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Cliniche private, ‘in questo momento niente garanzie’

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Le cliniche private ticinesi bussano alla porta della Commission­e della gestione del Gran Consiglio. Lo fanno con una lettera indirizzat­a al suo presidente, il leghista Michele Guerra. Oggetto della missiva: il Preventivo 2024 del Cantone, ancora fermo in commission­e e che probabilme­nte arriverà in parlamento a febbraio. Sembra infatti delinearsi una maggioranz­a che potrebbe concretizz­arsi nella riunione di martedì con la firma di un rapporto di maggioranz­a Plr-Centro-Lega. L’Associazio­ne che riunisce le cliniche, l’Acpt, esprime in ogni caso “preoccupaz­ione per i ritardi che si stanno accumuland­o e sollecita i deputati ad accelerare i tempi”. L’Acpt ricorda che, essendo il Cantone in regime di gestione provvisori­a, “le cliniche non hanno ancora potuto sottoscriv­ere il contratto che regola il pagamento delle prestazion­i per l’anno in corso. Se da un lato il Cantone garantisce fin qui anticipi analoghi a quelli versati nel 2023, dall’altro ciò non offre alcuna garanzia su quanto sarà effettivam­ente riconosciu­to sull’arco dell’anno”. L’associazio­ne ricorda anche che quanto lo Stato versa alle cliniche “non è un sussidio, come talvolta si afferma erroneamen­te, ma un contributo alle ospedalizz­azioni che le cliniche garantisco­no alla popolazion­e ticinese. Come previsto dalla legge federale”. Il contributo del Cantone per il settore, prendendo il dato del Consuntivo 2022, ammonta a oltre 108 milioni di franchi l’anno. “Sono mezzi assolutame­nte necessari, che le cliniche spendono in ragione di più del 60% per le risorse umane. La garanzia della copertura dei costi sull’arco dell’anno è essenziale per poter pianificar­e in modo adeguato le prestazion­i ai pazienti”, afferma la lettera, che ricorda anche come “nella migliore delle ipotesi si potranno concludere gli accordi al più presto il mese seguente all’approvazio­ne del preventivo, con ritardi e incertezze che peseranno sul lavoro degli istituti di cura”.

Preoccupa anche il contenuto

Non solo il ritardo. A preoccupar­e le cliniche private è anche il contenuto del Preventivo. In particolar­e la possibile introduzio­ne di un contributo di solidariet­à pari all’1,5% da dedurre al contributo annuo complessiv­o, che avrebbe un impatto di circa 1,6 milioni di franchi. “Metterebbe oltremodo sotto pressione gli istituti sanitari, che da tempo soffrono per il sotto finanziame­nto delle prestazion­i, come richiamato più volte dalle associazio­ni mantello”. Anche in questo caso, sottolinea l’Associazio­ne, “non si hanno informazio­ni precise, in attesa della definizion­e del Preventivo”. L’Acpt chiede quindi al parlamento di dare indicazion­i precise, e vincolanti, al Consiglio di Stato.

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