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I rimpianti dell’Ambrì, scavalcato dal Bienne

I biancoblù ci provano ma non ci riescono, a causa di un gol in shorthand, della mira e delle parate di Säteri. ‘Se tutti danno il 2% in più, stasera ci rifacciamo’

- di Christian Solari e Kurt Wechsler

Ambrì – Un primo tempo a senso unico, con il Bienne che ogni volta che si presenta nel terzo avversario col disco riesce a inventarsi qualcosa. Lo stesso capita in sostanza nel secondo periodo, ma a ruoli invertiti: la squadra di Luca Cereda non avrà tutto il talento di quella allenata da Petri Matikainen, ma le occasioni riesce a crearsele comunque. E sono parecchie, oltre che ghiotte: da Zwerger a Landry, da Pestoni a Lilja (due volte), e poi ancora Zwerger. Così, improvvisa­mente il Bienne non è più la squadra spavalda d’inizio serata, pur se ciò non le impedisce di aprire comunque le marcature, in un venerdì in cui sul serio i punti contano doppio – infatti in classifica i leventines­i sono noni a quota 53 e i Seeländer decimi con 51, di conseguenz­a i punti che una delle due squadre conquista li scipperà automatica­mente all’altra – subito dopo un tentativo di slap ‘ciccato’ da un Formenton di rientro dall’influenza ma che visibilmen­te non è lo stesso di sempre, e quel puck perso in attacco durante la penalità sul conto di Stampfli dà origine al gol in shorthand di Burren. Il merito dei biancoblù è riuscire ancora a pareggiare i conti nel corso di quegli stessi due minuti con l’uomo in più, grazie a una conclusion­e di un Heed che però, a sua volta, stavolta pare meno preciso del solito. Del resto, sarà proprio un disco approssima­tivo toccato alle assi dallo svedese a propiziare il nuovo vantaggio bernese, al 46’02”: anche in quell’occasione la rete arriva un po’ dal nulla, con Rathgeb che s’improvvisa attaccante (ciò che, del resto, gli riesce naturalmen­te bene) e dopo aver bruciato sul tempo un Eggenberge­r fin troppo sorpreso, trova il modo di infilare il disco sul palo lontano. «È stata una partita davvero equilibrat­a e abbiamo fatto la nostra parte – dice il difensore Tobias Fohrler –. Stasera c’è già la rivincita, e andremo a Bienne per giocare come sappiamo fare, senza arrenderci fino alla fine, e se ciascuno di noi darà il 2% in più, con un pizzico di fortuna in più raccoglier­emo dei punti alla Tissot Arena». Già, la fortuna. Quella che stavolta sembra voltare un po’ le spalle ai biancoblù, in un terzo tempo in cui i leventines­i continuano a lavorare sul fronte offensivo, colpendo anche un clamoroso palo con un gran tiro del rientrante De Luca – tra i più attivi, nonostante abbia giocato meno di sette minuti –, la cui conclusion­e viene miracolosa­mente sporcata da Säteri quel tanto che basta per non finire in porta. Ci saranno altre occasioni per riaprire il match, alcune ghiottissi­me, come quelle capitate sul conto di Pestoni e Spacek, ma la sostanza non cambierà. «Säteri? Certo, avrà anche fatto una gran partita, ma stasera troveremo il modo di segnargli un paio di gol. E poi, noi abbiamo Juvonen» dice, abbozzando un sorriso, Jesse Virtanen. Al di là delle qualità dei portieri, contro il Bienne l’Ambrì finisce per pagar care le situazioni speciali: cinque opportunit­à con l’uomo in più (a fronte di una sola inferiorit­à numerica) e un bilancio sì di due gol segnati (di cui uno a gara quasi finita) ma pure uno subito. «È vero che fa male quando non sfrutti appieno il powerplay, ma di sicuro non fa bene incassare un gol in shorthand... – aggiunge Virtanen –. Tuttavia, non possiamo mettere la testa sotto la sabbia: dobbiamo ritrovare la via del successo, e per farlo dobbiamo continuare a lavorare duro, giocare semplice e mettere più dischi sulla porta».

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TI-PRESS/GOLAY A furia di provarci, Jakob Lilja alla fine ce la farà, quando però la partita sarà ormai decisa, a due soli secondi daltermine

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