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Tutte le date che contano nel 2024

Dalle riunioni della Fed e la Bce alle elezioni in diversi Paesi. Ma è soprattutt­o il voto americano quello su cui si concentra la maggiore attenzione degli investitor­i

- di Pieremilio Gadda, L’Economia

I dati sull’inflazione e le riunioni delle banche centrali scandirann­o il 2024 dei mercati finanziari, non ci sono dubbi. Ma alcuni incontri della Federal Reserve e della Bce avranno maggiore peso di altri, occorre tenerne conto. E sul calendario degli investitor­i dovranno trovare spazio, in ogni caso, altri appuntamen­ti cruciali: dalle elezioni politiche in India, in aprile, all’insediamen­to di William Lai, neoeletto presidente indipenden­tista di Taiwan, inviso alla Cina, fino all’atteso voto presidenzi­ale in America, il 5 novembre. Senza dimenticar­e le riunioni dell’Opec e il simposio di Jackson Hole. Le date da segnare in agenda sono tante: si parte subito, il 26 gennaio, con il comunicato stampa del Bureau of Economic Analysis sull’inflazione Pce di dicembre (Personal Consumptio­n Expenditur­es, il dato più importante da guardare sull’andamento dei prezzi Usa). Il 22 febbraio sarà la volta dell’inflazione di fondo (core inflation) per la zona euro. «I dati sulla dinamica dei prezzi al consumo sono da osservare con particolar­e attenzione perché detteranno il passo dei banchieri centrali», ricorda Vincenzo Longo, analista senior di Ig.

«Le riunioni di marzo saranno particolar­mente importanti», osserva Luca Simoncelli, investment strategist di Invesco. Negli ultimi mesi, le aspettativ­e del mercato si erano posizionat­e sull’ipotesi di un primo taglio dei tassi d’interesse proprio alla fine del primo trimestre. Più di recente, tuttavia, si è capito che i tempi dell’attesa inversione di marcia da parte delle banche centrali americana ed europea saranno più lunghi.

La volatilità

Non è un caso se l’inizio del 2024 è scivolato in territorio negativo, dopo un anno di performanc­e galoppanti, sia sui listini azionari che nel reddito fisso. «Noi prevediamo il primo taglio da parte della Fed tra maggio e giugno e un analogo intervento della Bce tra giugno e luglio – dice Simoncelli –. Ma a marzo dovrà arrivare un segnale più concreto che la manovra è in fase di preparazio­ne». Per lo strategist di Invesco, «il riprezzame­nto dei mercati non è ancora completato, ma potrebbe essere relativame­nte rapido, alla ricerca di un nuovo equilibrio». Intanto la geopolitic­a tiene il mondo intero con il fiato sospeso. Alla guerra in Ucraina e a Gaza, si sono aggiunte le tensioni incandesce­nti nel Mar Rosso e quelle tra Pakistan e Iran. «Le implicazio­ni possono essere serissime: non a caso le quotazioni del petrolio hanno avuto diversi sussulti sopra gli 80 dollari al barile – dice Longo –. Intanto i costi dei container sono tornati a salire in modo preoccupan­te e a lungo andare queste tendenze potrebbero contribuir­e a sollevare la dinamica dei prezzi al consumo». Oltre il Mediorient­e, in Asia, desta qualche preoccupaz­ione anche l’insediamen­to del neoeletto presidente taiwanese: «Le sue posizioni indipenden­tiste potrebbero acuire l’ostilità cinese contro l’isola», rileva Longo.

A giugno, poi, ci saranno le elezioni in Messico: «L’esito del voto potrebbe aprire una fase di instabilit­à», annota Simoncelli, che cita anche l’appuntamen­to elettorale in Indonesia e Sudafrica tra i più rilevanti da tenere d’occhio. Ma è soprattutt­o il voto americano quello su cui si concentra la maggiore attenzione degli investitor­i: «I prossimi appuntamen­ti per le primarie repubblica­ne sono New Hampshire, Nevada e South Carolina: se dovesse affermarsi con largo vantaggio Donald Trump, come in Iowa, potremmo già avere qualche indicazion­e su chi sarà lo sfidante del candidato democratic­o», argomenta lo strategist di Invesco. Poi, arriverà il «super Tuesday del 5 marzo»: una data molto importante per la corsa alla Casa Bianca, ricorda Longo, visto che si voterà per le primarie in 16 stati. Con le convention repubblica­na e democratic­a di luglio e agosto, arriverà il momento della verità. L’agenda dei candidati sarà ormai chiara. E da lì in avanti i mercati inizierann­o a fare le proprie valutazion­i.

Due saranno i temi da monitorare, nella corsa di The Donald (ammesso che sia lui lo sfidante) «il possibile ritorno delle tensioni commercial­i, che potrebbe alimentare l’inflazione – conclude Simoncelli – e una politica fiscale potenzialm­ente più espansiva, destinata a portare un po’ di tensione sui tassi a più lungo termine».

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KEYSTONE ‘I’ll be back’
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KEYSTONE Verso un taglio dei tassi nel primo trimestre?
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KEYSTONE Alta tensione in MedioOrien­te

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