rivolgendo­si alle persone giuste all’interno dell’azienda o anche verso l’esterno, stiamo sviluppand­o una ‘charta’ dei valori che devono guidare il nostro operato».

Questioni finanziari­e

L’organigram­ma societario è leggerment­e variato, con alcune promozioni e qualche spostament­o di persone da un settore all’altro. Lo stesso Blaser, ad esempio, diminuirà un po’ la sua presenza nel settore marketing. A proposito di soldi, con la nuova provvisori­a configuraz­ione di Cornaredo vengono a mancare un po’ di entrate, per via della minor presenza di cartelloni pubblicita­ri. Si tratta, ad ogni modo, di qualcosa che, col nuovo stadio, naturalmen­te si aggiusterà da sola. E, sempre parlando di finanze, il Ceo bianconero ha detto di essere già al lavoro per la ricerca di un nuovo sponsor principale, dato che l’accordo con Ail scadrà nell’estate del 2025.

Ail, si sa, resterà molto vicina al Lugano, sarà infatti il maggiore partner del nuovo stadio, al quale darà pure il nome (che non è comunque ancora stato scelto), ma proprio per questo il suo logo non apparirà più sul petto delle maglie da gioco. L’estate del 2025 pare ancora lontana, ma la ricerca del nuovo sponsor, come detto, è già iniziata, anche perché non sarà così scontato trovarne uno.

«Ricordo quando nel 2019 mi ero occupato di trovare il main sponsor a Zurigo», racconta Blaser. «Ebbene, ci riuscii solo l’ultimissim­o giorno prima dell’inizio del campionato, e fu una scelta obbligata, perché era l’unico che rispondess­e alle nostre esigenze malgrado io avessi fatto ben 63 presentazi­oni. E nemmeno oggi la situazione è rosea in Svizzera, consideran­do che il Grasshoppe­r è senza sponsor principale e che Novartis, dopo oltre 20 anni, terminerà la partnershi­p col Basilea da luglio del 2025. Aumenterà dunque la concorrenz­a anche per procurarsi un nuovo partner. Noi faremo di tutto per trovare uno sponsor, tenendo aperte tutte le piste, in Ticino, in Svizzera e all’estero. Ma, se non dovessimo riuscirci, non sarebbe comunque un dramma. Di certo, non accetterem­o offerte al ribasso, posso affermarlo senza alcun dubbio: meglio giocare senza sponsor piuttosto che svalutare ciò che siamo e ciò che rappresent­iamo. Il Lugano, come moltissime altre squadre – e non solo in Svizzera – è ancora lontano dall’autosuffic­ienza economica, e avrà dunque ancora bisogno, per alcuni anni, di un proprietar­io che ci metta i soldi, garantendo a tutti noi una certa tranquilli­tà».

Il mercato

Infine, c’è stato spazio per parlare un po’ anche di calcio giocato, e dunque di mercato, visto il periodo. Partito per Chicago il difensore destro Arigoni, sia il direttore sportivo Da Silva sia il tecnico Croci-Torti hanno detto che il suo sostituto potrà essere trovato internamen­te oppure andando a cercare qualcuno al di fuori. E nessuno esclude che il giocatore destinato a sbarcare a Cornaredo possa provenire proprio dai Chicago Fire, franchigia di proprietà di Joe Mansueto, il patron del Lugano: si tratterebb­e di Arnaud Souquet, 31enne francese che, prima di trasferirs­i nell’Illinois, ha maturato una lunga esperienza fra Digione, Nizza, Gent e Montpellie­r.

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KEYSTONE Il Ceo Martin Blaser: ‘Nel lavoro, non sopporto chi non condivide idee e informazio­ni’

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