Era il giorno della pizza
Napoli – Anche se il concetto di base si è evoluto negli anni, passando da rivisitazioni gourmet con ingredienti di cui è d’obbligo indicare l’esatta provenienza geografica all’uso di farine di cereali ai più sconosciuti, fino a “profanazioni” con l’uso dell’ananas, se si parla di pizza si mette in tavola uno dei piatti simbolo della cucina italiana. Un cibo talmente legato alla tradizione gastronomica italica da essere associato agli spaghetti e al mandolino nel più classico degli stereotipi sugli italiani, o dare il nome a importanti inchieste giudiziarie, per finire anche per essere messo in musica.
Parliamo dunque di pizza perché è caduto ieri il World Pizza Day, la Giornata mondiale della pizza, concepita nel 1984 da un gruppo di pizzaioli napoletani che hanno fondato all’epoca l’Associazione Verace Pizza Napoletana e da quest’ultima ufficializzato nel 2018, l’anno successivo all’inserimento dell’arte dei pizzaioli napoletani nella lista dei Patrimoni immateriali dell’umanità dell’Unesco. Perché proprio il 17 gennaio? Perché tale data coincide con la ricorrenza di Sant’Antonio Abate, il Santo eremita morto il 17 gennaio del 356 d.C. e venerato come patrono del fuoco e, quindi, anche dei forni e dei pizzaioli: narra infatti la leggenda (ricalcando il mito greco di Prometeo) che egli, impietosito dagli uomini che pativano il freddo, scese all’inferno e, sguinzagliando un maialino per distrarre i diavoli, rubò il fuoco nascondendo una scintilla nel suo bastone di ferula per poi donarlo al genere umano.