Netanyahu: ‘Finché ci sarò, nessuno Stato palestinese’
Benyamin Netanyahu sbatte di nuovo la porta in faccia a Joe Biden e all’Ue: finché sarà premier, non ci sarà nessuno Stato palestinese, tanto meno con sovranità su Gaza. “Ho chiarito al presidente Usa – ha detto il primo ministro dopo il colloquio di venerdì tra i due – la determinazione di Israele a conseguire tutti gli obiettivi della guerra e a garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”. La Striscia dovrà essere “smilitarizzata” e “restare sotto il pieno controllo di sicurezza israeliano”, ha insistito Netanyahu respingendo “le enormi pressioni dall’esterno e all’interno del Paese”. “È stata questa mia ostinazione – ha rivendicato il premier – a impedire per anni” la creazione di “uno Stato palestinese che avrebbe costituito un pericolo esistenziale per Israele. Finché sarò primo ministro, questa sarà la mia posizione”. Respinte al mittente anche le richieste poste da Hamas per la liberazione degli ostaggi: significherebbe che i soldati di Israele “sono morti invano” perché la fazione palestinese chiede “l’uscita dell’esercito da Gaza e la sua permanenza al potere”. Due condizioni impossibili da accettare per lui.
Netanyahu ha così approfondito ancora di più il solco con l’amministrazione Biden e con l’Europa, in un braccio di ferro sul quale ha evidentemente deciso di puntare tutte le sue carte per rimanere in sella. Alla luce di ciò – mentre a Gaza i morti denunciati da Hamas hanno superato la soglia dei 25mila e l’esercito ha trovato un tunnel in cui è stata tenuta una parte degli ostaggi – i tentativi di mediazione di Usa, Qatar ed Egitto segnalati dal Wsj per una ripresa dei negoziati sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi sembrano destinati all’ennesimo fallimento. La proposta – che prevede un piano in 90 giorni in tre fasi – contiene ad esempio la richiesta, già bocciata dal governo Netanyahu, del ritiro totale dell’esercito da Gaza al termine dei tre mesi. Biden tuttavia non molla e, come riferisce il sito Axios, intende continuare a premere per un grande accordo in Medio Oriente, con la speranza che si possa concretizzare prima delle elezioni di novembre nonostante l’opposizione di Netanyahu. In base al piano Israele dovrebbe ottenere la normalizzazione dei rapporti con Riad in cambio di un percorso “irreversibile” verso uno Stato palestinese e di un ruolo dell’Anp a Gaza nel post-Hamas.