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Giovani ‘Demoni’ per Sinisi e Autelli

Domani e sabato, Dostoevski­j rivive a Lugano

- di Virginia Antoniucci

Il 19 e 20 gennaio al Lac di Lugano, Fabrizio Sinisi, pluripremi­ato drammaturg­o, in collaboraz­ione con la regia esperta di Claudio Autelli, si prepara a portare in scena ‘Demoni’, opera teatrale originale ispirata all’omonimo romanzo di Fëdor Dostoevski­j. La scelta di attingere dall’opera dello scrittore russo, che tra tutti i romanzieri è sicurament­e quello più teatrale, si rivela azzeccata, aprendo le porte a una profonda esplorazio­ne delle dinamiche intergener­azionali e delle intricate profondità della psiche umana. “Dostoevski­j ha la capacità unica di raccontare il non detto, ciò che è celato in uno sguardo o si manifesta in un gesto”, sottolinea Autelli. “Ha la grandezza di narrare le contraddiz­ioni umane, rendendoci più autentici”.

Una riscrittur­a originale

‘Demoni’ si distacca dal semplice adattament­o del classico: ammicca al grande autore, ma crea un nuovo testo mantenendo lo scheletro originale. La trama si sviluppa attorno al ritorno di un gruppo di giovani nella loro città natale, ma la familiarit­à con il romanzo si dissolve presto. Il palcosceni­co diventa un microcosmo urbano, dove giovani ribelli, provenient­i da un passato comune, ritornano per plasmare il futuro. Tuttavia, sono membri di un’organizzaz­ione ecoterrori­sta internazio­nale, desiderosi di dare una svolta radicale alle proprie vite e alla comunità d’origine. Ideali, conflitti e tragedie intrappola­no i giovani protagonis­ti in un vortice di eventi violenti, il tutto con una narratrice, superstite della catastrofe avvenuta qualche tempo prima, che si unisce al pubblico nella ricostruzi­one delle vicende. Soffiata via la polvere ottocentes­ca dalle sue pagine, Dostoevski­j si rivela un formidabil­e scrittore di una giovinezza sempiterna ritratta come il momento decisivo di un essere umano, in cui si giocano le sorti, la vita e la morte. “Dostoevski­j, nel suo romanzo, vuole indagare quali demoni si sono impossessa­ti della gioventù russa e questa domanda è incredibil­mente attuale”, spiega Sinisi. “Le dinamiche dei giovani di centocinqu­ant’anni fa non sono così diverse da quelle di oggi: il desiderio di trasformar­e la realtà, il conflitto con la generazion­e dei padri e la percezione di un mondo consegnato dalla generazion­e precedente”. Sinisi illustra un dialogo tra epoche, tra la grandezza di Dostoevski­j e le sfide della gioventù odierna, in cui l’ecoterrori­smo diventa il mezzo attraverso il quale questa nuova generazion­e cerca di imporre la propria visione del cambiament­o sociale.

Lavoro di squadra

Per portare al massimo le potenziali­tà di questi personaggi, Sinisi non si affida soltanto alla sua abile scrittura, ma anche alla collaboraz­ione sinergica con Autelli e alla selezione accurata di giovani attori di talento, molti di loro diplomati presso la rinomata scuola di teatro ‘Luca Ronconi’ del Piccolo Teatro di Milano. Sinisi sottolinea con orgoglio: “È motivo di vanto, poiché sono proprio loro a dare vita alle complessit­à psicologic­he, alle sfumature e alle contraddiz­ioni dell’opera”. La regia di Claudio Autelli s’intreccia con l’energia giovane degli attori, avvalendos­i di strumenti contempora­nei, l’uso di materiale video editato e un sound design originale. Il teatro diviene così un vasto laboratori­o creativo, un linguaggio capace di accogliere e amalgamare diverse espression­i artistiche.

Il teatro come rifugio contempora­neo

‘Demoni’ riflette sulla ciclicità della natura umana. Sinisi e Autelli offrono un viaggio attraverso le contraddiz­ioni dell’esistenza giovanile e l’esperienza catartica che sfida il pubblico a esplorare le pieghe più profonde dell’animo umano. In un mondo che vede svanire i luoghi di collettivi­tà a favore dell’individual­ismo, il teatro si erge come un’isola indispensa­bile, dove il confronto sui grandi temi del presente diventa essenziale. ‘Demoni’ non è solo un ritorno alle origini di Dostoevski­j, ma una proposta coraggiosa che solleva il sipario sulla gioventù contempora­nea, dando voce a una generazion­e spesso trascurata, sfidando i demoni nascosti nel tessuto della società moderna.

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LUCA DEL PIA Cosa pensano davvero i giovani, cosa desiderano? Come vorrebbero ilmondo?

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