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Abdollahia­n a Davos, una visita indigesta

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Sono un ragazzo diciottenn­e svizzero, studente liceale, con papà di origini iraniane. Il ministro degli affari esteri dell’Iran, Hossein Amir-Abdollahia­n, è approdato in Svizzera, al World Economic Forum di Davos. Il diplomatic­o iraniano in passato è stato un punto di riferiment­o della Forza Qods (una delle forze armate iraniane), commettend­o numerosi atti terroristi­ci e criminali in Medio Oriente. Personalme­nte, vorrei condannare la Svizzera, per aver dato il permesso a un tale soggetto criminale di entrare nel mio Paese.

Per di più, nel Forum, egli rappresent­a il governo iraniano, che ha commesso 864 esecuzioni nel 2023. Questi dati mi spaventano particolar­mente, dato che gran parte della mia famiglia vive tuttora in Iran, nel terrore, tenendo conto anche delle terribili torture che avvengono nelle prigioni, tra cui anche violenti stupri e spaventosi massacri psicologic­i (conosco la storia di un ragazzo che hanno ucciso lasciandol­o legato a un palo, con un bicchiere d’acqua davanti ai suoi occhi, senza che potesse berlo). Trovo che, da cittadino svizzero, sia vergognoso invitare un rappresent­ante di questo regime crudele, che da più di quarant’anni governa in modo dispotico e repressivo, finanziand­o il terrorismo.

Basti pensare che il regime di Teheran è il promotore della guerra israeliano-palestines­e, con lo scopo di nascondere i numerosi problemi interni, cercando di riunire la popolazion­e contro un nemico comune (Israele).

Per questi motivi, Abdollahia­n, come qualunque diplomatic­o inviato dal regime iraniano, non dovrebbe essere ammesso nel Paese. Essi non rappresent­ano minimament­e il popolo iraniano, che combatte per la libertà e la pace. Il regime deve essere espulso dalla comunità internazio­nale e rimpiazzat­o dai veri rappresent­anti del popolo iraniano.

Andrin Mohseni, Bellinzona

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