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‘Tutti possiamo trovarci nel bisogno’

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Non poche le preoccupaz­ioni dei partecipan­ti, riassunte anche dagli interventi dal palco. Attraverso le testimonia­nze di gente comune sulle conseguenz­e dei tagli prospettat­i nel Preventivo 2024, che colpirebbe­ro tra le altre cose i sussidi di cassa malati, gli stipendi dei dipendenti statali e i contributi agli istituti sociali, la piazza si è rivolta al governo a gran voce.

«Tutti prima o poi possiamo trovarci in una situazione di bisogno. Quello che abbiamo deve essere implementa­to e non tagliato», afferma Denise Carniel, attivista con disabilità, a cui fanno eco le parole di Francesco, un comune cittadino, lette in piazza: «Non è più possibile stare in silenzio. Sono padre di tre bambini e ho uno stipendio di seimila franchi, non male. Nonostante ciò, fatico ad arrivare alla fine del mese. Prima, grazie ai sussidi di cassa malati, riuscivamo a fare quadrare i conti. Ora faremo più sacrifici, ancora di più, sempre di più. Spero che la politica apra gli occhi e realizzi che anche la gente come me, che dovrebbe fare parte del ceto medio, è in difficoltà».

Mezz’ora prima dell’inizio del corteo previsto per le 14.30, sono già centinaia le persone giunte in stazione a Bellinzona. Tra queste Martina, docente accompagna­ta dai suoi colleghi e dai loro figli: «Queste decisioni – ci spiega – andranno a incidere non poco sui nostri salari mensili, senza tenere conto delle nostre difficoltà. A ciò si aggiungono i nostri problemi con la cassa pensione». E non nasconde: «È una situazione che ci sta preoccupan­do non poco, soprattutt­o pensando alle nostre famiglie. Noi siamo in cinque e alla fine quello che mi verrà tolto non è poco. I bambini sono qui perché è giusto che si rendano conto che è importante far sentire la propria voce».

Anche Prisca è venuta a manifestar­e con un gruppo di colleghi: «Siamo tutti docenti e siamo qui per lottare per i nostri diritti. Se si deve contribuir­e perché è necessario, ci può anche stare, che si vada però poi a sgravare i ricchi – osserva – diventa veramente assurdo».

«Noi siamo qui per i tagli ai sussidi di cassa malati», affermano alla fine della manifestaz­ione Simona e Mari, impiegate nel settore del commercio. «Prima ricevevo un sussidio – aggiunge Simona – che mi aiutava a far quadrare i conti. Lo stesso vale per molte famiglie, altrimenti è veramente dura».

Per Giovanni , insegnante, «non c’è nulla di più importante della scuola. Quando sento che si vuole tagliare proprio lì non ne capisco i motivi. Se si vuole avere una minima speranza di un futuro migliore, la scuola è un settore nel quale investire e non tagliare». «Alla base della società – interviene Nathalie, collega di Giovanni – ci vuole un’educazione sana e inclusiva, che tenga conto dei bisogni di tutti. La scuola è un ambito nel quale bisogna mettere tanto amore ed energie, ma quando ti senti preso in giro è più difficile essere motivato».

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