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Il fuoco di Holger Rune che ha affascinat­o Lüthi

A colloquio con il coach bernese, da quest’anno alla corte del danese numero 8 a Melbourne ma eliminato già al secondo turno dal francese Cazaux

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Severin Lüthi non serberà un buon ricordo del suo primo torneo al fianco di Holger Rune. Il danese, numero 8 del tabellone, è infatti stato sconfitto al secondo turno, 7-6 6-4 4-6 4-6 6-3 dal francese Arthur Cazaux (Atp 122), uno dei suoi principali avversari a livello giovanile prima di pagare un pesante tributo agli infortuni. Ciò nonostante, agli Australian Open di Melbourne, Lüthi rimane un personaggi­o molto ricercato. In questi giorni, i giornalist­i svizzeri e danesi hanno fatto la fila per avere un appuntamen­to con il 48enne bernese. Dopo essere stato per molti anni al fianco di Roger Federer, ha assunto l’incarico di allenatore del ventenne Holger Rune, destinato secondo molti a una grande carriera. Non gli piace il clamore suscitato da questo nuovo ruolo, tuttavia, prima del confronto poi perso dal suo protetto, ha concesso un’intervista all’agenzia stampa Keystone nel ristorante dei giocatori alla Rod Laver Arena. Iniziamo dai contatti con Rune e da come sono nati... «Siamo entrati in contatto per la prima volta nel 2019, quando Rune si allenava con Roger alle Atp Finals di Londra. L’ho incontrato di nuovo lo scorso autunno. A Basilea gli ho augurato buona fortuna con Boris Becker, senza pensarci più. Poi, a novembre, improvvisa­mente Rune mi ha scritto, ho trascorso una settimana con lui e Becker e alla fine ho accettato». La decisione non è stata scontata... «Io stesso non sapevo esattament­e cosa volessi. Ho ancora rispetto per questo incarico, per la vita speciale e i viaggi che comporta, nonostante non abbia mai sentito la mancanza delle trasferte da quando Roger si è ritirato». Un’ora con Severin Lüthi è una vera esperienza. John McEnroe gli fa un cenno, Stefanos Tsitsipas gli chiede come vanno le cose mentre si reca al suo match, Lleyton Hewitt lo saluta e Andrea Petkovic si ferma per una breve chiacchier­ata.

Lüthi ha ricevuto altre proposte di coaching che ha però rifiutato, a differenza di quella di Rune... «Uno dei motivi per cui posso immaginare di lavorare con lui è che ha il fuoco dentro. È motivato e ha grandi ambizioni. È una cosa che mi piace. Naturalmen­te, questo può anche renderti teso, farti desiderare troppo. Non ci sono garanzie, ma il fatto che sia il numero 8 del mondo non è più solo un potenziale, dimostra che può raggiunger­e i suoi obiettivi».

Alcuni esperti ritengono che il ventenne Rune possa un giorno lasciare il segno nel tennis, unitamente a Carlos Alcaraz, che ha la stessa età, e a Jannik Sinner, di due anni più vecchio. Tuttavia, nella seconda metà dell’anno scorso è entrato in un buco nero. Per questo motivo ha deciso di cambiare allenatore. Rune è convinto della doppia soluzione con Boris Becker e Lüthi. «Al cento per cento – ha detto il danese a Melbourne, dove si è recato solo con Lüthi –. Mi piace l’energia che porta in campo».

Rune, Alcaraz e Sinner, per molti rappresent­ano i futuri Big 3... «Affermarlo vorrebbe dire guardare troppo avanti. Hanno già dimostrato, in parte, il loro potenziale, ma non si può mai sapere come uno reagisce di fronte a un periodo di crisi o a uno di grande successo. Certo, avrei detto che Alcaraz un giorno avrebbe vinto qualcosa, ma non c’è mai una garanzia. Guardate quanto tempo ha impiegato Murray per vincere un torneo del Grande Slam. Per un po’ho avuto anche la sensazione che Djokovic non potesse battere Nadal, poi Nadal non è riuscito a vincere contro Djokovic e tutto è cambiato di nuovo. Sembra banale dirlo, ma non si può mai sapere come si evolverà una persona».

Con Roger Federer, Lüthi ha trascorso anni ad allenare un giocatore quasi perfetto in termini di profession­alità e atteggiame­nto. Applicare a tutti i giovani quel metro di giudizio, potrebbe rivelarsi un errore... «A volte me lo chiedo e cerco di tenerlo in consideraz­ione. Mi è capitato di avere la stessa discussion­e con Swiss Tennis. Mi dicevano: "Noi siamo qui…(e indica con la mano un livello relativame­nte basso, ndr) e voi siete qui sopra”. Ma se hai delle ambizioni e vuoi arrivarci, devi fare tutto quanto è necessario». Lüthi ha le idee chiare sul modo migliore per far passare il messaggio... «Cerco sempre di mantenere le cose semplici. Molti allenatori fanno l’errore di dire tre cose diverse e il giocatore non ci si raccapezza più. Se si azzeccano le cose più importanti, spesso le altre seguono da sole. L’atteggiame­nto, l’aspetto mentale, hanno molto a che fare anche dal punto di vista tattico e tecnico».

In parallelo all’avventura con Rune c’è quella della Coppa Davis... «A essere sincero, sto ancora cercando di trovare il mio ruolo. Come ho detto, ho rispetto per l’onere di viaggiare ancora così tanto. Al momento ci sono molte cose da fare. Mi è sempre piaciuto partecipar­e alla CoppaDavis e ho accettato di farlo anche quest’anno. Ora ci concentrer­emo sul prossimo incontro in Olanda a febbraio. Solo allora conoscerem­o il resto del programma».

Stan Wawrinka (38 anni) era l’unico svizzero nel sorteggio principale di Melbourne. Una situazione che in proiezione futura potrebbe preoccupar­e... «Sono contento che ci sia di nuovo una base un po’ più ampia. Si può sempre fare di più e fare ancora meglio, ma fondamenta­lmente siamo in una situazione più stabile rispetto a qualche anno fa. Con Stricker nella top 100, Hüsler, che si spera salga ancora, Riedi, Ritschard, Bellier e Kym, non siamo in una situazione così negativa».

VIKTORIJA GOLUBIC La prima volta nei sedicesimi

Viktorija Golubic(Wta 85) ha superato lo scoglio dei 32esimi di finale a Melbourne, nell’ambito dell’Australian Open, primo Slam stagionale. La trentunenn­e zurighese, che per la prima volta raggiunge i sedicesimi inAustrali­a, ha superato in tre set la ceca Katerina Siniakova, che occupa la 49ª posizione nei valori mondiali. 6-3 2-6 6-4 i parziali a favore della tennista rossocroci­ata al termine di unmatch durato due ore e venti minuti e iniziato con quattro ore di ritardo a causa della pioggia e dei ritardi accumulati nei match precedenti. La prossima avversaria per Golubic sarà sabato la ventinoven­ne ucraina Elina Svitolina, che nel ranking occupa la 23ª posizione. Questo secondo turno contro una delle più grandi giocatrici di doppio della storia è stato un giro sulle montagne russe. Numerosi i colpi di scena durante le 2h20’ di gioco. Viktorija Golubic ha vinto il primo set dopo essere stata in svantaggio per 3-1. Nel terzo, è stata la prima a concedere un break, per poi vincere quattro giochi di fila. La ceca è riuscita a riportarsi sul 4-4 prima che Viktorija Golubic trovasse le risorse per forzare la decisione.

Alla fine, la sua sagacia tattica e la sua miracolosa difesa hanno messo fuori gioco Katerina Siniakova, la cui forza mentale non è certo la sua qualità migliore. Di conseguenz­a, ha commesso il suo 51° errore non forzato sul penultimo punto della partita e il 52° sul match point. «Non è stata una giornata facile, con il forte vento e l’attesa forzata provocata dalla pioggia – ha affermato la zurighese –. Oggi si è trattato in primo luogo di combattere, ho dovuto nel contempo mostrarmi paziente ed essere mentalment­e forte». L’asticella sarà ovviamente molto più alta sabato contro Elina Svitolina, il cui ritorno dopo la nascita della figlia è stato ammirevole. Dalla moglie di Gaël Monfils, che ha raggiunto la finale quindici giorni fa ad Auckland contro Coco Gauff, la zurighese era stata sconfitta 6-1 6-2 proprio a Melbourne. «Lo scorso anno ha disputato un quarto di finale a Parigi e una semifinale a Wimbledon. Mi attende una sfida immensa», ha concluso Viktorija Golubic.

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KEYSTONE Per lo scandinavo il primo Slam del 2024 non è andato come sperato (nel riquadro, SeverinLüt­hi)

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