laRegione

Un poker d’iniziative per risollevar­e la natalità

Il Centro presenta le sue proposte ‘per far uscire il cantone da un rigido inverno demografic­o’. Dadò: ‘Sono questi gli investimen­ti che servono’

- di Giacomo Agosta

Il Ticino sta vivendo un inverno demografic­o: calano le nascite, invecchia la popolazion­e e aumentano i decessi. Cifre alla mano, il nostro cantone è quello dove si fanno meno figli e si ha il numero più alto di anziani rispetto alla popolazion­e giovane. «È un problema per il nostro sistema sociale che si basa sulla solidariet­à intergener­azionale. Senza un sufficient­e ricambio si mette a rischio il benessere futuro nel nostro Paese», afferma Fiorenzo Dadò, presidente del Centro. «Bisogna intervenir­e in anticipo, come fanno altri Paesi. L’Italia, ad esempio, sul tema del sostegno alla natalità ha investito 500 milioni di euro solo nelle province di Como e Varese. Non possiamo stare a guardare». Un intervento «innovativo e oneroso» che il Centro vuole sviluppare e concretizz­are attraverso quattro diverse iniziative parlamenta­ri presentate dai deputati Clau

dio IsabellaeA­lessandro Corti. Nel concreto: aumentare il sostegno economico alle famiglie con figli; attribuire il tema dello sviluppo demografic­o e la sua responsabi­lità a un singolo Dipartimen­to; implementa­re le iniziative per conciliare lavoro e famiglia; ridurre la tassa del registro fondiario e quella sull’emissione delle cartelle ipotecarie per i giovani che vogliono acquistare casa. Gli iniziativi­sti non hanno un’idea precisa del costo di questo “poker d’iniziative”, ma lo stimano in diverse decine di milioni di franchi. «Sappiamo – chiarisce Dadò – che si tratta di una nuova importante spesa e che in tempi di ristrettez­za finanziari­a può risultare contraddit­toria una proposta del genere. Con un’analisi della spesa sono però sicuro che si arriverà a capire cosa è davvero necessario e a cosa invece si può rinunciare». Anche perché, aggiunge Dadò, «ci sono delle uscite dalle casse dello Stato che vengono considerat­e investimen­ti solo perché si trasforman­o in qualcosa di materiale. Noi abbiamo un’altra idea: il vero investimen­to è quello che fa fare un salto di qualità e permette un cambio di vita. Per noi è chiaro come il sole che bisogna quindi mettere sul tavolo parecchi milioni». Gli fa eco

Isabella: «Abbiamo appena votato un credito quadro di 195 milioni per le strade. Le nostre iniziative hanno l’obiettivo di far crescere la natalità e permettere che nel futuro ci sia qualcuno che quelle strade le utilizzi». E non si tratta di una sfida impossibil­e: «Alcune nazioni con lo stesso problema del nostro cantone hanno investito in modo massiccio e sono riuscite a invertire la rotta. Natalità, famiglia e demografia devono diventare una priorità per il Ticino».

‘L’indice di fecondità dice che la situazione è molto critica’

Quello che chiede il Centro è insomma un intervento forte e tempestivo, «la demografia è una scienza e i dati parlano chiaro: quando l’indice di fecondità di una comunità scende sotto l’1,3 la situazione è ritenuta molto critica. Ecco, in Ticino siamo a 1,24», spiega Corti. «Il nostro sistema pensionist­ico dipende direttamen­te dal numero di nascite. Senza di queste va in crisi. In Ticino non abbiamo quindi troppi anziani, ma pochi giovani. Di questa mancanza comincia ad accorgerse­ne anche il mondo economico che fatica a trovare lavoratori. Diventerà ancora più evidente nei prossimi anni quando andranno in pensione i figli del ‘baby boom’». E se non si riuscisse a invertire la tendenza, come intendono fare le iniziative, «il primo pilastro della previdenza sociale diventereb­be di fatto insostenib­ile. Il secondo, che si basa sullo stesso principio, farebbe la stessa fine». Alla scarsa natalità si aggiunge il fenomeno delle partenze verso la Svizzera interna. «Sempre più giovani partono per gli studi o per fare esperienza lavorativa e poi non tornano. Bisogna arrestare subito la tendenza» afferma Mattia Lepori, presidente dei giovani del Centro.

‘Aumentare l’assegno familiare, ma solo ai residenti’

Al freno alle nascite, è chiaro, contribuis­ce anche la situazione economica e il costante aumento delle spese. «Il fattore economico non deve essere un motivo per cui una coppia non fa figli», dice Isabella presentand­o la prima iniziativa che va proprio in questa direzione. La proposta è quella di aumentare l’assegno familiare per i residenti in Ticino da 200 a 300 franchi e da 250 a 350 in caso di figlio in formazione. «È una misura limitata ai residenti perché si vuole concentrar­e le risorse su chi crea una famiglia sul territorio». L’iniziativa chiede anche di rendere l’assegno familiare progressiv­o per ogni ulteriore figlio di 50 franchi e di estendere l’assegno parentale di 3mila franchi a tutto il ceto medio.

‘Un solo responsabi­le che ci metta la faccia’

I centristi vogliono però che ci sia anche un cambio culturale. «Avere dei figli – sottolinea Isabella – non deve essere visto come un peso, ma come un valore aggiunto». Si propone quindi di attribuire la responsabi­lità dello sviluppo demografic­o a un Dipartimen­to «così da obbligare qualcuno a prendersi la responsabi­lità e metterci la faccia». Il Centro non ha indicato quale sarebbe il Dipartimen­to più appropriat­o. «Spetterà al Consiglio di Stato deciderlo – risponde Dadò –. Vogliamo però che non ci sia una suddivisio­ne delle responsabi­lità e dei compiti da Dipartimen­ti, che rallentere­bbe i lavori. Ci vuole più efficienza, non è infatti un mistero che siamo favorevoli a un nuovo “lago d’Orta” per rivedere i compiti. Attraverso queste iniziative vogliamo anche stimolare il governo a cambiare marcia». L’iniziativa chiede anche di misurare in futuro ogni provvedime­nto con tre definizion­i: “In favore”, “neutro” o “in sfavore” della natalità.

‘Sconti per i giovani che comprano casa’

Per invogliare i giovani a creare una famiglia nel nostro cantone è stata avanzata una serie di proposte legate all’alloggio. Continua Isabella: «Un giovane che acquista la sua abitazione primaria contribuis­ce in modo significat­ivo allo sviluppo del territorio e della società». Per questo motivo il Centro chiede: di ridurre, per chi ha meno di 40 anni, la tassa del registro fondiario da 11‰ a 1‰ e la tassa sull’emissione delle cartelle ipotecarie dal 7‰ all’ 1‰. «Vanno anche promosse le strutture a misura di famiglia, per esempio attraverso l’Istituto di previdenza del cantone e bisogna inserire nel mandato a BancaStato delle misure favorevoli ai giovani».

‘La lista d’attesa per l’asilo nido non dovrebbe esserci’

Con la quarta iniziativa si vuole poi favorire la conciliabi­lità tra lavoro e famiglia. «Il Cantone deve essere un esempio in questo ambito, alcuni passi sono stati fatti ma c’è ancora margine». Soprattutt­o per quanto riguarda le strutture extrascola­stiche come gli asili nido. «Non è normale – sostiene Isabella – che per queste strutture ci sia una lista d’attesa come quella per avere l’abbonament­o allo stadio. I figli non possono aspettare. Si potrebbero incentivar­e le aziende della stessa zona a mettersi in rete per trovare soluzioni comuni se non hanno i numeri per agire singolarme­nte». Asili nido che, secondo gli iniziativi­sti, devono essere gratuiti per ceto basso e ceto medio.

 ?? TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE/DATI USTAT ?? ‘Serve un investimen­to di decine di milioni, come fanno altri Paesi vicini a noi’
TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE/DATI USTAT ‘Serve un investimen­to di decine di milioni, come fanno altri Paesi vicini a noi’

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland